D’albergo: non solo difesa della costituzione ma centralità dei diritti dei lavoratori
Nel suo ultimo articolo, su Il manifesto di pochi giorni fa, Salvatore D’Albergo ricordava che la difesa dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori assume un ruolo nevralgico per il sindacato e il movimento operaio
La lettura di D’Albergo ricorda che nel mondo globalizzato si aggira l’equivoco secondo il quale gli interessi nazionali sarebbero liquidati, è vero invece l’esatto contrario perché i poteri economici e politici nazionali (Confindustria ma anche Legacoop e Fiat) spingono proprio per la definitiva liquidazione dell’articolo 18 per affermare il diritto alle imprese di licenziare a proprio piacimento
Sempre D’Albergo critica l’astrattezza della difesa dei diritti fatta propria dalla cgil per affermare che ogni revisione del diritto del lavoro coinvolge i poteri stessi dello stato, dell’impresa e del sindacato, chi attacca i diritti dei lavoratori si prepara ad una riforma dello stato autoritaria per impedire che un magistrato possa decidere in Tribunale che un licenziamento è illegittimo condannando la impresa al reintegro, misura indispensabile per un risarcimento equo e giusto.
Piaccia o non piaccia, Salvatore ha ribadito che gli attacchi alla democrazia e al lavoro, ai diritti collettivi vogliono salvaguardare gli interessi dell’impresa a discapito dei lavoratori, tutelare la governabilità a discapito della democrazia
Una lettura attuale della realtà da parte di uno studioso quasi novantenne, il cui pensiero è assai più giovane di quello dei quarantenni al potere che pedissequamente agiscono lungo la via maestra indicata da Confindustria e dai grandi interessi economici e finanziaria che attaccano i lavoratori e la democrazia cancellando la responsabilità sociale dello stato a unico vantaggio del potere capitalistico dell’impresa e del suo libero arbitrio
Federico Giusti (Confederazione Cobas)
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