di MOWA
Nel mondo della “sinistra” odierna, ormai, se ne vedono di tutti i colori.
L’ultima (forse!) in ordine di tempo è stata quella di vedere un promettente politico toscano, Pilade Cantini, patito del canto (oddio! non che fosse proprio un Pavarotti) agire come molti artisti per i generi musicali, e passare da una formazione politica ad un’altra.
Lo strabiliante di tutto ciò è che questa formazione politica sia completamente differente da quella d’origine.
E per l’esattezza lo si è visto passare da un partito come Rifondazione Comunista (opposizione al PD) a lavorare per il leader maximo del PD: Matteo Renzi.
Sia ben chiaro, solo gli stolti, non cambiano mai idea ma qui nella scelta siamo passati dal giorno alla notte, il cambio dovrebbe essere frutto di elaborazioni teoriche ed, invece… Puf!
È stata sufficiente una proposta per due (sì, perché la scelta è valida, anche, per la moglie) per entrare nel “cerchio magico” di Renzi e rinnegare tutto il passato.
Non sappiamo, in verità, se qualche compagno toscano abbia mai chiesto agli interessati se fosse “tutto a posto”.
Ci si chiede anche se, l’ex-assessore toscano di Rifondazione, percepisse, ancora, le differenze politiche tra Rifondazione e PD, o, se ci siano, poi, mai state, per lui, ‘ste differenze con il PD visto il così facile travaso di simbolo.
Ai più è sembrato che l’inossidabile politico “granitico e tutto d’un pezzo ” come ci è sempre apparso, anche nella band musicale, si sia frantumato contro i poteri forti (contro cui si batteva) Rifondazione Comunista in Toscana… dimostrandosi quindi, un alito di vento!
Che il ruggito dell’ex-assessore toscano di Rifondazione contro il “potere” si sia trasformato in un misero miagolio tanto da unirsi al coro del vincente lo si è constatato in un battibaleno.
Quello che non sappiamo è se, per aver a bordo del carrozzone di Renzi l’ex-assessore toscano di Rifondazione, sia stato sufficiente fargli qualche complimento o se, invece, costui nel suo intimo abbia sempre avuto un comportamento classico da Editto di Franceschiello, quel comportamento che veniva tenuto in occasione di visite delle alte autorità del Regno, e «agitarsi a vuoto, fare confusione, anche per attrarre la benevola attenzione dei superiori» […] «All’ordine “facite ammuina” tutti chilli che stanno a prora, vann’ a poppa e chill che stann’ a poppa vann’ a prora; chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta; tutti chilli che stanno abbascio vann’ coppa e chili che stanno ‘ncoppa vann’ abbascio; chi nun tiene nient’a ffa, s’aremeni a ’cca e a ‘lla».
In italiano: «All’ordine “facite ammuina” tutti coloro che sono a prua vadano a poppa e quelli che sono a poppa vadano a prua; quelli che sono a dritta vadano babordo e quelli che stanno a babordo vadano a dritta; tutti quelli che sono sottocoperta salgano sul ponte e quelli che sono sul ponte scendano sottocoperta; chi non ha nulla da fare, si agiti di qua e di là».
La politica, come la musica, si sa, da buoni risultati se i componenti sono bravi a farla e se, soprattutto, lavorano in sincrono.
La musica, d’altro canto, come la politica, può essere “intonata”, su note più o meno gravi ed essere compresa, solo, se i protagonisti si fanno capire altrimenti c’è il rischio che prendano delle stecche non facendo capire i passaggi.
Ma nell’ambito musicale una stecca la si può perdonare, in politica assolutamente no!
Difatti, se si commette un errore politico, anche di sottovalutazione (ad esempio nella scuola) si potrebbero avere ripercussioni negative sulle future generazioni e, conseguentemente, per il complesso sistema Paese. Ma l’Italia dei rampanti, che tentano di rimediare alle gaffe dei pessimi politici stando sul filo del malcostume, è maestra ed è stato dimostrato, compiutamente, pochi giorni fa.
Infatti, tutti rammentiamo la spiacevole esperienza vissuta da stimati professionisti della comunicazione a seguito della trasmissione “La nostra scuola” a “Presa diretta”, di Iacona, che ha fatto scattare l’allarme rosso su Twitter dei renziani che hanno prodotto scritte atte a delegittimare la serietà degli autori del servizio.
E a proposito di scuola l’ex-assessore toscano di Rifondazione che posizione assume oggi?
Quella di quando era nel suo precedente partito e quindi di non privare la scuola pubblica di buoni programmi e fondi economici per poter funzionare o quella dei renziani che la rende quasi sterile e anti-dialogica come criticato nella trasmissione di Iacona?
Ora, cosa dice, l’ex-assessore toscano di Rifondazione, sul dominio o l’egemonia della borghesia capitalistica, sulla lotta di classe, sulla formazione di un partito comunista che riallacci e rilanci le strategie di lotta del movimento operaio e democratico e dei comunisti?
Cosa pensa, oggi, l’ex-assessore toscano di Rifondazione rispetto alla manipolazione della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza partigiana, da parte dell’attuale Governo?
Come valuta, oggi, l’ex-assessore toscano di Rifondazione la dicotomia interna alla borghesia (maggioranza-minoranza) che taglia fuori pezzi consistenti di base sociale dalle elezioni politiche?
Visto che l’ex-assessore toscano di Rifondazione ha fatto la scelta di entrare nel “cerchio magico” di Renzi, quale borghesia predilige ora?
La borghesia euro-atlantica di Renzi?
Quella occidentale o orientale?
Quella dell’Est o del Medio-oriente?
Tutte borghesie che hanno, comunque, come comun denominatore il presidenzialismo o similari e che nulla hanno da spartire con la nostra Costituzione.
Si perché un po’ di confusione non manca all’ex-assessore toscano di Rifondazione al punto di fluttuare tra simpatie per Marco Rizzo [vedi foto sotto] con scrivere libri e di rivolgersi, per la pubblicazione, prima alla Jaka Book, notoriamente di Comunione e Liberazione, e poi, per il suo ultimo capolavoro letterario, dal titolo decisamente impegnativo di “Piazza rossa – La provincia Toscana ai tempi dell’URSS”, alla Eclettica Edizioni, marcatamente di destra, che ha tra gli altri pubblicato diversi libri su movimenti reazionari che propugnavano l’unione e il superamento tra destra e sinistra come: “Fronte della Gioventù – La destra che sognava la rivoluzione la storia mai raccontata”di Alessandro Amorese, “Radio Alternative – La destra che comunicava via etere” di Alessandro Alberti, “Giorgio Almirante – L’italiano d’Italia”…
Si ha l’impressione (ci venga concesso) che continuare a cantare il motivetto della canzone della sua band, gli Aeroflot feat Collettivo Radio Mosca, “Quanto grano, quanto grano – che mi struscio nella mano… c’entrerebbe in una chiesa… fino in cima al campanile” lo abbia convinto di ciò che cantava. Ma, soprattutto, nessuno del suo complesso musicale si sarebbe mai aspettato o immaginato, da parte sua, una diversa interpretazione del termine “grano” e, men che meno, che lui finisse proprio in chiesa…
Questo, proprio, no!
Sarebbe stato più opportuno, visto come si sono svolte le cose e dove ha riparato politicamente, che l’ex-assessore toscano, cantasse una vecchia canzone del 1967 del suo omonimo Lorenzo Pilat in arte Pilade – “La legge del menga.” che ritornella “Lei che ride e non sa che la vita è questa qua, oggi può toccare a Lei e domani… ancora a Lei …” perché più veritiera, purtroppo, su come hanno contato nella sua scelta di vita i suoi precedenti compagni.