Foto: La ragazza palestinese poco prima di essere colpita da un soldato israeliano.
Siamo di fronte all’ennesimo atto ostile dei sionisti contro il popolo palestinese con la solita equazione da parte degli israeliani: palestinese = terrorista.
Sionisti che dimenticano come arrivarono in quei luoghi e dimenticano a chi servono certi comportamenti irrispettosi del genere umano.
Ricordo un passo di un precedente post:
“Vogliamo dire che la Federazione sionista (capeggiata da lord Rothschild) ebbe dall’allora, massone, segretario degli affari esteri britannico Balfour (2 novembre 1917) l’appoggio sia politico che logistico per la realizzazione di un piano di instabilità politica internazionale di così ampia portata dando vita al piano sionista di Vladimir (Ze’ev) Jabotinsky, illustrato molto bene nel suo scritto “Il muro di ferro” (pubblicato nel 1923).
(Anche se, Ami Isseroff, è convinto che i “…leader laburisti sionisti come Ben Gurion o Itzhak Rabin, che Avi Shlaim afferma[vano di] essere discepoli della dottrina del muro di ferro, non avevano altro che disprezzo per Jabotinsky e per il revisionismo, ed è molto improbabile che Rabin avesse persino letto qualcosa di Jabotinsky.“)
Vogliamo dire che per realizzare ciò si servirono di terroristi che, con la tecnica fuorviante delle false flag, poi diventarono, anche, capi di stato.
…La terra palestinese, infatti, venne presa di mira da organizzazioni terroristiche sioniste come Irgun e Stern e sostenute dall’Agenzia Ebraica con il suo leader David Ben Gurion. Poi vennero anche i terroristi sionisti dell’Haganah che, secondo documenti dell’ONU, provocarono massacri nell’albergo Semiramis a Gerusalemme il 5 gennaio 1948 o, addirittura, un’epidemia di tifo tra alcuni assediati autoctoni, avvelenando l’acquedotto di Acri…”
Hannah Arendt in “La banalità del male” esprimeva per i carnefici nazisti questo concetto:
«Le espressioni neutre del boia e del pubblico in uniforme racchiudono abbastanza bene questo concetto: sembra stiano assistendo alla scena di un barbiere che taglia i capelli, piuttosto che ad un crudele sterminio di innocenti. Gli esseri umani possono adattarsi a sopportare quasi tutto, ma così facendo a volte perpetuano un male incredibile. La morte dell’empatia umana è una dei primi e più significativi sintomi di una cultura che si trova sul punto di cadere nella barbarie.»
MOWA
Così si muore in Palestina: studentessa 18enne uccisa al checkpoint di Hebron da un soldato israeliano
by Alessio Fratticcioli
Hadil al-Hashlamoun, una studentessa universitaria palestinese di 18 anni, è stata uccisa da almeno 5 pallottole sparate da un soldato israeliano in un checkpoint della città palestinese di Hebron, sotto occupazione militare israeliana dal 1967. L’incidente è avvenuto intorno alle 8.30 di martedì 22 settembre.
Secondo la versione dell’esercito di Israele, la giovane avrebbe tentato di pugnalare un soldato non identificato – che non è stato ferito – il quale ha poi aperto il fuoco per legittima difesa. Le forze israeliane hanno anche dichiarato che la ragazza palestinese aveva intenzione di lanciare un ordigno esplosivo.
Queste dichiarazioni sono state contraddette da una serie di testimoni oculari, mentre in immagini e filmati apparsi in rete la studentessa sembra essere disarmata e non mostra atteggiamenti aggressivi.
Secondo la versione dei media palestinesi, la ragazza sarebbe stata colpita per essersi rifiutata sia di togliere il niqab, il velo che le copriva una parte del viso, come ordinato dai soldati, sia di farsi perquisire da soldati di sesso maschile. Addosso non aveva nessuna arma e nella sua borsa, dove forse i soldati credevano si nascondesse un ordigno esplosivo, c’erano soltanto dei libri.
Una volta colpita, la giovane sarebbe stata lasciata in terra per circa mezz’ora prima di ricevere soccorsi. In un filmato (sotto) si vedono due uomini israeliani sorridere mentre indicano la ragazza che giace a terra nel sangue e in fin di vita. La ragazza è stata poi trasportata in ospedale, dove è deceduta dopo qualche ora.
L’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha invitato le autorità internazionali ad aprire un’inchiesta indipendente sull’incidente.
Secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2015 le forze israeliane hanno ucciso 24 palestinesi.
25/09/2015