di Luigi Grimaldi
Ma tu pensa… terroristi sanguinari, spietati, addestrati (e dalle immagini si capisce che è così). Dite quello che volete ma anche in questa storia c’é qualcosa che non funziona. Anzi niente funziona. Prima sbagliano indirizzo e addirittura chiedono a qualcuno: scusi «È qui Charlie Hebdo?». Ah no? Davvero? Solo dieci metri più avanti… Ma dai… nell’era di Google Earth e di Street Wiew?. E poi? Poi sanno a memoria i nomi dei giornalisti da “giustiziare”?. E poi, e poi… fantastico, si perdono nella macchina usata per fuggire la carta di identità…
E poi il giovane autista… che non è l’autista perché era a scuola. Ma pensa te… è subito identificato (ma da chi?), e si scopre che era il fratello di una donna che aveva avuto qualcosa a che fare con quel genio che si è perso la carta d’identità. Si, ci ha a che fare, ma lì proprio non c’era. E allora???
E allora questa brutta faccenda assomiglia molto a Piazza Fontana, si alla strage di Piazza Fontana a Milano del 1969… con quei testimoni che avevano visto e dovuto vedere per forza l’anarchico Valpreda. Che lì proprio non c’era… Insomma io non credo alla favoletta della vendetta islamica contro vignette e vignettisti.
Non ci credo anche per un altro motivo: sarebbe stato forse più credibile il gesto di un terrorista suicida in preda al fanatismo religioso e non di tipo radicale/militare (come invece appare). Insomma questo caso è diverso e presto vedremo un’Europa al collasso ricompattarsi unita contro la minaccia terrorista che ci porta la guerra in casa. Per oggi nella Francia pacificamente popolata da 5 milioni di Musulmani.
Tutto il mondo è paese e il diavolo ha nell’Islam un nome proprio: “Iblis” o anche Shaitan , o come diavolo lo si voglia nominare, ha anch’esso (sempre lo stesso, comunque si chiami nel mondo delle covert operation) la malaugurata capacità di far le pentole ma non i coperchi…