di MOWA
“Assenza fisica dovuta all’inesistente concetto di tempo libero, assenza partecipativa dovuta al diffuso analfabetismo e alla naturale indolenza e indifferenza. Se scarsa era la partecipazione a iniziative che sorgevano e si svolgevano localmente, si può immaginare quale potesse esser l’adesione agli ideali e ai programmi formulati altrove e sostenuti da personaggi anche ‘angusti’…” da I tempi della Rerum novarum a cura di Gabriele De Rosa
Potrebbero essere queste le parole per descrivere il comportamento di molti delle nuove generazioni che, negli ultimi anni, guardano abulici o indifferenti le “brutte notizie” che scorrono sugli schermi televisivi.
Generazioni che passano (con indifferenza o supponente sufficienza) davanti a quelli che, invece, cercano di responsabilizzare su temi di vitale importanza come le guerre vicine e lontane (o l’imminente guerra scatenata dalla NATO ai paesi dell’Est europeo) e che, purtroppo, ci vedrà coinvolti, volenti o nolenti con bombe nucleari che sono nelle basi USA sul nostro territorio o quelle rivolte da altri paesi, per reazione a ciò, verso di noi.
Generazioni che si affrettano ad avere l’ultimo modello di cellulare, di hi-tech o a riempire le giornate andando in discoteca pensando di essere libere di scegliere ma che, in realtà, non si accorgono che il tempo non l’hanno stabilito loro ma viene determinato da una tremenda “macchina” (in mano e generata da pochi uomini ingordi e assetati di potere) che è stata in grado di pianificare i gusti di ognuno (e non è la cultura della cospirazione), di rendere gli individui insensibili alle disgrazie e di “essere”, soprattutto, solo un numero, un assente partecipativo.
Una “macchina” capace di “produrre” indolenza nelle persone riguardo i bisogni degli altri non capendo che in quegli “altri” sono compresi anche loro. Una “macchina” capace di “produrre” persone che sanno parlare, solo, con il presente indicativo “io ho”, avendo dimenticato che esiste anche un passato e che esiste anche la prima persona plurale del futuro semplice di essere: “noi saremo”.
Una “macchina” diabolica che è riuscita a mettere gli uni contro gli altri e, contemporaneamente, pianificato sulle loro teste se dovessero vivere o morire.
Una “macchina” che ha modificato programmi scolastici ad uso e consumo proprio, trasmettendo una visione del mondo edonistica e meno ricca di contenuti universali, che ha trasformato le menti attraverso l’uso di videogames induttivi verso il cinismo e la guerra, e con programmi televisivi di competizione invece di insegnare la collaborazione tra i popoli.
Una “macchina” d’interminabile “produzione” di assenti partecipativi, capace di creare guardie e ladri dove, sia gli uni che gli altri, invece, avrebbero, comunque, cessato di vivere se avesse inserito nella sua programmazione, anche, la bomba nucleare o aerosol. Bombe capaci di annullare l’esistenza di vite umane per centinaia di chilometri e non fare, la benché minima, distinzione tra chi era un assente partecipativo o un attivista pacifico contro le guerre…
Bombe che vengono prodotte ad un livello tale che, chi ne è a conoscenza, pensa di essere immune dalle variazioni umorali (e d’interesse) degli ideatori della “macchina” considerandosi inclusi (a prescindere) negli eventuali avvicendamenti futuri di comando.
E sbagliano!
Come sbagliano gli indifferenti e gli assenti partecipativi.
Sbagliano i poliziotti che oggi difendono gli ideatori della “macchina”, perché sarebbero spazzati via anche loro, con il soffio della morte di queste bombe (che nulla hanno d’intelligente) ma che, noi esseri umani fatichiamo – perché persone per bene – a capirne la logica, logica di potere.
Potere che rimane a galla per una sola condizione, quella di non distinguere tra amico o nemico ma riconoscendo unicamente la valenza dell’io assoluto… Senza distinguo per nessuno.
I segnali sono stati (e sono) gli attentati e le bombe messe in città europee con l’intento di creare caos e disordine con l’obiettivo di indurre gli assenti partecipanti a richiedere (agli artefici del motto di Publio Flavio Vegezio Renato “Si vis pacem, para bellum” [Se vuoi la pace, prepara la guerra]) meno democrazia e più autarchia… giusto appunto dopo la prova del Trident Juncture 2015 della NATO.
Questi ultimi attacchi a Parigi, di questi giorni (e quelli precedenti), sono la riprova della volontà del volere un’Europa debole e agli ordini dell’imperialismo anglofono, senza nessun contradditorio tedesco o francese o altro in un’autentica lotta intestina tra poteri forti, poteri che, se non neutralizzati con l’ampliamento della democrazia, non accetteranno altro che le scelte della milizia NATO per dirigersi, oggi, contro la Siria o la Russia senza avere altri ostacoli politici di nessun genere.
Questi sono, solo, i primi segnali, di quella che in Italia, negli anni passati, avevano chiamato strategia della tensione dove i responsabili sedevano nello Stato stesso con la complicità di esaltati della destra e con la regia oltre Oceano. Do you know Hyperion, la famosa finta scuola di lingue della CIA, con sede in Europa, in realtà coordinava gli atti di terrorismo nel nostro Continente con l’avvertenza di agevolare il processo politico dei poteri statunitensi!
Quelle persone che ne facevano parte dove sono andate e, soprattutto, hanno fatto altri adepti?
Do you know, in Italia la Gladio, la Uno bianca, la Mala del Brenta, la banda della Magliana, le Brigate Rosse, i movimenti nazifascisti, tutte risalenti a quelle “menti raffinatissime” di cui parlava Giovanni Falcone tanto che si può immaginare quale sia stata la regia del suo assassinio.
Non vi dicono nulla le ultime dichiarazioni benevolenti su Hitler del sionista Benjamin Netanyahu e di come si tende a storpiare la storia a proprie finalità? Di come siano in sintonia gli interessi dei poteri forti con i piani di guerra e di distruzione e annessione di Stati (di Governi legittimamente eletti), con quelle che sono le mire di espansione (e attenzione non di difesa) di molti che hanno istigato intere generazioni all’odio degli uni contro gli altri?
Bisogna evitare che quella “macchina” d’interminabile “produzione” di assenti partecipativi abbia il sopravvento e faccia, ulteriormente, annebbiare il buon senso e la ragione incominciando a richiedere da subito che la pace abbia la meglio ovunque sugli ideatori della cultura della morte. Se vogliamo avere un futuro bisogna farsi sentire anche scendendo in piazza contro il terrorismo e contro i proclami dei governi che chiedono restrizioni delle libertà democratiche faticosamente conquistate con sacrifici e lutti.