Via libera all’uso della forza di EuNavFor Med contro gli scafisti. Come? Nessuno lo svela perché nessuno lo sa
Consiglio Affari interni, vertice dei ministri dei 28. Ricollocare altre 120mila profughi, la proposta. Era una goccia nel mare degli arrivi. Neppure quella. Il gruppo dell’est -Slovacchia, Polonia, Repubblica ceca e Ungheria- nonostante la possibilità deroghe, dicono No. Solidarietà addio
di Ennio Remondino
L’Unione Europea -Unione a pezzi- partorisce un ‘Mini’ piano di ricollocamento dei profughi -24mila dall’Italia e 16mila dalla Grecia- ma è l’unico risultato. I Paesi rimangono profondamente divisi sulla seconda tranche da 120mila ricollocamenti e sulla gestione del flusso dei migranti in arrivo alle frontiere. Tanto che la riunione si è chiusa senza un documento. Solo ‘un accordo di principio suffragato da una larga maggioranza di Paesi’, e un avvertimento al Blocco dell’est del gran rifiuto: “Il Consiglio può decidere per maggioranza qualificata”. La poca Europa che rimane dentro la attuale formula dell’Unione.
L’agenzia Ansa è da sempre una grande scuola per sintesi e per ‘navigazione’ tra gli scogli delle notizie che affiorano ma vogliono nascondersi. Tormentone di una politica Ue per la crisi rifugiati: «Il Consiglio Affari interni Ue, si impegna a ricollocare altre 120mila profughi, si leggeva nella bozza di conclusioni -ma attenzione a questo passaggio- Le quote proposte dalla Commissione costituiscono ‘la base’ per un accordo sulla distribuzione, ma si prevede anche una certa ‘flessibilità’ per gli Stati nell’attuazione della decisione». Insomma, chi dice di No non paga pegno. Vince il ‘Blocco del Est’. Eppure non è bastato.
A coronare la presa in giro, «i 28 hanno dato il via libera formale per l’avvio della ‘fase 2′ della missione navale EuNavFor Med che prevede l’uso della forza contro gli scafisti nel Mediterraneo. La proposta è passata come ‘punto A’ (senza discussione) nel Consiglio Affari Generali. Operatività prevista entro i primi di ottobre». Uso della forza come, abbordaggio della carrette del mare stipate di disperati che funzionano da scudi umani, sparare nel mucchio o cosa, visto che colpire i barconi a terra sarebbe atto di guerra verso la Libia? Fumo negli occhi per coprire l’euroflopp dell’idea stessa dell’euroflotta.
Era il tentativo per una gestione comune dell’emergenza con la redistribuzione dei profughi fra tutti i Paesi Ue. Una sorta di prova del fuoco. ‘O la va o la spacca’: l’Europa, s’intende. L’Europa della solidarietà inevitabile, e il ‘Blocco dell’Est’ che nega la realtà, salvo l’utile solidarietà nei suoi confronti. Rinviato un Consiglio europeo che dovrà prendere atto delle divisioni rendendo ufficiale una crisi politica gravissima dell’Europa. Ma la crisi c’è. Profonda e astiosa. Una sorta di rifiuto impossibile della realtà terribile che ci circonda, disperazione e miseria, e l’accoglienza regolata su basi di equità nell’Unione.
15 settembre 2015