Sangiaccato, terra di popolazione slavo musulmana tra Serbia e Montenegro, eredità dell’Impero Ottomano
Novi Pazar, nel Sangiaccato serbo, un Imam estremista fa sfilare una trentina di giovani con le uniformi ed il ‘fez’ dei reparti musulmani delle ‘SS’ che seminarono morte in Bosnia e in Kosovo. Memorie dimenticate della ‘Hamdja division SS’ bosniaca, e della ‘Skanderbeg SS’ kosovaro albanese.
di Ennio Remondino
Novi Pazar, capoluogo del Sangiaccato, Sud della Serbia che raggiunge il Montenegro, regione a maggioranza musulmana. Nella ricorrenza dell’ «Hadzet», la data dei processi e delle fucilazioni, settant’anni fa, dei musulmani che avevano collaborato con i nazisti s’è scatenata una esibizione sconcertante di Nazi-islamismo. Nel centro della città serba hanno sfilato una trentina di giovani che indossavano la divisa grigia il fez rosso dei reparti musulmani delle ‘SS’. Nuova iniziativa di Muamer Zukorlic, discusso leader di un gruppo islamico estremista che guarda al Califfato di IS.
Himler passa in rassegna un reparto di SS musulmane
Quella dei battaglioni musulmani delle ‘SS’ è una delle pagine più buie della seconda guerra mondiale nei Balcani. A seguire la via della collaborazione con nazismo in chiave anti ebraica indicata dal ‘Muftì’ di Gerusalemme, furono una parte dei musulmani bosniaci ed infine di quelli kosovari. I primi si aggregarono ai resti della divisione “Prinz Eugen” reduce dalla Russia formando la divisione “Hamdja”, che per un anno e mezzo seminò morte. Kosovari e albanesi si Albania furono operativi solo per otto mesi ma riuscirono a dar memoria truce al reparto di collaborazionisti.
La ‘Waffen-Gebirgs-Division der SS Skanderbeg’ fu costituita nel 1944 soprattutto con volontari albanesi dal Kosovo e dall’Albania a cui furono aggregati qualche centinaia di marinai provenienti dagli esuberi della Kriegsmarine. Una avventura poco gloriosa da tutti i punti di vista. Costituita come forza da impegnare nella lotta contro i partigiani, la ‘Division der Skanderbeg’ fu rapidamente sciolta per il gran numero di diserzioni: più di 3.500 soldati in soli due mesi, sui 6.500 arruolati. ne decretarono lo scioglimento. Non prima di aver massacrato quasi 60 mila fra serbi e rom.
Camerati d’armi della brigata SS kosovaro albanese ‘Skanderbeg’
Una storia quasi rimossa di eccidi -riporta Italintermedia- che per alcuni estremisti islamici dei Balcani è oggi qualcosa di cui gloriarsi, anche se la manifestazione di Novi Pazar finora é riuscita a creare solo stupore. Come l’assenza di reazioni all’episodio da parte del governo di Sarajevo, dove le prime milizie jihadiste vicine ad al Qaeda arrivarono nel 1992 a sostenere la guerra civile interna. Memoria labile ed episodi di adesione all’estremismo jihadista del Califfato che si ripetono, senza che le autorità locali oltre il territorio di Serbia e Montenegro, diano segnale di seria attenzione.
10 settembre 2014