Da quando in Toscana i comunisti sono ridotti, purtroppo, al lumicino e il PD-PDL vanno a braccetto, crescono e si diffondono pratiche massoniche di ogni tipo.
In epoca di crisi capitalistica di sovrapproduzione, dove i banchieri usurai dettano la linea, far riferimento ai templari e ai loro valori, sa tanto di presa per i fondelli.
Come si vede dalla segnalazione sotto riportata, tratta dal loro sito, i “templari” sanno dove andare a festeggiare.
Di seguito riportiamo, dalla Treccani, il ruolo avuto dai templari, nella diffusione delle banche e delle loro tecniche monetarie.
Saluti comunisti
Lo staff di iskrae.eu
IL MONDO TEMPLARE
A Villa di Corliano importante conferenza del ciclo “Incontriamoci in Villa”. Relatori le massime autorità dell’Accademia Templare e dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio di Hierusalem.
Data: giovedì 25 settembre 2014
Sarà Valeria Serofilli, Presidente Premio Astrolabio e Incontri Letterari dell’Ussero, a presentare giovedì 25 settembre ore 17.00 a Villa di Corliano una importante conferenza dal titolo “Il Mondo Templare”. L’evento è stato inserito nel ciclo “Incontriamoci in Villa” organizzato da Associazione I Cavalieri e ADSI Ville Pisane. Hanno dato la loro conferma prestigiose figure del mondo accademico templare: Filippo Grammauta (Segretario Generale dell’Accademia Templare); Stelio W. Venceslai (Gran Priore d’Italia); Bruno Bartolini (Alto Dignitario dell’Ordine e Commendatore di Livorno); Sergio Mancini (Gran Priore Vicario d’Italia). A conclusione delle varie relazioni, intrattenimento musicale con chitarra di Damiano Bertuccelli e Giulio Lepri e letture di alcuni inediti scritti da Valeria Serofilli da parte di Carlo Emilio Michelassi. Seguirà una cena all’Osteria dell’Ussero con degustazioni di birre artigianali Croce di Malto. Prezzo di Euro 25,00 a persona. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi alla nostra segreteria: cell 335 5863364 (Daniele Conti)
L’origine delle banche: il medioevo
di Emanuela Parisi*
Con i nuovi segnali di sviluppo economico, l’attività del prestar denaro riprese e si affermarono nuove figure sul mercato finanziario fino ad arrivare, nel XV secolo alla nascita delle banche. Alcuni spunti letterari possono supportare gli argomenti trattati.
“L’abominevole guadagno”
Dopo la ripresa economica dell’anno Mille l’usura era comunque praticata anche da altre categorie di operatori: l’ordine religioso-cavalleresco dei templari e i banchieri “lombardi”, i prestatori dell’Italia centro-settentrionale.
Il primo aveva preso il nome dalla sede che gli era stata assegnata a Gerusalemme dopo la prima Crociata, il Tempio. I templari raccoglievano denaro per conto del papa per finanziare le crociate e per suo conto lo gestivano; finirono anche per diventare i banchieri dei pellegrini. Ancora attivi in Occidente dopo che i cristiani dovettero abbandonare la Terrasanta, vi innovarono la pratica bancaria; il potente Tempio di Parigi finanziò in più circostanze i re di Francia e fu proprio in seguito alle pressioni di uno di loro, Filippo il Bello, che poco dopo il Concilio di Vienne (1311) fu decisa la soppressione dell’ordine.
Come i templari, i banchieri “lombardi” operavano con una certa libertà d’azione; a partire dal 1100 la loro attività si sarebbe dispiegata in Francia, Germania, Inghilterra. A questo proposito potrà essere utile ricordare come vi siano ancora oggi a Parigi una rue des Lombards e a Londra, nel cuore della City, la Lombard street, sorta sul terreno che era stato assegnato a questi operatori economici da Edoardo I (pure si potrà menzionare il fatto che l’espressione “lombard banking” è ancora usata per indicare l’attività di prestito su pegno).
Sviluppo economico e credito
Il II concilio di Lione (1274) e il concilio di Vienne (1311) ribadirono la condanna dell’usura, minacciando di scomunica i Comuni o gli Stati che la permettevano.
Ciò, naturalmente, non frenò certo lo sviluppo dell’attività creditizia; la ripresa dei commerci, lo sviluppo dei mercati e delle fiere periodiche videro anzi il moltiplicarsi degli operatori e la nascita di nuovi strumenti del credito, quali le lettere di cambio, sorta di fidejussioni che permettevano a chi si recava all’estero di condurre transazioni senza dover necessariamente avere con sé il denaro contante.
E del credito alla fine del medioevo non avrebbero evitato di usufruire i sovrani europei, ricorrendo all’appoggio di importanti operatori; tra questi le famose compagnie fiorentine Bardi e Peruzzi e i Fugger. E’ noto che elemento fondamentale per la crescita economica e per lo sviluppo degli Stati nazionali fu proprio l’attività di finanziamento concessa ai sovrani da banchieri privati. La ricchezza prodotta “col denaro” si tramutò da colpa in occasione di mobilità sociale (basterà citare l’esempio dei Medici, in pochi decenni divenuti da mercanti banchieri e da banchieri Signori di Firenze).
Né, da ultimo, le posizioni della Chiesa sarebbero rimaste le stesse; se infatti, nel XV secolo si assistette alla nascita della prima banca di tipo moderno, la genovese Casa – poi “Banco” – di san Giorgio, alla stessa epoca risale la nascita dei monti di pietà che, pensati dai Francescani come istituti di assistenza, di fatto operarono come veri e propri Istituti di credito.
Spunti letterari: Il Mercante di Venezia
Riferimenti ai temi sopra rapidamente richiamati abbondano anche tra gli argomenti comunemente trattati svolgendo i programmi di altre discipline; ad esempio, un’analisi della figura di Shylock ne “Il Mercante di Venezia” può portare a riflettere sul ruolo del prestatore e sul discredito del quale era fatto oggetto nella società; numerosi luoghi danteschi ben si prestano a discutere dello sviluppo della attività commerciale e creditizia nella Firenze del XIII secolo: uno fra tutti è il celeberrimo elogio della Firenze dei tempi della “cerchia antica” (Pd, XV) nel quale Cacciaguida depreca le “case di famiglia” lasciate “vote” dai mercanti che si recavano in Francia dalla Firenze dei tempi di Dante.
Spunti letterari: il Decameron
Paradigmatica è poi la novella Ser Ciappelletto (“Decameron”, I, 1). Il testo, naturalmente, potrà meglio essere presentato alla classe in un’ottica storico-economica ricordando che il padre di Giovanni, Boccaccio da Chiellino, era un importante agente dei Bardi, i principali finanziatori della corte angioina e che il giovane Giovanni, a Napoli nel 1327-28 a seguito del padre, era presto entrato a contatto con la pratica mercantesca e bancaria.
Ser Ciappelletto – “Cepparello” – da Prato, uomo dalla discutibile moralità, viene incaricato da Musciatto Franzesi, diventato in Francia cavaliere da “ricchissimo e gran mercatore” che era ed impossibilitato a gestire direttamente i suoi affari proprio in virtù del suo nuovo status, di curare i suoi interessi in Borgogna.
I Borgognoni erano noti per essere “uomini riottosi e di mala condizione e misleali”; Musciatto Franzesi ritiene perciò opportuno dare loro un interlocutore quale “la loro malvagità … il richiedea”, ser Ciappelletto appunto. Al disonesto protagonista vengono affidate “procura e lettere”; egli in Francia trova ospitalità nella casa di due fratelli fiorentini che praticano l’usura. Quando Ciappelletto si ammala gravemente i due non sanno come comportarsi, sono preoccupati per la loro immagine: allontanare un infermo sarebbe considerato un gesto disdicevole ma la probabile morte “indegna” in casa loro di Cepparello, che potrebbe non essere assolto dal confessore, pure aumenterebbe il loro discredito. I due fratelli temono di divenire oggetto di “gran biasimo”, dal momento che, afferma uno di loro, “il popolo di questa terra”, al quale sembra “iniquissimo” il mestiere da loro esercitato, “si leverà a romore e griderà ‘questi lombardi cani’”.
Ser Ciappelletto morirà poi avendo ottenuto con l’inganno l’assoluzione; al frate che lo confessa mentirà, anche a proposito della sua presenza in casa degli “usurieri”: “io … ci era venuto per dovergli ammonire e gastigare e torli da questo abominevole guadagno”.
La novella ha dunque per sfondo la rete d’interessi commerciali che nel Trecento attraversava l’Europa e le pratiche che aveva reso consuete; bene esemplifica il fatto che era socialmente mal tollerata la figura del prestatore. D’altra parte, però, il Musciatto Franzesi dalle esigenze del quale trae origine la vicenda è un personaggio realmente esistito e la promozione sociale della quale si giovò è pure tipica dell’epoca.
* Dottore di ricerca in Storia economica, insegna materie letterarie in un liceo romano