Salvatore d’Albergo ci ha lasciato sabato 4 ottobre.
Per noi della Sezione Gramsci-Berlinguer è stato un riferimento costante nella comprensione del funzionamento degli Stati borghesi e di come la borghesia esercita la sua egemonia nella società e nello Stato.
Lo ricordiamo con grande affetto per la sua disponibilità ad intervenire in incontri di carattere politico, anche in piccolissimi centri della provincia pisana, chiarissimo nell’esposizione di concetti complessi che solo attraverso di lui si dimostravano di immediata comprensione.
Ricordiamo il suo rispetto e l’attenzione che riservava a ogni compagno che interveniva, ma anche la sua prontezza nel cogliere ogni sfumatura opportunistica, che sapeva bloccare con lucidità di analisi e con ironia .
Attento e curioso a cogliere dai compagni e dalla società le trasformazioni in atto e tutto ciò che poteva essere utile alla causa comune, attraverso di lui la Costituzione per noi è diventata una realtà viva che ci ha consentito di comprendere meglio il disegno di società che i Costituenti – sostanzialmente i comunisti – volevano costruire e al quale noi ci ispiriamo.
Con la sua scomparsa ci troviamo più soli in questo momento durissimo di attacco politico ai lavoratori da parte dei capitalisti nazionali e internazionali, ma siamo comunque preparati dai suoi insegnamenti e pronti a raccogliere le sfide che si preparano.
Sezione Gramsci-Berlinguer (Pisa)
Conferenza stampa organizzata dall’Associazione giuristi democratici di presentazione del “Dossier Polizia” fatto da Vie Nuove rivista del PCI fondata da Luigi Longo.
Da sinistra: il compagno Salvatore d’Albergo, l’on. Gullo, il prof. Natoli, l’on. Luzzatto, l’avv. Calvi e l’avv. Andreozzi
Salvatore d’Albergo era nato a Milano nel 1927, da genitori provenienti dalla città siciliana di Noto. Laureato in Giurisprudenza all’Università statale di Roma. ha insegnato a Pisa dal 1959 Diritto pubblico, Diritto amministrativo e Diritto pubblico dell’economia presso le facoltà di Economia e Scienze politiche. Dopo i primi studi sulle partecipazioni statali e sul sistema degli enti pubblici in Italia, accompagnati da un’intensa attività politica e culturale, particolarmente nel Centro per la riforma dello Stato e nell’insegnamento presso gli istituti formativi del PCI e della CGIL, ha scritto molti libri tra cui Costituzione e organizzazione del potere nell’ordinamento italiano (1991), La Costituzione tra democratizzazione e modernizzazione (1996), L’organizzazione del potere nei rapporti tra diritto e Stato (1997), Diritto e Stato tra scienza giuridica e marxismo (2004), La Costituzione tra le antitesi ideologiche. Dopo il referendum del 2006 (2008). Con Andrea Catone ha scritto Lotte di classe e Costituzione. Diagnosi dell’Italia repubblicana (2008).
Salvatore d’Albergo è stato uno dei più lucidi contestatori della tesi di Norberto Bobbio della “inesistenza” della teoria marxista del diritto e dello Stato, proponendosi di individuare il contributo originale del filosofo tedesco alla scienza costituzionale, sottolineando che il marxismo è sì portatore di una teoria del diritto e dello Stato, ma come prospettiva di trasformazione della società e delle istituzioni non inquadrabile in modelli formali a priori.