di Luigi Grimaldi
E’ l’ora dei “decreti attuativi” del Jobs Act. Un altro sistema subdolo di aggiramento dei diritti dei lavoratori.
Il testo del Jobs Act prosegue il suo percorso verso l’approvazione definitiva e verso l’emanazione dei decreti attuativi della Legge Delega Lavoro. Tra i temi trattati dalla Riforma del Lavoro 2015,c’è il via libera alla “revisione della disciplina dei controlli a distanza, tenendo conto dell’evoluzione tecnologica”.
Le informazioni raccolte dalle imprese attraverso telecamere di sorveglianza, telefoni cellulari, smartphone, tablet, pc portatili, badge, potranno essere usate per controllare a distanza i lavoratori dipendenti. Fino ad oggi era possibile farlo mediante un accordo con i sindacati in modo da prevenire abusi e comportamenti vessatori. Da oggi basterà che il lavoratore sia “informato” dell’esistenza del controllo a distanza. Una disposizione che è indiscutibilmente VIETATA dall’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori e sanzionata anche con la reclusione.
L’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori stabilisce: «È vietato l’uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori. Gli impianti e le apparecchiature di controllo che siano richiesti da esigenze organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro, ma dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori, possono essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna», o, in mancanza di una commissione interna, previa autorizzazione alla Direzione Provinciale del Lavoro competente per territorio.
I diritti dei lavoratori, uno a uno, continuano a essere scardinati. Per non parlare del florilegio di società private di controllo, sicurezza e video sorveglianza che quanto prima nasceranno per fornire alle aziende pacchetti specifici, a norma di legge, super tecnologici. Già perché la differenza tra informazione del lavoratore (sei controllato) e accordo sul tema con i sindacati, sta nella quantità e profondità dei controlli. La rilevanza e la profondità del controllo infatti, con la nuova normativa, sarà una informazione negata ai lavoratori.
Va detto poi che dal gennaio 2005 il Garante della Privacy ha chiarito i termini del divieto d’uso di telefonini per video/foto riprese sui luoghi di lavoro.
Il regolamento sul tema prevede che «soggetti pubblici o privati» possano vietare di utilizzare videofonini in aree o uffici. E questo perché i nuovi cellulari dotati di videocamere, consentono con facilità di registrare fotografie e filmati e diffonderli in tempo reale. Due pesi e due misure. Ingiustizia è fatta!
* Autore televisivo
Scrittore e giornalista