La Goccia. L’area viene chiamata “Goccia” ed è delimitata dalla cintura ferroviaria tra la stazione di Villapizzone e quella di Bovisa e porta questo nome per via della forma che assume osservandola dalla mappa. Si estende per 800mila metri quadrati e attualmente contiene: l’istituto Mario Negri, una parte del Politecnico e la ex Triennale Bovisa. Ma soprattutto un grande zona alberata e diverse costruzioni di archeologia industriale ora quasi in disuso. E’ una zona che è stata fortemente inquinata dalle industrie attive fino a pochi decenni fa.
I cittadini riuniti. Il Comitato si forma a fine 2012, dopo che alcuni cittadini sono venuti a conoscenza del progetto sulla Goccia che il Comune di Milano ha presentato al governo per poter ottenere i finanziamenti necessari alla bonifica del territorio. Ciò che ha spinto i cittadini a riunirsi è stata la poca trasparenza adottata dall’amministrazione nel presentare il progetto. Perfino i consiglieri di zona non ne erano a conoscenza, nonostante l’importanza che esso rappresenta.
Le analisi del suolo. Come racconta comitato, il Comune ha dato il nulla osta alla sbancamento di un primo lotto, grande un decimo di tutta l’area. Lo strato superficiale di terreno verrebbe dunque eliminato e con esso gli arbusti e gli alberi presenti. La decisione è arrivata dopo le analisi commissionate da Palazzo Marino che parlavano di una contaminazione generalizzata dell’area. Una conclusione che il comitato contesta. “Noi del comitato ci siamo opposti a questo tipo di analisi. Sono state infatti effettuate delle rilevazioni prelevando un metro di terreno e facendo una media degli inquinati presenti al suo interno. La legge parla invece di un rilevamento fatto decimetro per decimetro, in questo modo si può capire se l’inquinamento interessa la parte superficiale o quella inferiore del suolo. Nel secondo caso non servirebbe un intervento così massivo e si potrebbe quindi lasciare la vegetazione già presente, risparmiando anche molti soldi”, spiega Francesca Grazzini, membra del comitato La Goccia.
La bonifica “dolce” e il riutilizzo delle aree dismesse. Nel caso di contaminazione, aggiunge “ chiediamo invece di prendere in esame le tecniche adottate in molti paesi europei a partire dalla Germania: la cosiddetta bonifica dolce fatta con arbusti ed enzimi che ha un impatto molto minore sul suolo”, spiega. Se lì viene utilizzata con successo, si chiedono dal comitato, perché usarle anche qui? Inoltre, in merito alla possibile costruzione di edifici ad uso del quartiere come compensazione per la vendita delle aree, i cittadini di Bovisa spiegano che “nella zona ci sono già tantissimi edifici dismessi, anche all’interno della stessa Goccia, che potrebbero essere recuperati e riutilizzati senza aumentare il consumo di suolo”.
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Comitato La Goccia FB