Redazione
Più di cento firmatari in meno di 24 ore per il testo diffuso dall’Arci etnea per manifestare solidarietà ai due giornalisti della nostra testata querelati per aver raccontato della sosta del cereo degli ortofrutticoli a pochi passi dalla casa di un presunto boss. «La difesa della libertà di stampa riguarda i giornalisti ma ancor di più la democrazia»
«Se al racconto di un fatto scomodo corrisponde una denuncia, per Catania si prospettano tempi ancora più bui». Comincia così l’appello lanciato dall’Arci etnea per esprimere solidarietà ai due giornalisti di MeridioNews, Luisa Santangelo e Dario De Luca, dopo la querela ricevuta per aver raccontato l’insolita sosta della candelora degli ortofrutticoli a pochi passi dalla casa del presunto boss del clan Cappello Massimiliano Salvo, durante le ultime festività agatine. La denuncia, secondo i più di cento firmatari in meno di 24 ore, «pone con urgenza il problema della libertà di stampa in una città che storicamente ha vissuto sotto un monopolio dell’informazione e che ha visto sempre isolati, squattrinati, minacciati e anche uccisi i giornalisti più coraggiosi».
«La difesa della libertà di stampa riguarda i giornalisti ma ancor di più la democrazia e ogni singolo cittadino. Per questo invitiamo i catanesi e le catanesi a confrontarsi pubblicamente sul tema delle pressioni rivolte alla stampa locale ed esprimere solidarietà ai giornalisti di MeridioNews e di tutte quelle testate che ogni anno ricevono querele per aver pubblicato il racconto di realtà scomode», continua l’appello. Firmato da associazioni, gruppi e singoli cittadini. Alcuni dei quali avevano già manifestato vicinanza alla nostra testata con messaggi e comunicati.
La lista dei firmatari si allunga di ora in ora. Per unirsi, è possibile firmare aggiungendo il proprio nome o quello del proprio gruppo in calce all’appello. «Vogliamo che le istituzioni facciano chiarezza su ciò che è avvenuto il 4 febbraio», conclude il testo. Dove si chiede, come gesto concreto, il ritiro della denuncia a carico dei due cronisti. I quali, intanto, verranno interrogati martedì 31 marzo dalla polizia giudiziaria, su mandato della procura della Repubblica di Catania.