Il presidente boliviano, Evo Morales, ha inviato una lettera al leder storico della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro, per ringraziarlo a nome del suo popolo per la solidarietà con il diritto d’accesso al mare con sovranità.
La lettera è la risposta a quella inviata sabato scorso da Fidel Castro al presidente boliviano nell’ambito della commemorazione del Giorno del Mare.
“Ho ricevuto con enorme felicità la sua lettera del 23, nella quale reitera l’invariabile appoggio suo e del suo popolo al diritto boliviano di riavere le coste del Pacifico con sovranità”, indica il testo di Evo Morales.
“Noi boliviani ci sentiamo onorati da questo gesto solidale al quale ci hanno abituato milioni di uomini e donne che da Cuba lottano instancabilmente per le cause più nobili dell’ umanità”, aggiunge Evo.
“La Bolivia, ricorda il presidente del paese sudamericano, è stata vittima della voracità delle potenze colonialiste dell’imperialismo e del capitalismo, predatrici di popoli e nazioni.
Contro la Bolivia si scatenarono invasioni pianificate e guerre di conquista, appoggiate dal capitale finanziario internazionale che oltre a mutilare di più della metà il nostro territorio, si arricchiscono sino a oggi con il saccheggio delle nostre risorse naturali”, segnala la lettera.
La peggiore delle invasioni è stata la cilena del 1879, vile e indegna di un popolo latinoamericano, che ha privato la Bolivia in maniera crudele e arrogante dell’accesso libero e sovrano al Pacifico da 134 anni.
Nel documento, Evo Morales assicura che il popolo boliviano ha fatto appello a tutte le risorse pacifiche, democratiche e amichevoli per cercare di superare questa storica offesa.
“Nella cornice delle norme internazionali stiamo presentando la nostra legittima domanda alla Corte Internazionale de L’Aia”, aggiunge Evo, assicurando che il popolo boliviano è più unito che mai e riceve la solidarietà e l’appoggio dei governi fraterni, delle organizzazioni sociali, di intellettuali, artisti, parlamentari e altri attori che condannano questa enorme ingiustizia.
“Il nostro migliore omaggio, indica la lettera, a coloro che difesero eroicamente il nostro territorio dall’invasione cilena del 14 febbraio del 1879, è non abbandonare nemmeno un solo minuto questa degna lotta”.
“Fratello Fidel, come lei sa, i popoli dell’America Latina non avranno la pace che sognano, nè la promettente integrazione sino a che non si rimedierà l’ingiustizia che indigna i nostri cittadini e la comunità internazionale”, termina la lettera di Evo Morales, che assicura: “Il paese non merita questo ignominioso destino e per questo l’unità del nostro popolo, così come l’amore di Hugo Chávez per la Bolivia o la fervente passione di Simón Bolívar per la nostra Patria costituiranno la nostra forza irriducibile”. (PL/ Traduzione Granma Int.)