… “ War Class Act dei padroni contro la classe lavoratrice ”
ferie regalate: ovvero come i padroni fanno i “buoni” con il culo degli operai.
di mommorosso comunista
Di Jobs Act e della recente approvazione dei decreti attuativi in merito alle cosiddette “tutele crescenti”, meglio definibili come licenziamento libero da parte dei padroni, senza alcuna giustificazione e con solo un misero indennizzo, si è scritto molto, e molto è stato anche riportato da ISKRAE.EU.
Ulteriori analisi “marxiste” della nuova legge sono possibili e doverose da parte di chi lavora per la ricostruzione del Partito Comunista; restiamo dunque sintonizzati.
Spulciando tra le pieghe della legge delega Jobs Act approvata i primi di dicembre del 2014 e del quale qui si riporta una sintesi fatta dalla CGIL:
http://www.coordinamentorsu.it/doc/altri2014/2014_1210_jobs_cgil.pdf
Al capitolo “delega in materia di tutela conciliazione delle esigenze di cura, di vita e lavoro”, comma 9, lettera e (la delega del Jobs Act è un unico articolo), troviamo questa delega (i cui decreti attuativi sono ancora da realizzare e dunque da approvare):
“eventuale riconoscimento, compatibilmente con il diritto ai riposi settimanali ed alle ferie annuali retribuite, della possibilità di cessione fra lavoratori dipendenti dello stesso datore di lavoro di tutti o parte dei giorni di riposo aggiuntivi spettanti in base al contratto collettivo nazionale in favore del lavoratore genitore di figlio minore che necessita di presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di salute”
Avete letto bene, i dipendenti (pubblici o privati) potranno “donare” le proprie ferie ad altri dipendenti che hanno un figlio gravemente e\o costantemente malato; sinora questi sfortunati dipendenti potevano ricorrere “solo” ai diritti personali previsti dal nostro “welfare” e specificati nei vari contratti: legge 104 (permessi di assentarsi per chi ha un parente gravemente malato da accudire, solitamente 3 giorni al mese), permessi vari, aspettativa, malattia (reale quando si cura costantemente una persona portatrice di handicap, spesso chi cura il malato si stanca tanto da ammalarsi anch’esso), etc.
I nostri “cari” borghesi, con il loro vero ed unico partito che è la Massoneria nelle sue varie declinazioni, cosa hanno ben pensato per scaricare ulteriormente sul proletariato i costi del cosiddetto “stato sociale”?
Hanno velocemente riciclato un’idea già sperimentata in Francia (altra nazione con una fortissima presenza della Massoneria):
E’ vero che si tratterebbe dei giorni aggiuntivi previsti dai singoli contratti (es. “recupero festività soppresse”), e non delle ferie costituzionalmente garantite, dunque sono quelle ferie o riposi a cui un lavoratore può da sempre rinunciare per monetizzarle, ma pur sempre di ferie si tratta e, in questo caso, anche di possibile salario diretto se opportunamente trasformato.
Dunque il cerchio si chiude: prima si attacca ferocemente il pubblico impiego per molto tempo al fine di delegittimarne le funzioni svolte, per poi trasferire quelle più profittevoli al settore privato senza praticamente alcuna opposizione. Con la spesa sociale più leggera e le maggiori funzioni svolte dai privati (es. sanità privata) aumentano i profitti dei borghesi (diretti e indiretti per le minori imposte a loro chieste); contemporaneamente diminuiscono considerevolmente i benefici sociali per la classe sfruttata che è costretta a curarsi o farsi assistere direttamente dai padroni pagando, o al limite a non curarsi affatto.
Per noi marxisti i benefici sanitari pubblici e gratuiti, i permessi per curare i parenti ammalati, etc., non sono ascrivibili a privilegio concesso a “vacche grasse”, ma si chiamano salario indiretto per distinguerlo dalla cosiddetta busta paga, e fa parte del salario sociale, quindi è salario a tutti gli effetti, è quanto la classe padronale ci deve per la nostra dignitosa sopravvivenza e riproduzione.
Se ci pagassero quanto pagano Marchionne o qualunque altro “servo” ricco della borghesia, allora potremmo rinunciare a ferie, legge 104, permessi vari; potremmo pagarci tutte le badanti e colf di cui avremmo bisogno per ogni evenienza negativa ci dovesse capitare, come appunto avere un figlio gravemente malato da accudire. Ma…. a quel punto non dovremmo neanche recarci a timbrare il cartellino, avremmo anche tutto il tempo necessario per divertirci, come fanno da sempre i masso-borghesi.
Cedere giorni\ore di ferie\riposi\permessi vuol dire cedere parte del salario sociale, in quanto appellandosi ad una logica solidaristica tra lavoratori si riducono tutte quelle tutele che dovrebbero essere fornite dal padronato a chi ha basso reddito, a integrazione dello stesso; con la cessione di queste si aumenta invece la produttività: il lavoratore sano lavora al posto di quello malato o con scarso rendimento, si ottiene maggiore pluslavoro da chi è ancora efficiente, lo sfruttamento aumenta!
Aumentano anche la competizione tra i lavoratori e la divisione tra gli stessi, questa volta mascherate da buonismo borghese, tanto caro alle varie chiese oltre che ai padroni; vi potete immaginare come il lavoratore che regala giorni di ferie ad un altro bisognoso venga etichettato come “buono” all’interno della propria azienda. Viceversa chi, pur potendo non lo fa, rischia di finire nel novero dei “cattivi” e potrebbe esser anche sottoposto, soprattutto se non è nelle grazie della dirigenza, a pressioni di varia natura, generando così in lui un profondo senso di colpa.
Questo aumenta la concorrenza tra lavoratori e, come sempre, lo sfruttamento correlato.
In tal modo i padroni appaiono, nel multiforme mondo multi-mediale da loro creato e diretto, come buoni. Fanno, come sempre, beneficenza per pulirsi la coscienza…. con il culo degli operai, aggiungiamo noi comunisti!
Pensate che, stante l’attuale situazione politica\sindacale in Italia qualcuno si opporrà all’attuazione di un tale scellerato decreto che consente di regalare il proprio salario (sotto forma di ferie\permessi) ad un altro lavoratore? Io credo di no.
Osservate infine la genesi italiana di questa “brillante” idea, subito sostenuta dai sindacati confederali compiacenti, che da tempo hanno rinunciato ad una seppur minima rappresentanza di classe, e divulgata da media e giornali conformi al pensiero unico dominante:
Proprio così, è una trovata fatta nelle provincia di Pisa, dunque nella regione Toscana ex-rossa; dove governò per tanto tempo il PCI; ora, nella provincia di Pisa, dominata da un PD estremamente liberale, si sperimentano molte delle alchimie “destroidi” da generalizzare poi nel resto d’Italia (ad es. si veda la legge elettorale regionale toscana), spacciandole per pratiche di “buon governo” e, in questo caso, di solidarietà da “cittadinanza attiva”, che tristezza!
Solo il riappropriarci di una coscienza di classe potrà, mediante un adeguato strumento di rappresentanza degli interessi dell’intera classe sfruttata a livello politico e sindacale, porci nelle condizioni di chiedere, come punto di un programma minimo, il ripristino dell’interezza del salario sociale a noi dovuto come operai (intellettuali e non, senza distinzione), che ora purtroppo ci stanno progressivamente togliendo: sanità pubblica gratuita di qualità per tutti, istruzione pubblica gratuita di qualità per tutti, trasporti pubblici gratuiti o a prezzi popolari, permessi ampiamente sufficienti per assistere i nostri cari, integrazione sufficiente del salario diretto quando in casa del lavoratore vi è un malato, ferie sufficienti per il pieno recupero psico-fisico del lavoratore, pieno diritto allo studio quando si lavora, reale diritto alla casa, etc.
Tutti questi diritti dovrebbero essere distinti e separati per godimento o modalità di fruizione, e non alternativi o, peggio ancora, sostitutivi nella differente tipologia o finalità.
Saluti Comunisti
mommorosso