Il contruibuto russo alla vittoria sul nazismo e quelli che usano l’attualità politica contro la storia
Il 70/o anniversario della vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale e una colossale parata miliare. Fine della Seconda Guerra Mondiale e inizio ufficiale delle Seconda Guerra Fredda. La maggior parte dei leader occidentali Nato ha declinato l’invito del Cremlino a causa della crisi ucraina.
di Ennio Remondino
Il cattivo da punire
Vladimir Putin è il cattivo da punire, da umiliare, a prescindere dei milioni di russi morti nella ‘Guerra patriottica’ contro il nazismo. Il personaggio non è certo comodo e non ha fame di eccessiva pratica democratica. Ma qualche idea sulla democrazia ce l’ha. Ad esempio oggi, sulla piazza Rossa ha denunciato ‘i tentativi di creare un mondo unipolare’. Il bersaglio evidente, gli Stati Uniti. ‘Negli ultimi decenni -ha insistito Putin- i principi base della cooperazione internazionale sono stati ignorati sempre più spesso’. Esempio, i colpi di Stati ‘buoni’ (Ucraina, Egitto) e rivoluzioni ‘cattive’.
Putin pensiero
Lettera dell’11 settembre 2013 inviata da Putin al New York Times dopo le dichiarazioni di Obama sull’eccezionalità degli Stati Uniti: «È estremamente pericoloso incoraggiare i popoli a vedere se stessi come eccezionali… ci sono grandi nazioni e piccole nazioni, ricche e povere, alcune con grandi tradizioni democratiche, altre che cercano ancora la loro strada verso la democrazia. Le loro politiche sono differenti, anche noi siamo tutti differenti, ma quando noi chiediamo la benedizione di Dio non ci dobbiamo dimenticare che Dio ci ha creati tutti uguali». Buon galateo istituzionale.
I popoli e non i Paesi
Ovviamente il presidente russo ha risposto alle vistose assenze sulla piazza Rossa ringraziando «I popoli di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti e gli antifascisti che hanno combattuto in diversi Paesi per il loro contributo alla vittoria sul nazismo». Popoli e non Stati, o capo di Stato. Di cui metà degli invitati erano assenti. Assente sostanzialmente il blocco Nato, una scelta ‘sollecitata’ da Washington. Ma pesano altrettanto i presenti: primo tra loro il presidente cinese Xi Jinping, poi quelli di India, Sudafrica e Cuba e il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon. Ritorno ai ‘blocchi’.
Unione europea e ipocriti
Dell’Unione europea non si ha traccia nelle migliaia di ‘lanci’ da Mosca. O perché non notizia l’Ue, o perché non invitata e quindi non presente una Unione che ha al suo interno significative presenze dei nazisti sconfitti. A metà strada tra l’obbedienza Nato e un po’ di dignità nazionale, i ministri degli Esteri di Italia e Francia, non presenti alla parata, ma con i garofani rissi deposti sulla Tomba del Milite Ignoto, nei Giardini Aleksandrovskij. Più accorta e utilmente opportunista la cancelliera tedesca Angela Merkel che sarà domani a Mosca per la corona di fiori prima di essere ricevuta da Putin.
Gli amici attorno, i nemici a casa, ma soprattutto a questi ultimi è stata destinata l’esibizione di forza militare della Federazione.15mila soldati russi, 1.300 militari stranieri, 200 mezzi corazzati e 143 tra aerei ed elicotteri. La più imponente parata della Russia contemporanea, vetrina dei più moderni mezzi militari russi per prossimi compratori e avvertimento per i ‘non amici’. Vedette il carro armato T-14, costo stimato 7 milioni di euro. Presentati anche i missili balistici intercontinentali Rs-24 Yars Mirv e i missili anticarro Kornet-D e la versione aggiornata del leggendario kalashnikov, l’AK-74M.
9 maggio 2015