Da leggere insieme a quest’altro articolo.
MOWA
di Angelo Ruggeri
Dopo il referendum DELIBERATIVO Greco, urgerebbe riprendere ad es. – come il primo lavoro contrario ai referendum specie se deliberativi – gli interventi di Salvatore d’Albergo e del gruppo di lavoro su Istituzioni ed energia, svolti nei seminari di preparazione del libro “nerosubianco”, sulla negatività dei referendum consultivi, proposti allora da Violante, rispetto alla sovranità popolare e negatività rispetto al nesso tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta (che non è la c.d. “democrazia diretta” dei referendum (Sì o No) forma della politica liberale, bensì “democrazia diretta” è la “democrazia sociale-politica”, è la “democrazia di base organizzata”, quotidiana e permanente delle forze sociali, Consigli di fabbrica, di quartiere di Zona, ecc., movimenti vari…ecc., di organismi e associazioni di partecipazione e di potere costante e diretta dal basso, ecc. (recepita e sinteticamente codificata anche che nello Statuto, scritto a Bologna, direttamente in e dalla assemblea della Associazione S. d’Albergo-IL Lavoratore).
Proprio questi furono i temi allora sviscerati – con riferimento e risposte anche rispetto a quanto dice e si chiede Astengo, nel pieno di una campagna referendaria che nel caso doveva “spiegare”, per far capire e distinguere tra i referendum pannelliani-civili-liberali e quelli economico-sociali (tipo scala mobile, nucleare, ecc.) e il rapporto tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa (dopo che per altro il liberal-populismo ha fatto dimeticare la legge il divorzio è stato introdotta dal Parlamento e non dal referendum, istituto che viceversa è stato introdotto dalle destra clericale fascista proprio nell’occasione per e proprio per cancellare la legge sul divorzio introdotta dal Parlamento.
Riattivare la memoria meccanismo sociale della storia è utile, credo, anche per ridurre almeno i tempi di durata di una fase in cui DALL’INTELLETTUALE COLLETTIVO si è passati AL CRETINO COLLETTIVO, che guarda alla Grecia senza capire che “l’Europa è nata proprio per cancellare la democrazia, i popoli e la loro sovranità, e che quindi non può esistere ne la democrazia ne l’Europa dei popoli.
Riamando di qualche giorno (qui ed ora non ho tempo-possibilità) di rispiegare – ma anche altri del Centro potrebbero ben farlo – ciò che come Centro come d’Albergo e in migliaia di mie mail ed articoli di Prealpina, Agora, Indipendenza, ecc. abbiamo spiegato (solo i cretini non ripetono) e il perché Ferrara ha ragione e dice il vero, pur se lui se ne bea e noi al contrarie denunciamo l’operazione Europa del “blocco storico” euro atlantico. Cossiga Picconatore della Costituzione , diceva d’Albergo – dice proprio le stesse cose su quel che veramente è la nostra Carta del 48: solo che proprio per gli stessi mjotivi, Lui la vuole abbattere e noi vogliamo attuarla e RILANCIARLA.
Cito dall’articolo scritto per Pianeta futuro di Paolo Barrucci ed altri: “Dalla Legittimazione “di sinistra” della Lega alla legittimazione “di sinistra” dell’Europa dei “poteri” extra costituzionale e sovranazionali di BCE, BEI e BER”
“La “sinistra” di varie specie, incapace di intelligere sulla “vexata questio” delle istituzioni, non ha mai capito cosa sia ne l’una ne l’altro. Inseguendo la Lega da un lato e l’Europa dall’altro la “sinistra” ha incrociato il federalismo “interno” con quello “esterno”, senza sapere cos’è veramente il federalismo, in altre parole “federalismo dell’economia di mercato” e del processo produttivo: la forma istituzionale più amata dal grande capitale industriale e finanziario.
Basti vedere il carattere fondante dei rapporti economici messi in luce dalle tappe di costruzione dell’Europa, che ha per suo nucleo di fondo la garanzia della libera concorrenza, e ‘solo’ come suo “contorno” le norme istituzionali e sulla cittadinanza, che plasticamente sanciscono il carattere derivato del diritto e delle istituzioni dal sistema determinato e determinante dei rapporti di produzione”
Queste cose la “asinistra” non le sa o le ha dimenticate passando dall’intellettuale collettivo al cretino collettivo, mentre la destra – specie di quelli che hanno imparato a fare politica nel PCI – lo sa molto bene, come appunto Giuliano Ferrara (pensare che il libro di suo padre e sua madre Marcella Ferrara fossero un’importante base di dibattito tra i comunisti dentro e fuori l’Italia…), orripilante ma non cretino come l’asinistra inintelligente, che sul Foglio abbia scritto e titolato DIMENTICATEVI QUELLA DEMOCRAZIA.
Sul tema, per ripartire (poi proseguire (con tutte le successive elaborazioni fatte e a es. raccolte nel DOSSIEREFERENDM DEL CENTRO DI INIZIATIVA POLITICA E SOCIALE IL LAVORATORE FONDATO DA SALVATORE D’ALBERGO) dalla memoria meccanismo sociale della storia e quindi per fare vera cultura socializzando ciò che già si sapeva e si sa come dice Gramsci, utile sarebbe anche trovare l’originale (che ho ma non la trovo ho solo una fotocopia) della rivista Scienza Esperienza erede di Sapere ( della redazione di entrambe faceva parte Giuseppe De Luca socio fondatore del Centro Il Lavoratore) , dove il dibattito sulla democrazia innestato da Scatturin (socio fondatore del Centro Il Lavoratore, ora deceduto), si è sviluppato con l’intervento di d’Albergo e il mio (nell’occasione d’Albergo volle che ci invertissimo i ruoli: io per fare la parte teorica del e sulle forme del potere e lui la parte più “pratica” del rapporto tra istituzioni e forme referendarie antipopolare di cui fino ad allora mi ero occupato io nei seminari e nel gruppo di lavoro), , proprio su tale nesso e contrarietà ai referendum in particolare contro quelli deliberativi.
Per questo, facendo uso del potere di proposta (appena sancito nello statuto della nostra Associazione), sollecito il potere di iniziativa di ciascuno (anch’esso sancito nel nostro statuto) a prendere iniziative per avanzare – specie in vista e in rapporto alle scadenze del Senato sulla revisione e il famigerato art. 12 – le proposte d’alberberghiane come – ripeto:
1) una Legge per L’INTRODUZIONE DI UN REFERENDUM POLITICO DELIBERATIVO SUGLI ATTI esecutivi del governo;
2) UNA Legge istitutiva di CORSIE PREFERENZIALI PER LE LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE, facendo uso del potere di iniziativa di cui dispone ogni singolo parlamentare. Semplici e chiare risposte e progetti alternativi ed opposti a quelli del governo e dell’Europa-UE, a anche ai disorientamenti referendari dei cinque stelle ai sinistri di cui parla anche Astengo. Insomma, rivolgendomi a voi, per evitare un vuoto d’iniziativa e l’esercizio di potere d’iniziativa e di proposta, rimproveratomi per i troppi materiali e commenti da me inviati e per le iniziative di un potere d’iniziativa quasi esclusivo (come non intendo ne, voglio che sia) da parte mia.