NO: stabilizzarli e difenderli integralmente
di Angelo Ruggeri
Reprint-articolo del “Mov. Naz. Antifascista per la difesa integrale di valori economico sociali della Costituzione“, messo da noi sul sito de “il Fatto Quotidiano” (che si rifiutava di pubblicare le nostre denunce-articoli), che già solo nella prima ora è stato ripreso e rilanciato ad altri da ben 625 “lettori“.
Gli “asinistra” marciatori a favore di Syriza e della Grecia (e va bene) ma non anche per la democrazia sociale della Costituzione sono come gli antistaminici equilibratori del sistema: fanno bene da una parte e male dall’altra, ma servono ad equilibrare il sistema capitalistico e ad aiutarlo ad andare di corpo, ogni tanto.
Altrimenti sarebbe come un corpo fisiologicamente bloccato, incapace di “ricambio”.
Se non marciate anche “per la difesa integrale della Costituzione” e quindi “per la stabilizzazione dei suoi valori economico-sociali” contenuti solo nella nostra Costituzione (e non in quella greca), senza battersi per stabilizzare tali valori economico-sociali, allora, VOI per quale politica economico-sociale di Syriza e dell’Europa marciate?
La risposta é semplice.
In realtà SIETE contro una fazione del capitale e a favore di un’altra fazione del capitale, contro una politica economica capitalistica a favore di un’altra politica economica capitalistica.
Contro un “capitalismo” ma per e al servizio di una altro “capitalismo” (sempre e comunque).
Dichiarandovi “radicali” e “alternativi” siete “radicali” e “alternativi” di che e a che cosa?
Semplice: VOI siete per una “RADICALE” alternativa capitalista al capitalismo, cioè siete un ossimero proto-capitalistico.
Anzi, come ben sa la borghesia capitalistica e lo stato liberale, alternare le politiche economiche-sociali capitalistiche è indispensabile (a questo serve il bipartitismo USA ad esempio: un po’ di anni di restrittiva durezza liberista repubblicana e un po’- ma sempre meno – di “allargamento” e “assistenzialismo” sociale (mantenendo sempre e comunque l’assistenzialismo alle imprese).
Altrimenti il sistema subirebbe un blocco fisiologico, sarebbe come un corpo che non va mai di corpo.
Voi in realtà , dal momento chenon marciate anche per i valori economico-sociali della NOSTRA COSTITUZIONE, marciate si contro l’attuale politica economico-sociale del capitalismo finanziario euro-atlantico ma per sostituirla con un altra politica economico-sociale capitalistica del capitale finanziario ed imperialista euro-atlantico.
Del resto, ecco perché vi si trova, tra voi, anche, persino un Ferrero che da bravo equilibratore del sistema se la prende solo con la Germania, come se quello francese o di altri Paesi fosse meglio!
Come se il dominio del capitalismo finanziario che sappiamo essere fautore e protagonista dell’imperialismo e delle guerre, fosse solo quello tedesco e non anche di tutti gli Stati e Paesi del Centro, del Nord, del Sud, dell’Est e del’Ovest dell”Europa atlantica: anzi del “blocco storico atlantico” (che i vari Ferrero non sanno più riconoscere avendo buttato nel cestino Gramsci, considerato da molti dei marciatori pro-Syriza, alla stregua di un “cane morto”, come al tempo dicevano Craxi e i “funzionalisti“.
VOI siete contro una fazione del capitalismo ma al servizio di un’altra fazione del capitalismo esuro-atlantico dominato dagli USA.
E lo sarete sempre, fino a quando non chiarirete e non marcerete per la DIFESA E INTEGRALE STABILIZZAZIONE DEI VALORI ECONOMICO-SOCIALI DELLA NOSTRA COSTITUZIONE.
E a conferma di questo, c’è tra voi un tale Ferrero che ancora deve rispondere del tradimento di RC rispetto il voto del popolo italiano del 2006, il cui NO, contemporaneamente diretto sia contro le smanie neo-autoritarie del centro-destra che centro-sinistra sia della “asinistra”, ha rilegittimato la Costituzione del ’48. Seppe cioè – pur se lasciato da solo – respingere la revisione costituzionale in senso autoritario proposta dal centro-destra di Berlusconi: revisionismo che però RC ha subito, immediatamente, rilanciato nel 2007 con lo stesso segno autoritario belusconiano, col disegno di legge revisionista di RC a firma dei Russo Franco e Spena e Mascia, poi sottoscritto anche dai fascisti e da tutto l’arco anti-costituzionale e votato e approvato dalla Camera: anticipatore e prototipo dell’attuale autoritario revisionismo costituzionale renzusconiano che si avvale del revisionismo tacito dei revisionisti di RC..
Insomma, mancando una lotta o almeno una pari “marcia” contro l’attuale politica economica capitalistica, volete infingardamente – e nello stato di confusione di massa che avete contribuito a creare da vent’anni – sostituire alla politica economico-sociale del capitale ancora con un altra politica-economica del capitale anch’essa appartenente ai canoni economico politici e della teoria pure dell’economia e dello stato liberale, che ha molte, varie e diverse specie di politiche economico-sociali capitalistiche. Solo chi è intellettualmente e politicamente “poveretto” come i vari Ferrero, non lo sanno ( o forse, peggio ancora, il Ferrero lo sa perché glielo lo hanno detto nelle stive degli apparati ideologici in cui l’hanno allevato).
Reprint, non solo ma in particolare per gli “asinistra” marciatori a favore di Syriza e della Grecia (e va bene) – tra cui magari ci sono anche i deputati fuggiti dall’Aula parlamentare come fece nel 1924 l’opposizione liberale – ma non anche per la democrazia sociale della Costituzione.
Anzi, siamo certi che mai e nemmeno lontanamente ci hanno pensato di marciare per la difesa integrale della Costituzione e quindi per la stabilizzazione dei suoi valori economico-sociali contenuti solo nella nostra Costituzione (e non anche in quelli a Greca), senza i quali per quale politica economico-sociale marciate? Contro l’attuale politica economica capitalistica, per sostituire alla politica economico-sociale del capitale con un altra pur se diversa politica-economica del capitale, appartenente ai canoni economica politica e della teoria pure dell’economia e dello stato liberale che ha molte, varie e diverse specie di politiche economico-sociali capitalistiche.
Riforme: vogliono rottamare anche i diritti sociali della Costituzione?
A proposito delle riforme istituzionali sequestrate dal governo Renzi, ci sembra che la denuncia di deviazione autoritaria imposta a tappe forzate e sulla base di patti segreti, trascuri fin qui l’attacco specifico alla democrazia economico sociale in ogni suo punto. La nostra passata esperienza sindacale e politica, ci ha da subito indotti ad allargare la discussione in corso – anche quella sintetizzata nei 10 punti del Fatto Quotidiano – concentrandoci sulla prevalenza che nella “riforma” vengono ad assumere gli interessi dei vari gruppi economico-finanziari, anche a fronte della crisi del sindacato e della sinistra e al contemporaneo affievolirsi di un impegno politico-culturale rivolto ad un fiducioso coinvolgimento di massa.
Nella trasformazione del Senato in una non elettiva “Assemblea di notabili” è implicita la riduzione dell’autonomia delle forze politiche del Parlamento, con tanto di restrizione del governo parlamentare posto alla base della concezione integrale della nostra Carta per assicurare l’interdipendenza tra principi fondamentali e la garanzia dei diritti civili politici-economici-sociali. Di conseguenza, deriva la minor efficacia dell’autonomia delle forze organizzate sindacalmente, il cui pluralismo unitario ha avuto alle spalle il principio di “proporzionalità” previsto nell’articolo 39: che rapporto avranno le organizzazioni dei lavoratori con istituzioni rappresentative di seconda nomina o largamente designate? Prevarranno sindacati surrogati dai leader, in una democrazia delle elites in cui la rappresentanza va dall’alto in basso, con un ulteriore colpo alla sovranità popolare.
La Costituzione è un tutto organico e i suoi organi sono espressi in funzione dei principi fondamentali contenuti nella sua prima parte, che assicura quei diritti e poteri civili – politici – economici e sociali irrefutabilmente connessi tra loro, cui corrisponde la democrazia nei luoghi di lavoro, la piena rappresentanza in parlamento e la forma di governo parlamentare. Gli sbarramenti elettorali, l’attacco al Senato e la sua non eleggibilità, la designazione dall’alto dei deputati, l’occhiolino al presidenzialismo, la leggerezza con cui Renzi vorrebbe rottamare anche lo Statuto dei Lavoratori, sono tutti volti a ridurre gli spazi della democrazia rappresentativa di una società complessa. Il pretesto contemplato dai disegni in atto nell’Ue di abolire il bicameralismo “eguale” come causa di “lentocrazia”, contribuisce ad emarginare il potere costituzionale del lavoro, accodandosi ai moniti di Draghi, che sollecita “revisioni istituzionali” – sempre sulla pelle dei lavoratori e dei pensionati – a copertura e rinvio di riforme di economia sgradite a industriali e banchieri.
“Lo vuole la Ue” si dice. Ma la Ue sta adottando ricette così paradossali, da chiedere di contabilizzare nel Pil le attività illegali (prostituzione, commercio di stupefacenti, commercio di armi, tratta di organi) senza valutare che si stanno investendo aspetti sostanziali della convivenza. No representation without taxation non vale più! E converrà chiudere un occhio su queste attività pur di stare all’interno dei parametri imposti dalla Ue, dato che il denaro non ha odore…
La crisi è devastante anche nei valori e noi sentiamo il bisogno del rilancio degli obbiettivi “emancipatori”, di una società guidata dai principi di democrazia economico-sociale. Per ciò, va riaperto il dialogo con istituzioni promosse dal basso, con rappresentanze democratiche della società in sostituzione delle lobby (e qui la democrazia nei luoghi di lavoro riprende tutta alla sua essenzialità) e, con spirito innovatore, anche con quelle correnti di ceto medio vittime anch’esse della artificiosa distinzione tra diritti sociali e diritti individuali, pagati duramente dai lavoratori.
Vorremmo ricordare che nella legge di “revisione” è già stata introdotta di soppiatto l’alterazione della forma di governo parlamentare, sia mediante il “monocameralismo” sia mediante il ricorso ad un metodo discriminatorio tra governo e parlamento. Infatti, nel silenzio omertoso di quanti dicono di essere contro la “deriva autoritaria” – media, opinionisti e tanti giuristi, al rigo 27 dell’art. 12 come suggerito da Salvatore d’Albergo – si è assegnato al governo e al suo “capo”, il potere di chiedere alla Camera , di deliberare che un disegno di legge, indicato come essenziale per l’attuazione del programma di governo, sia iscritto con priorità’ all’o.d.g e sottoposto alla votazione finale entro 60 giorni dalla richiesta (come fosse un “decreto”).
Tutto ciò deve risultare chiaro, ma è reso incomprensibile in uno scontro tra governo e opposizione in cui non ci si batte per la difesa integrale dei valori sociali della Costituzione democratica antifascista, ma ci si ostina a invischiarsi in artifici giuridici, pur di eludere il fatto che la Carta è nata come patto unitario, in base ad una concezione integrale per l’interdipendenza tra principi fondamentali e l’esercizio non solo dei diritti civili, ma anche di quelli economici e sociali, continuamente messi in discussione dai poteri forti che puntano ad esautorare la funzione di rappresentanza dei cittadini nel Parlamento.
a cura di Mario Agostinelli e Angelo Ruggeri (Mov. Ant. Naz. Difesa e Rilancio della Costituzione e appartenenti al “Comitato dei 100 più 100″ promotori del documento “per la stabilizzazione dei valori sociali e la difesa integrale della Costituzione di democrazia-economico-sociale-
26 agosto 2014