di MOWA
Quante volte (sia in un passato prossimo che nel presente), ingenuamente, si è dato credito ed ascolto ad un soggetto presentatoci da altri (!?) come comunista?
Quante volte, non abbiamo prestato la dovuta attenzione a quello che costoro ci hanno detto, costoro che noi abbiamo ascoltato e che, poi, invece, si sono rivelati dei bugiardi patentati, se non addirittura, dei “cattivi maestri”?
Quante altre volte questi “cattivi maestri” sono stati accolti, in buona fede, nelle nostre case, sedi di partito o di circolo, ecc., e solo, successivamente, ci si è accorti di che pessime figure fossero?
Abbiamo scoperto, solo nel tempo, che avevano, la prioritaria funzione, di raccogliere informazioni su di noi, sulla nostra famiglia, sulle nostre debolezze umane e che tutto, quindi, era finalizzato, ad un utilizzo negativo e sospinto, nichilisticamente, proprio contro la nostra voglia di cambiare il mondo.
Perché la nostra voglia comunista di cambiare il mondo fa paura ai potenti, in quanto rientra nei paradigmi della legalità nata dalla Resistenza e della gramsciana ricerca del più ampio consenso, motivo per cui la borghesia c’insidia con i “cattivi maestri” per portarci, invece, verso l’isolamento, la ghettizzazione o, ancora peggio, l’illegalità.
Storia molto controversa tra le varie generazioni quella dei “cattivi maestri” che hanno corrotto i buoni propositi generando, a loro volta, altre, vittime/carnefici in un interminabile serpente che si snoda tra le fila delle diverse attività della società e che, poi, quando non servono più, li ha “parcheggiati” in luoghi sicuri (strutture di “compensazione” che il capitale ha desiderato e preteso) pronti ad essere, eventualmente, riutilizzati quando serve.
Su questo sito ne abbiamo parlato spesso e abbiamo scritto di quanto sia difficile riconoscere queste “squallide” figure (che, approfittando della buona fede delle persone, le induce a commettere errori) se non vigilando sempre ed avendo una buona dose di conoscenza.
Tra l’altro questo è uno degli scopi, che si è prefissato lo staff di iskrae, fornire elementi utili per poter contrastare tale atteggiamento.
Infatti, prima di ogni altra cosa, chiediamo sempre ai compagni/e e ai sinceri democratici, di non perdere mai il senso critico delle cose…
Perso questo elemento importante si è perso, praticamente, tutto.
Abbiamo citato, in alcuni post precedenti, nomi di “galantuomini” che hanno indotto intere generazioni a commettere passi falsi sul cambiamento del mondo capitalistico e per questa loro opera di smantellamento culturale sono stati a loro volta premiati.
Ci sono, poi, altri “cattivi maestri” che si sono spinti ancora oltre ogni immaginazione fino a commettere omicidi che, nonostante, la condanna ed il (parziale) carcere, oggi vengono collocati (da quelle stesse strutture, di cui parlavamo prima, che il capitale ha desiderato e preteso) in posizioni di rilievo ed ascoltati come fonti attendibili.
Qualche nome si può trovare su quotidiani come “il Giornale” che, vista la collocazione culturale e quali interessi rappresenti sempre nel gioco delle parti, non aspetta altro per denigrare i comunisti.
Esistono, poi, altri tipi di “cattivi maestri” che hanno un livello diverso di compromissione con il potere, potere che andrà, addirittura, ad esaltarli attraverso le sue cariche e collocarli ben in alto.
Ci sono, anche, “cattivi maestri” che non hanno ancora fatto i conti con il proprio passato e persistono nel non correggere le vecchie “abitudini” pretendendo, però, che gli altri (in buona fede) diano loro altre chance politiche.
Questi soggetti, non soltanto non correggono i propri errori, ma li giustificano e li difendono…
Altre figure di “cattivi maestri”, di derivazione borghese e in netto contrasto con il patrimonio comunista della teoria-prassi, sono coloro che assumono un atteggiamento attendista e che, pur di non scendere al confronto diretto con quanto sta accadendo intorno a loro, si mettono (con ideologica convinzione) in disparte.
Un Aventino culturale, dunque, che non sceglie ma attende, in un platonico fatalismo, che le cose cambino… e, sperando (sic!), intanto, che succeda qualcosa a proprio favore.
Altro esempio, ancora, di “cattivi maestri” lo abbiamo tra i vari c.d. movimentisti usando le parole di Angelo Ruggeri:
“…una inquietante galassia movimentista, tanto variegata quanto priva di teoria critica della storia, di critica dell’economia e critica del diritto dello Stato.
Nella spirale di crisi e di crolli originati non semplicemente dal “governo delle banche” (come si scrive in certi documenti “sindacali” e pensa il movimentismo di pseudo-sinistra), ma dal capitalismo finanziario (cioè industriale e bancario) protagonista principale dell’imperialismo e delle guerre interimperialiste economiche e militari di “Il secolo lungo del ‘900″ (dagli anni ‘80 dall’’800 ad oggi).
Scuotete la polvere dai vostri cervelli (e bando al movimentismo specie se fine a se stesso). La crisi nasce da quella del sistema di accumulazione, dalla impossibilità di accrescere all’infinito il saggio di profitto e l’estorsione del plusvalore ai lavoratori che nei Paesi di capitalismo maturo sono in numero sempre minore e devono sempre più da soli mantenere l’intera società.
Per cui il comando del Capitale ha spinto ad una finanziarizzazione dell’economia, usando il plusvalore estorto per la speculazione finanziaria, dove buona parte del plusvalore estorto, non solo rientra nel processo produttivo e come investimenti, ma finisce nel gioco borsistico, nel calderone della finanza dove viene spesso bruciato come, per altro, analizzato dalla critica comunista e marxista all’economia capitalistica.
Quando deperisce la teoria della prassi e il cervello sociale democratico di massa di “sinistra”, rimangono solo la teoria dell’azione e il cervello sociale reazionario di massa della estrema destra. O no?
Senza teoria e storia, non si perde solo la memoria. ”
Infine ci sono, anche, quei “cattivi maestri”, meno appariscenti, ma che lavorano su più fronti fuorché su quello giusto.
Una cosa, però, i compagni/e, spero abbiano imparato da tutte queste rappresentazioni di distrazione di massa che nel tempo hanno reso impossibile organizzarsi in modo appropriato per la costruzione di un originale soggetto politico capace di costruire cultura coesiva (come era, appunto, il Partito Comunista Italiano), quella di non farsi incantare dalle sirene lungo il percorso di un modello di società a cui tutti gli autentici comunisti aspirano.
Società basata e misurata su: democrazia, onestà, franchezza, trasparenza, non appartenenza a strutture oligarchiche o segrete; per un rifiuto di: compromessi sui diritti universali, pratiche leaderistiche o di culti della personalità per arrivare a determinare che la politica deve essere un servizio a beneficio della collettività e non un mestiere a favore del singolo, ecc.
…Cose da comunista. Appunto!
1 Comment
Ottimo articolo, illuminante per molti versi.
Ottimo anche il blog. Credo che d’ ora in avanti lo seguirò.