Venerdì sera (16), in una sala dello Spazio NU a Pontedera gremita di persone, ha preso il
via il COMITATO STOP TTIP VALDERA, cui aderiscono persone e organizzazioni di diversa
estrazione, accomunate dalla volontà di far sentire la propria voce, così come già avviene nelle
principali città italiane ed europee, per impedire la sottoscrizione del Partenariato Trans-
Atlantico in materia di commercio e investimenti (TTIP), definito anche Accordo di libero
scambio transatlantico.
Il Comitato si è costituito a conclusione di un incontro di approfondimento sui contenuti e
gli scopi del Trattato, organizzato congiuntamente dalla Rete di Economia Solidale della
Valdera e dall’Associazione La Rossa di Lari, con l’intervento di Monica Di Sisto, giornalista
ed esperta sui temi dello sviluppo, coordinatrice della Campagna nazionale STOP TTIP
(www.stop-ttip-italia.net), che dispone di notizie ‘di prima mano’, avendo accesso al tavolo di
informazione apposito, istituito presso il Parlamento Europeo.
Il TTIP, i cui negoziati sono stati avviati nel giugno 2013 dal presidente degli Stati Uniti
Obama e dall’allora presidente della Commissione Europea Barroso, viene propagandato
come una delle più efficaci soluzioni possibili alla crisi economica che attanaglia l’Europa, ma
le valutazioni condotte dalla stessa Commissione Europea dimostrano che l’impatto sulla
crescita derivante dall’applicazione del trattato sarebbe comunque modesto. Quello che è
certo, invece, è che il trattato è espressione degli interessi dei grandi gruppi multinazionali,
rivolto com’è a rimuovere alcune residue barriere tariffarie e, soprattutto, ad uniformare al
ribasso le regole che disciplinano i mercati delle due sponde dell’atlantico, sacrificando
ulteriormente alla logica del profitto i diritti dei lavoratori, i sistemi produttivi locali, la tutela della
salute dei consumatori, per effetto dei più bassi standard statunitensi (basti pensare agli
ormoni utilizzati negli allevamenti o alle colture OGM).
L’elemento più grave e preoccupante sottostante al trattato è l’ulteriore perdita di spazi
di decisione democratica: le vertenze tra aziende e governi non verrebbero giudicate da
tribunali ordinari secondo la normativa vigente nel paese, ma da organismi privati che
giudicherebbero, solo sulla base del trattato stesso, se uno Stato – magari introducendo una
regola a salvaguardia del clima, o della salute – sta creando un danno a un’impresa. Altri
organismi previsti dal Trattato avranno il potere di disporre modifiche alle regole tecniche che
presiedono agli scambi commerciali, senza necessità di alcun passaggio parlamentare. Noi
siamo convinti che non sia questa la strada che porta maggiore benessere all’umanità, mentre
è certo che questa prospettiva risponde alla visione della ristretta cerchia di persone che
detiene il potere economico e condiziona anche il potere politico.
Proprio nei giorni scorsi, il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, in
occasione dell’inaugurazione dei restauri al Consolato USA a Firenze, ha riportato e avallato la
posizione degli imprenditori della moda incontrati a Pitti Uomo, favorevoli alla firma del trattato
ritenuto un passaggio chiave per la crescita. Peccato che i pochi studi più approfonditi
prospettino un’ulteriore perdita di posti di lavoro in Europa per effetto di quello stesso trattato,
che amplia ulteriormente le prospettive di delocalizzazione produttiva; crescita forse sì, ma
delle ricchezze dei già ricchi, in ossequio al modello liberista dominante.
Nei prossimi giorni il Comitato Stop TTIP Valdera organizzerà un primo incontro
operativo al quale saranno invitati a partecipare tutte le decine di persone, associazioni,
sindacati che durante la serata di venerdì hanno manifestato la propria adesione al nascente
Comitato locale, in modo da iniziare a programmare ulteriori iniziative di informazione nei nostri
territori.
Rete per L’Economia Solidale della Valdera
Associazione Politico Culturale LA ROSSA
Biciclettata popolare del 1° Maggio
aprile 26, 2021