di MOWA
“O frati,” dissi, “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza”.
DANTE, Inferno, Canto 112-120
[“Fratelli miei, che attraverso centomila pericoli siete arrivati a questa “piccola” ultima soglia (le famose colonne d’Ercole) presso l’Occidente; non negate ai nostri sensi quello che rimane da vedere, dietro al sole (dietro all’orizzonte), nel mondo disabitato; considerate la vostra origine: non siete nati per vivere come bruti (come animali), ma per praticare la virtù e apprendere la conoscenza.“]
In un mondo pieno di incertezze e di privazioni dovute, spesso, alla colpa di pochi, ognuno di noi tenta di autoconservarsi con quello che gli capita sottomano.
Per scaricare le tensioni quotidiane, ad esempio, spesso, ci si “aiuta”, rifugiandosi in qualche entità sovrannaturale; o, ancor peggio, in un processo mentale che è simile a quello, inconcludente, dello “scarica barile”, addossando tutte le colpe ad un generico essere umano che si è posto in cima (e di dominio) alla catena distruttiva della natura.
Entrambe le scelte sono, comunque, espressione prevalente del desiderio di un superamento della razionalità scientifica e tecnologica verso una maggior prevalenza di un’esperienza “interiore”. (?)
Un’esperienza “interiore” che porta, spesso, a credere nelle cose più stravaganti (psicopatologicamente da tenere sotto osservazione) come: segni zodiacali, esercizi di rilassamento del corpo spirituale, cartomanzia, ecologismo radicale, animalismo tout court, fiori di Bach… sino ad arrivare agli extra-terrestri. Tutto ciò con lo scopo di dimostrare (sic!) la “valorizzazione di un’energia spirituale di cui i singoli devono diventare portatori consapevoli, riconoscendosi parte di un processo circolare cosmico e superando con ciò ogni divisione tra sé stessi e gli altri, tra il proprio Io e la realtà”… e per una “verità profonda in armonia con il Tutto”. Insomma, per tradurlo nei fatti e in un linguaggio comprensibile a tutti, l’annullamento di sé, come entità, per far spazio ad un qualcosa di indefinito e di non ben identificabile… e che, magari, ci manipoli. Un po’ come successe nel secolo scorso, con la più grande beffa mediatica, quella della celebre versione radiofonica del romanzo La Guerra dei Mondi interpretata da Orson Welles che descrive l’invasione della Terra da parte di extraterrestri provenienti da Marte e che scatenò panico e terrore tra la popolazione.
Queste “culture”, che inducono come passaggio obbligatorio la “purificazione” dell’Io “contaminato con il presente”, arrivano, spesso, a richiedere (ahimè!, senza possibilità di ritorno) una, fantomatica “liberazione” della mente (sic!) rilanciando una visione unitaria dell’uomo e della realtà con il primato dell’esperienza “interiore”. (?!?)
In un paese democratico non ci sono problemi di sorta su cosa credere o meno ma, ad una condizione insindacabile, e cioè che ciò che si professi, non vada a detrimento di altri soggetti, tanto meno, che li si privi della condizione, indiscutibile, del libero arbitrio così come previsto dalle libertà Costituzionali italiane.
Perché se così non fosse si chiamerebbe in diversi modi: irretire, plagiare, circonvenire gli incapaci, ingannare, raggirare …
Se, poi, a gravare ulteriormente su tutto ciò, dovesse esserci uno sfondo che ha ben poco di spirituale e che porta all’arricchimento economico di pochi “prescelti”, capite che non c’è noblesse oblige che tenga sulla giustezza della persecuzione giudiziaria.
Infatti, non sono state poche le organizzazioni che, dietro questi pretesti di “elevazione spirituale” ,hanno avuto a che fare con la legge e, gran parte di loro, quasi sempre per questioni molto materiali come i soldi.
I soldi, da un lato, sono stati lo strumento usato come un grimaldello nei confronti dei seguaci per “spogliarsi”, “liberarsi” delle materialità terrene e, dall’altro, concentrare le ricchezze dei “lasciti, donazioni volontarie” effettuati dai nuovi adepti a chi ricopre incarichi più alti nell’organizzazione “spirituale” promuovente. Non si contano ormai più quante siano le cause legali da parte dei fuoriusciti che rivendicano di ritornare in possesso delle loro proprietà estorte con metodi poco ortodossi, se non, addirittura, “divinamente” fraudolente.
Di fronte a queste ingiustizie una società che si reputa evoluta (al di là del confine geografico) si dovrà pur porre la domanda se non siano da perseguire e, in alcuni casi, da bandire definitivamente coloro che professano queste “fedi”. Non sono, d’altronde, accettabili le scusanti di estraneità ai fatti illeciti che si danno queste organizzazioni coinvolte scaricando, furbescamente, sugli adepti il fatto che hanno danneggiato diverse persone e in modo reiterato.
È, quindi, lecito pensare che se uno Stato (in taluni casi più d’uno) sia arrivato a mettere al bando queste organizzazioni non sia perché è impazzita la loro giurisprudenza ma perché è stata riconosciuta la pericolosità sociale che tali organismi possono arrecare, nel loro complesso, all’intero sistema paese.
Innegabile la sobrietà giuridica di quei paesi (forti del loro patrimonio demo-storico) i quali hanno condannato per la loro pericolosità sociale talune organizzazioni spiritualistiche e che sono da prendere in seria considerazione e da imitare. Un esempio, quindi, da perseguire per altri Stati (Italia compresa) per non ritrovarsi, un domani, ad avere nelle istituzioni figure che mettano a repentaglio le conquiste evolutive sin lì ottenute; onde evitare il rischio di ritrovarsi da una parte verso un nuovo Basso Medioevo pieno di creduloni e dall’altra di approfittatori. Approfittatori che non ammettono di essere parte di quel meccanismo e subdolamente si fanno strada con mezzi che farebbero discutere parecchio.
In un recentissimo convegno, interessanti sono le annotazioni fatte da Simonetta Po che, nella sua relazione dal titolo: “Scientology- Gruppi di facciata, un sistema occulto di reclutamento e tentativi di infiltrazione”, sostiene la pericolosità: “per scuole e comunità che non conoscano gli stretti legami tra CCDU/CCHR e Scientology, e le loro particolari convinzioni dottrinali sull’argomento. Inoltre aprire le porte al CCDU/CCHR espone il pubblico al reale rischio di essere inconsapevolmente e ingannevolmente reclutato tra le file di Scientology.”
Ancor più esplicita, sempre a quel convegno, Usula Caberta, Dirigente del Gruppo di Lavoro presso l’Autorità degli Affari Interni di Amburgo “Impegno dello Stato e psico-mercato, l’esempio di Scientology” che stigmatizza la “pericolosità” di queste organizzazioni verso i singoli e di conseguenza verso gli Stati e sollecita l’intervento di questi ultimi non sulla loro “finta discussione religiosa” ma su cosa siano in realtà e cioè “un’organizzazione commerciale con in mente solo il profitto…”, pericolosa “sia per gli individui che per la società”.
Come non si possano condividere queste ragionate perplessità anche sul versante della salute pubblica…