“Il sedicente funzionario dei Servizi, rivela la dottoressa Tintisona, è il dottor Giuseppe Pandiscia, che nella circostanza ha curato il sopralluogo e la redazione del fascicolo dei rilievi tecnici”
Identificando il funzionario con barba baffi e occhiali Ray-Ban presente sulla scena del crimine in via Fani la mattina del 16 marzo 1978, la dottoressa Tintisona crede di rassicurarci, ma in realtà ci preoccupa di più. Quel funzionario di polizia che sta aiutando il giudice Infelisi sembra un turista capitato per caso in via Fani. Nascosto dietro i suoi occhiali Ray-Ban, ha l’aria di uno che guarda altrove. Dove guarda? Non si capisce, perché non vede le pallottole prese a calci, non degna di un’occhiata il lavoro dei suoi, e non si accorge nemmeno del fatto che l’Alfasud della Digos targata Roma S88162 si posiziona – dopo che la Scientifica ha fatto i suoi rilievi – in modo da coprire cerchi di gesso, cartellini e bossoli evidenziati e numerati dalla sua Scientifica. Il dottor Pandiscia è scientificamente estraneo alla scena che lo circonda: è quindi uno dei maggiori responsabili del caos – un enorme caos ampiamente documentato dalle foto e dai filmati che tutti noi abbiamo sotto gli occhi: fonti aperte e dunque accessibili a chiunque.
Ma c’è di più, dottoressa Tintisona. Colui che “nella circostanza ha curato il sopralluogo e la redazione del fascicolo dei rilievi tecnici”, come dice lei, avrà aiutato il giudice Infelisi a visionare il rotolino di fotografie scattate da un terrazzo di via Fani 109 dal carrozziere Gherardo Nucci, visto che rientrava nei suoi compiti. Quelle foto furono ingrandite, proiettate e perse. Lei che ha accesso agli archivi della polizia scientifica, le recuperi e le mostri alla commissione. Il dottor Pandiscia ne avrà senz’altro fatta conservare una copia: così potremo appurare, per esempio, se quel signore brizzolato che compare di spalle anche nelle fonti aperte è Camillo Guglielmi o il generale Pietro Musumeci. O anche queste foto (che lei potrebbe cercare, lei che è ispettore capo di polizia, negli archivi della polizia scientifica) sono andate perdute causa allagamento? Ma torniamo al sedicente funzionario della polizia scientifica, che Lei assicura essere il dottor Giuseppe Pandiscia. Sembra proprio lui, ed effettivamente la rassomiglianza con l’altro funzionario, il dottor Antonino Wjan, presente a Palermo, deve aver tratto in inganno chi non può usufruire delle foto della Scientifica. Ma Lei che può, le cerchi. Perché vede, da quelle foto mai pervenute alle varie Commissioni Moro e Commissione Stragi si potrebbe capire forse chi c’era, oltre alle Br, in via Fani. E si potrebbe verificare agevolmente che quella menzogna che qualcuno da anni cerca di contrabbandare come verità – che cioè le BR agirono da sole in via Fani – è soltanto una vergognosa menzogna.
Ma di questo parleremo ancora, dottoressa Tintisona. Ce lo chiede l’agente Iozzino, steso a terra con le braccia spalancate come un Cristo, ammazzato da qualcuno che dopo magari ha avuto una gratifica, è stato promosso e si è goduto la pensione. Qualche parastatale del crimine.
(continua)
Le fonti dello staff di iskrae
Wjan Antonino il funzionario a Palermo
Pandiscia Giuseppe il funzionario in via Caetani
Pandiscia Giuseppe il funzionario in via Fani