R.C.
Rubare l’oro a un pregiudicato vicino al boss Matteo Messina Denaro non è certamente una buona idea.
Infatti la cosca ha pensato bene di recuperare il maltolto massacrando il presunto autore del furto a colpi di mazza da baseball.
Secondo le regole mafiose non poteva essere altrimenti, si sarebbe compromessa l’immagine di Messina Denaro, l’autorità del nome.
Autori del pestaggio i fratelli Cacioppo, arrestati insieme al derubato, Giuseppe Fontana.
Ma la vicenda pone ancora degli interrogativi: l’oro è stato recuperato? E l’autore del temerario furto è proprio Massimiliano Angileri, bastonato a sangue dai picchiatori mafiosi?
Parrebbe di no.
Angileri continua a professarsi innocente. Mentre si trovava ricoverato in ospedale per fratture multiple, conseguenza del pestaggio, la madre riceve una visita dagli uomini di Messina Denaro che le intimano di restituire il maltolto e Angileri prova a chiarire con Fontana che il furto non è opera sua.
E qui accade l’imponderabile, per incontrare il mafioso si rivolge ad un operatore della Casa dei Giovani, si tratta di Leo Narciso referente di Libera, l’associazione di don Ciotti contro le mafie.
Narciso si dimostra disponibile. Queste le intercettazioni.
NARCISO LEO: Non ti preoccupare di niente… poi te lo faccio sapere io praticamente va bene… dico in ogni caso tu mi dici che sei disponibile, poi domani ti chiamo io… qua al bar…
A fine agosto 2013 quest’interessamento dà i suoi frutti, anche se l’Angileri, prima di incontrare il Fontana, esterna i suoi timori al Narciso.
ANGILERI Massimiliano: … Mi preparo… dico ma problemi non ce n’è giusto?
NARCISO LEO: No no, vai tranquillo Massimo… ci prendiamo un caffè e ce ne andiamo.
ANGILERI Massimiliano: Che già sono tutto rotto.
NARCISO LEO: Tu sei cretino, no tutto rotto. E se mi avessi ascoltato di prima, ma di molto prima, praticamente neanche qua saremmo… Nel senso che te la saresti cavata diecimila volte meglio comunque.
Finalmente si incontrano e Fontana sembra credere all’estraneità di Angileri in merito al furto, incontro avvenuto alla presenza di Narciso e il ragazzo rassicura la madre “Hanno dato… dice… la parola d’onore che a me non mi toccano più […] Ci ho parlato… c’era pure Leo di davanti…”.
Secondo gli inquirenti, in quell’incontro l’Angileri ha ben compreso “il tenore intimidatorio dellarichiesta di omertà rivolta in ordine all’ingiustizia subita, nonché la necessaria osservanza delle indicazioni impartite perché provenienti da soggetti come il Fontana – aggiungono gli investigatori – appartenenti alla locale organizzazione mafiosa”.
Certo, in un piccolo centro come Castelvetrano si conoscono un po’ tutti, ma un referente di Libera, quale Leo Narciso, certe frequentazioni potrebbe pure risparmiarsele.
dicembre 2014