Goethe scrisse che il miglior governo è quello che insegna al popolo a governarsi da sé. Concetto che è stato ampliato e sviluppato politicamente da Marx insieme a Engels e in parte anche praticato con l’esperienza della Comune di Parigi. Per Marx lo Stato borghese (falsamente democratico), che ha il compito di stemperare la lotta di classe dal basso verso l’alto (cioè per reprimere i poveri), deve estinguersi per lasciare spazio all’autogoverno del popolo, inteso come classe lavoratrice, passando attraverso la “fase” della dittatura del proletariato. La quale “dittatura” non è niente di così terribile e abominevole come alcuni vorrebbero far intendere, ma è la semplice sostituzione al potere di una classe dominante (minoritaria): la borghesia (capitalisti e banchieri), con un’altra (maggioritaria) il proletariato, i lavoratori. La poca considerazione storico-sociale che Marx ha per la classe media sta nella constatazione pratica che la cosiddetta classe media è una “meta-classe“, cioè una classe non stabile ma dipendente dai periodi di boom e recessione tipici dell’economia capitalistica, che porta questa meta-classe a svilupparsi o a contrarsi a seconda dello sviluppo economico contingente.
Oggi, ad esempio, stiamo assistendo, in questa fase di crisi, alla “proletarizzazione” del ceto medio.
Una volta che la stragrande maggioranza della popolazione prenderà il potere attraverso una vera e ampia forma di democrazia, bisognerà impedire che l’ex classe dominante (capitalisti e banchieri) riprenda il potere a discapito, nuovamente, della maggioranza (i lavoratori). La dittatura del proletariato serve a questo: a eliminare le differenze di classe. Per questo motivo è una fase transitoria che ha il compito di eliminare la burocrazia, l’esercito e il denaro così da impedire un ritorno al sistema capitalistico. Il lavoro salariato verrà eliminato e l’unica unità di misura del lavoro stesso sarà il tempo. Chi dedicherà parte del suo tempo per la produzione sociale avrà diritto ad acquisire beni e servizi prodotti appunto socialmente nelle necessità della società. Va da sé che una volta eliminato il vile denaro cesserebbero d’incanto lo sfruttamento, il potere dell’uomo sull’uomo, le banche, la corruzione, la criminalità organizzata e tutte le brutture tipiche di questo sistema socio-politico-economico. Il lavoro passerebbe dall’essere schiavitù a mezzo con cui l’uomo estrinseca il meglio di sé, il meglio che ha da dare; in una società superiore. Secondo la formula: <<Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!>> Chi avrebbe la pretesa di ritornare alla vecchia impostazione classista, nella fase della dittatura del proletariato, verrebbe represso allo stesso modo con cui lo Stato borghese oggi reprime chi scende in piazza per la pace, i diritti ed il lavoro. Quindi ci sarebbe un’inversione di tendenza: il popolo vittima diventerebbe, a ragione, “carnefice” per impedire che venga sottomesso di nuovo. L’umanità avrà futuro solo se si organizzerà in una società comunista, senza Stato e senza classi, altrimenti andrà incontro alla sua estinzione o peggio al ritorno ad una condizione “ferina“.
Oggi infatti assistiamo ad un imbruttimento della società a tutti i suoi livelli. La democrazia borghese si riduce a garantire all’abilità perversa di imprenditori politici, di lobbisti senza scrupoli, ed è il miglior sistema per assicurare che uomini pericolosi riescano ad arrivare al governo a discapito della collettività.
Cosa c’è di moderno in questo stato di cose? Cosa si sta facendo per elevare l’umanità materialmente e moralmente?
Stiamo assistendo ad un immane disastro in nome dell’arricchimento personale: medici distruggono la salute, le scuole distruggono il sapere, il Diritto distrugge la giustizia, i governi distruggono la libertà, il giornalismo distrugge l’informazione, la religione distrugge la morale, e le banche distruggono l’economia.
Cosa c’è di progresso in tutto questo?
La vera utopia non è pretendere un mondo migliore, senza distinzioni di classe, ma pensare che una società che va verso lo sfacelo continui ancora a perpetuarsi.
Saluti comunisti
Domenico Marino
Sezione comunista Gramsci-Berlinguer di Pisa