Alberto Tarozzi
Poi uno dice sul vizio di fare il dietrologo…
Il libro in cui uscirebbero le scottanti rivelazioni di Vatileaks è frutto di Nuzzi, ottimo giornalista sempre ben documentato, legittimamente difeso dalla massoneria.
Le spie per ora arrestate sono di estrazione Opus Dei.
Casualmente lo scrivente ha alle spalle quasi mezzo secolo di frequentazioni accademiche, laddove i team della massoneria e dell’Opus Dei sono spesso in concorrenza.
Talora però tra concorrenti si può stabilire quella che in latino si chiama ”concordia discors” per cui i contendenti scoprono che ci sia un interesse in comune, alias un comune nemico che valga la pena di fottere (presente marques e lorenzo?)
Che quel comune nemico si possa chiamare Francesco o in senso più lato i SJ (gesuiti per i profani), che da parte loro non mi sembrano ben disposti a subire, è solo una supposizione.
Come che sia, il tutto mi induce a considerazioni evangelico/marxiste (tutt’altra cosa dal cattocomunismo): ”Oportet ut scandala eveniant” dice il vangelo; ”Quando i ladri litigano tra di loro c’è sempre da imparare” replicava Karl.
CHI È FRANCESCA IMMACOLATA CHAOQUI
Ecco come la descrive Fabio Marchese Ragona su Panorama.
Amante dei gialli e dei grandi misteri irrisolti, la donna avrebbe detto agli amici più stretti di avere grandi contatti nei servizi segreti e nella massoneria. Forse anche per questo di lei si è scritto che abbia avuto un rapporto di amicizia con Giulio Andreotti, che faccia parte dell’Opus Dei, che fosse lei uno dei corvi che facevano uscire documenti dal Vaticano.
La sua ascesa verso il Palazzo apostolico comincia nel 2012, anno nero del Vatileaks, che per la “commissaria papale” può essere considerato l’anno della svolta. Nel bel mezzo dello scandalo sulla fuga di documenti riservati dal Vaticano Chaouqui (che nel suo curriculum scrive di aver collaborato con la prefettura della Casa pontificia) diventa un’importante fonte di notizie di vari giornalisti.
A Roma frequenta gli ambienti legati all’Opera, partecipando a convegni e seminari organizzati dalla Fondazione Rui, che riunisce i collegi universitari gestiti dalla prelatura spagnola. La trentunenne calabrese non è un membro dell’Opus Dei («Non ci sarebbe niente di male» dicono i vertici), ma è vicina al pensiero del suo fondatore, tanto da avere chiesto l’anno scorso, a un caro amico, di poter conoscere un esponente di spicco della prelatura per ricevere informazioni sui corsi di formazione.
Vicino all’Opus Dei è anche il suo sponsor e confessore che l’ha aiutata a far parte della commissione papale presentandola in Vaticano. Si tratta di un monsignore spagnolo con un incarico Oltretevere e membro della Sociedad sacerdotal de la Santa Cruz, fratellanza che riunisce i sacerdoti diocesani legati alla prelatura fondata da Escrivá.
Un pallino, quello del Vaticano, che Francesca ha potuto coltivare nel tempo grazie a un’altra amicizia molto influente. Tra il 2008 e il 2009 Chaouqui conosce Marisa Pinto Olori del Poggio, ambasciatrice a disposizione di San Marino, membro dell’esclusivo club Diplomatia (fondato dal finanziere Stefano Balsamo della Jp Morgan) e presidente dell’associazione Messaggeri della pace, una onlus fondata in Spagna da padre Angel García. Chaouqui entra in contatto con la contessa grazie a una collaboratrice della donna, riuscendo così negli anni a partecipare ai ricevimenti di Diplomatia anche all’interno del Vaticano, dove può mettere in pratica le sue doti di pr con porporati ed ecclesiastici.
Il 18 luglio, giorno della sua nomina pontificia, Chaouqui trasmette ai suoi capi della Ernst & Young materiale riservato inviatole dal segretario della commissione, il monsignore spagnolo vicino all’Opus Dei Lucio Vallejo Balda.
Un primo mini Vatileaks targato Chaouqui.
3 novembre 2015