Vorremmo una precisazione dal Presidente dell’ANPI su quanto scritto perché sosteniamo da tempo che quello “… a cui stiamo assistendo nel nostro Paese, con la c.d “revisione costituzionale” destinata a sovvertire l’intero sistema sociale e non solo quello politico, in modo congiunto e inconfutabilmente connessa sia all’abrogazione del valore e del significativo dell’art. 18, per pervenire all’abrogazione dello Statuto dei lavoratori, nonché alla reiterazione di una legge elettorale che, mutatis mutandis, poco o nulla ha da invidiare alla mussoliniana legge elettorale Acerbo (che nel 1923 abolì il proporzionale, come si tentò di fare con al Legge truffa del 53 e si fece nel 1993), non sono né “riforme” né “revisione” ma è sovversivismo dall’alto delle classi “dominanti”… Ma come si dice: “Non è mai troppo tardi per rimediare“.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale Anpi
Riparte l’iter della “riforma” (abolizione?) del Senato e non si è ancora capito se, alla fine, sia riuscita a prevalere una qualche ragionevolezza. Lo vedremo nei prossimi giorni, ma deve essere ben chiaro che non basta qualche aggiustamento marginale, fatto per accontentare i dissidenti o diminuirne la schiera. Il problema non è solo l’elettività, pur importantissimo; c’è dell’altro e in particolare ci sono le competenze del Senato, la concreta possibilità che esso funzioni davvero come contropotere, e così via; mi sembra, invece, che si stia giocando al ribasso, cercando di ottenere qualche consenso in più, con modi e accorgimenti che non incidono sostanzialmente sulla riforma.
Una riforma che non va, come diciamo da tempo, perché in sostanza abolisce una delle Camere (non a caso, durante l’estate, diversi commentatori e non pochi politici hanno parlato di “monocameralismo”). Non ci avevano parlato della necessità di eliminare il bicameralismo “perfetto” (e su questo sarebbe stato facile raggiungere un’intesa)? Sembra che adesso si voglia andare ancora più in là, anziché tener conto delle osservazioni, dei rilievi critici, delle opinioni espresse da costituzionalisti, Associazioni, politici, giornalisti, tecnici (ha visto, il Governo, le osservazioni delle strutture tecniche del Senato?) Per parte nostra siamo del parere di sempre: questa riforma non è correggibile con piccoli aggiustamenti, perché è sbagliata e pericolosa nei fondamenti, a maggior ragione con questa legge elettorale.
Prevarrà, alla fine, il buon senso? Sarebbe auspicabile, ma finora la razionalità continua ad apparire lontana. E dunque, si impone sempre di più la necessità che chi dissente e si preoccupa per il nostro sistema democratico, si faccia sentire, e ad alta voce.
8 settembre 2015