Comunicato stampa
Ormai è il Decreto “SPORCA ITALIA”: contaminazione auto-certificata dagli…inquinatori e “modello MOSE” fatto “sistema”
In Commissione addirittura cambiata e peggiorata una norma sulle bonifiche introdotta solo due mesi fa nel Decreto Competitività. Solo la decadenza del decreto può salvare il paese da nuovi scandali.
Lo “Sblocca Italia» dopo “Sblocca trivelle” ora diviene “Sporca Italia”, viste le norme introdotte sul tema delle bonifiche, con conseguenze che rischiano di essere drammatiche sia per la corruzione sul tema dei rifiuti sia per la verifica del livello di contaminazione delle aree inquinate.
Il passaggio in Commissione Ambiente della Camera ha ulteriormente peggiorato gli Artt.33 e 34 che, teoricamente, dovrebbero riguardare le bonifiche e in generale la riqualificazione delle aree urbane.
La maggioranza è riuscita a ritornare di nuovo su una norma sulle aree inquinate introdotta solo due mesi fa con il Decreto Competitività, a dimostrazione della fretta con cui il Governo e la maggioranza stanno provando ogni strada pur di nascondere sotto al tappeto la polvere contaminata di vaste aree del territorio favorendo gli inquinatori.
Questa norma – l’art.242 bis inserito nel Testo unico sull’Ambiente – prevede incredibilmente l’autocertificazione da parte dell’inquinatore del livello di contaminazione che ha prodotto nei terreni di sua proprietà! Un settore già permeato dalla criminalità sostanzialmente si auto-assolverà visto che sarà semplicissimo ottenere la certificazione di avvenuta bonifica senza aver rimosso neanche un granello di sostanza pericolosa. Infatti basterà auto-certificare inizialmente la presenza di una sostanza (ad esempio, il boro, magari neanche riscontrata sul sito) meno pericolosa di quelle realmente presenti (come, ad esempio, la diossina) per avere grandissime chance di farla franca senza rimuovere la fonte di pericolo. Infatti i controlli successivi si faranno esclusivamente sull’elenco delle sostanze e sui punti di prelievo proposti dall’inquinatore (il piano di caratterizzazione), su cui scatterà il silenzio assenso delle autorità entro 45 giorni. Passata questa scadenza l’ente pubblico controllerà solo i parametri indicati dall’inquinatore! Quindi se l’inquinatore sosterrà che nel sito vi era la presenza solo di boro (mentre realmente era presente la diossina) si cercherà solo il boro, che magari neanche c’era in origine e quindi non si troverà nei controlli dopo le attività di finta bonifica. A quel punto la (falsa) bonifica avrà l’ufficializzazione da parte dell’ente pubblico, ma la diossina sarà rimasta lì! Sul terreno rimasto inquinato si potranno costruire case, fare parchi gioco per i bambini ecc.
Con le ulteriori modifiche apportate all’art.242 bis con il Decreto “Sporca Italia” nel passaggio in commissione gli enti pubblici non potranno neanche interloquire sui dati auto-certificati da parte dell’inquinatore, ad esempio chiedendo di ampliare l’elenco delle sostanze da cercare rispetto a quelle presentate. Una norma del genere in un settore in cui i costi per gli interventi di disinquinamento sono dell’ordine di centinaia di milioni di euro per ciascun sito, rende assolutamente allettante ogni tentativo di eludere le vere bonifiche.
Ricordiamo che con l’Art.33 del Decreto il Modello “Mose” assurgerà a “sistema”, esteso potenzialmente ad ogni città del paese. La cavia, per ora, è Bagnoli. Qualsiasi area urbana potrà essere definita dal Consiglio dei Ministri “di interesse nazionale”. A quel punto verrà nomionato automaticamente un Commissario straordinario che potrà riscrivere qualsiasi regola per quel territorio, dalle destinazioni d’uso a nuove capacità edificatorie, passando per le norme sulle bonifiche (con la chicca che il Commissario potrà derogare ad una norma – l’Art.252bis del D.lgs.152/2006 sulle bonifiche – introdotta soli sei mesi fa con il Decreto Destinazione Italia!). Una volta stabilito il nuovo piano di interventi, il Consiglio dei Ministri sceglie un “soggetto attuatore unico” che provvederà a tutto, dall’uso dei fondi pubblici per eventuali bonifiche alle nuove costruzioni. Un vero e proprio “imbuto” dove in poche mani passeranno tutti gli interessi in gioco senza alcun bilanciamento di poteri. Non ricorda tanto lo schema magistrato delle Acque – Consorzio Venezia Nuova?
Auspichiamo per questo Decreto la decadenza, l’unico modo per evitare di peggiorare ulteriormente la situazione di inquinamento che causa lutti e tragedie nel nostro, ormai ex, Belpaese.
Campagna “Blocca lo Sblocca Italia”
Per informazioni: nosbloccaitalia@gmail.com
Augusto De Sanctis – 368.3188739
Marica Di Pierri – 348.6861204