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“Caro Compagno Fabrizio Fratini
e Cari Compagni tutti,
componenti del Comitato di Garanzia Nord Ovest
Ti scrivo, e Vi scrivo, queste poche righe perché dal giorno in cui ho ritirato presso l’ufficio postale una raccomandata, per la quale ho firmato regolare ricevuta di avvenuta notifica, non riesco a darmi risposta sul contenuto della stessa.
Sarà colpa della mia ignoranza per quanto riguarda il “sindacalese”; saranno i tempi che non ci danno più certezze, nemmeno in relazione ad uno statuto che, per definizione, dovrebbe essere l’architrave di una qualsiasi organizzazione, a maggior ragione della CGIL.
Qualche mese fa, insieme ad altri quattro compagni, ho presentato ricorso avverso una decisione presa dal Comitato di Garanzia Regionale Lombardia in merito al caso Funzione Pubblica Milano; il ricorso non entrava nel merito della decisione ma si soffermava al metodo.
Rimproveravamo il fatto che, così come recitano l’art. 21 del precedente regolamento dei Comitati di Garanzia e l’art. 19 del nuovo regolamento “il Presidente avrà cura di dare comunicazione scritta, a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento ai soggetti sottoposti ad istruttoria, dell’avvio del procedimento specificando gli addebiti, gli elementi contenuti nell’esposto ed il nominativo dell’istruttore” abbiamo sicuramente saputo il nominativo dell’istruttore ma nulla ci era pervenuto a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno e, ancor più grave, nessuno ci ha spiegato gli addebiti e gli elementi contenuti nell’esposto.
La Tua raccomandata, che non ha riferimenti e/o protocolli, cita testualmente che “…in relazione al Vostro ricorso, in considerazione del ricevimento parziale e frammentato della documentazione utile, non è stato consentito a questo organismo di completare l’attività nei tempi previsti dallo Statuto e dal Regolamento.”
Scusa ancora l’ignoranza ma a quale documentazione parziale e frammentata ti riferisci?
Perdona la presunzione nel volermi sostituire ad un Presidente Comitato di Garanzia, non ne sarei all’altezza, ma una sola documentazione, in relazione alla lettera raccomandata con avviso di ricevimento, avresti dovuto ricevere: una cartolina con apposta la firma di chi ha ricevuto tale documento.
Delle due l’una: o questo avviso di ricevimento C’È ed allora siamo dei cialtroni che abbiamo fatto perdere del tempo (anche parecchio!) all’intero Comitato ed è giusto confermare il provvedimento di sospensione o questo avviso di ricevimento NON C’È ed allora altri (i 4 accusatori) sono quelli che hanno fatto perdere tempo (anche parecchio!) non solo al Comitato ma all’Organizzazione tutta, ed a loro andrebbe chiesto il conto.
Non avete avuto coraggio.
Mi rendo conto che è difficile ammettere ed accettare la seconda ipotesi ma, all’interno di un’Organizzazione che fa della tutela dei diritti la propria parola d’ordine, sarebbe stata una bella ventata di democrazia. Del resto, come cita testualmente l’artt. 27 del Regolamento Nazionale Comitati di Garanzia (“apertura procedimento nomina e compiti istruttore”) “…l’istruttore richiederà il fascicolo…” e “…al termine delle indagini l’istruttore deposita al Presidente una relazione scritta motivata con la quale richiede l’archiviazione del procedimento o la conferma del giudizio, propone le sanzioni disciplinari…”; capisci anche Tu la gravità di un giudizio fondato su documentazione “parziale e frammentata”.
Ma non il Tuo giudizio bensì quello del Comitato di Garanzia.
L’art. 30 del citato Regolamento Ti dava la possibilità di sanare una situazione “antipatica”: la sospensione di 4 delegati ed il biasimo di 1 delegato sulla base di documentazione “parziale e frammentata” ma hai preferito lavartene le mani e demandare il tutto ad un ipotetico ricorso al Comitato di Garanzia Nazionale.
Scusa ancora l’ignoranza ma: un ricorso avverso quale decisione se nelle Tue tre (3) righe non c’è traccia di alcun motivo per presentare ricorso?
Faccio ricorso alla “parzialità e frammentarietà” dei documenti?
O faccio ricorso all’impossibilità di completare l’attività nei tempi previsti.
Scusa ancora ma quanto tempo ci vuole per verificare l’esistenza di una (o cinque) cartolina di ricevuta per una (o 5) raccomandata?
La Tua posizione, permettimi, “pilatesca” mi lascia ora nell’angustia situazione di non sapere se, a questo punto, è partito il provvedimento di sospensione o se tale provvedimento è ancora sospeso perché saprai meglio di me che il ricorso presentato al Comitato da Te presieduto ha sospeso il provvedimento del Comitato di Garanzia Regionale ma ora, questa Tua decisione, non mi permette certo di capire; andrebbe tradotta o interpretata, come sempre in questo nostro martoriato paese, ma che fosse una decisione della CGIL questo non me lo sarei mai aspettato.
E meno male che la CGIL tutela i diritti altrimenti………..
Gianfranco Manera
— ooo —
“Caro Fratini, ho ricevuto qualche giorno fa la tua risposta al ricorso da me presentato in data 29 novembre 2010.
E’ un difetto molto diffuso tra chi fa politica e/o sindacato di professione. E’ un difetto che crea gravi danni a chi si pretende di voler rappresentare e grandi vantaggi per se stessi.
Quella poltrona consente privilegi, agi, frequentazioni difficilmente riproducibili sul posto di lavoro.
Quella poltrona rappresenta uno status a cui non si è disposti a rinunciare.
Purtroppo è quasi sempre in antitesi con un valore che ritengo importantissimo in un individuo e che si chiama COERENZA.
Credo che questo grave difetto sia oggi molto diffuso e sia un morbo molto difficile da estirpare.
Estirpare questo morbo significherebbe ridare un senso etico alla politica, ma anche alla rappresentanza.
Qualunque processo di vera moralizzazione non può prescindere dall’affrontare e risolvere con regole certe questa devianza sempre più inarrestabile.
Il poltronismo è purtroppo presente anche nella CGIL che Vogliamo.
La costituzione dell’area a macchia di leopardo sul territorio nazionale non può avere altre spiegazioni.
Si tenta di sistemare il più possibile funzionari e dirigenti sindacali che a seguito dell’esito congressuale hanno perso la loro poltrona. E’ poco onesto negarlo ed è persino ridicolo il tentativo di voler dare a tutto ciò una valenza politico sindacale.
L’ultima lettera di Podda svela il segreto di Pulcinella“