Antonio Gramsci intellettuale, rivoluzionario, fondatore e dirigente del Partito Comunista Italiano.
Il procuratore Isgrò del tribunale fascista che lo condannò, innocente, a vent’anni di carcere sentenziò: “per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare”.
Il fascismo, con l’isolamento e le sofferenze del carcere, devastò il suo corpo ma non riuscì a spegnere il suo cervello, non riuscì ad impedirgli di pensare, di scrivere, di far politica nemmeno con la violenza della detenzione.
Dagli scritti giovanili alle pagine dell’Ordine Nuovo, dagli articoli su l’Unità, da lui fondata, alle tesi di Lione per arrivare alle Lettere e i Quaderni dal carcere, tutta la sua elaborazione rivela la grandezza dell’uomo, del politico, del militante comunista e rivoluzionario, ancora oggi l’intellettuale italiano più studiato nel mondo.
Pensiamo che riscoprire l’originalità e la carica rivoluzionaria del pensiero di Gramsci sia imprescindibile per chiunque, ancora oggi, ritenga necessario organizzarsi e lottare contro il capitalismo, per la trasformazione in senso socialista della società.
In questo ciclo di tre incontri di introduzione al pensiero di Gramsci, abbiamo deciso di partire da un approfondimento di uno dei pilastri dell’elaborazione gramsciana: la teoria dell’egemonia, soffermandoci, in particolare, su alcuni nodi teorici fondamentali:
– Il concetto di egemonia in Lenin: l’iniziativa del soggetto rivoluzionario, il Partito
– Gramsci e la “Rivoluzione d’Ottobre”
– L’Ordine Nuovo
– I Quaderni del carcere: gli intellettuali e il blocco storico; la cultura delle classi subalterne; il concetto di rivoluzione passiva; guerra di posizione e guerra di movimento
– Gramsci e Marx: la filosofia della prassi, il rapporto fra essere e pensiero
Vi aspettiamo!
“Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza.
Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo.
Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza“.
A. Gramsci, 1°maggio 1919