di MOWA
Da diversi anni, in Italia, i partiti di sinistra si “accapigliano” per designare i candidati alle primarie, ma nessuno si sofferma, più di tanto, a riflettere sull’inganno della “rappresentatività” di questo tipo.
Diciamo da subito che quest’usanza di voto arriva dagli USA e che nulla ha di democratico in quanto difetta in un sacco di punti ma per questo vi rimandiamo all’articolo scritto da Andrea Montella il 1 novembre 2012.
In Italia è anche peggio che negli USA perché, in un mix d’iper-populismo, si sono illuse le persone che il sistema delle primarie sia un sistema legale (ad eccezione, e non si sa con quanta costituzionalità, della Toscana e della Calabria dove si sono fatte leggi regionali specifiche – rispettivamente n. 70/2004 e n. 25/2009), e si è fatto credere che a decidere siano proprio gli elettori di riferimento politico mentre, in realtà, vota chiunque.
L’antidemocraticità “salta all’occhio” già nel fatto di chi a decidere chi sia il candidato da eleggere (dirigenti di partito il che denota l’espropriazione della base del discutere e scegliersene uno) ma, poi, il sistema (non essendo legale) è oggetto di continui rimestamenti e modifiche in corso d’opera, tanto da far sbottare e uscire dalla contesa, in una delle ultime votazioni, persino, uno dei sostenitori del meccanismo, Sergio Cofferati che, sbattendo la porta del partito che ha co-fondato (PD), denunciava nel merito “gravi irregolarità” e riteneva immorale che “un fascista mai pentito venga a votare alle primarie del mio partito senza che nessuno obietti nulla credo sia inaccettabile” o, peggio ancora, che si siano allarmate addirittura “due procure” e la “Direzione distrettuale antimafia”.
Pretestuosità del candidato?
Potrebbe essere ma con un fondamento di verità su come siano organizzate e strutturate le primarie.
Quale farlocca e finta democrazia hanno in testa costoro se fanno balenare che questo sistema sia il toccasana per le scelte politiche e la partecipazione popolare?
Costoro, forse, non si sono accorti che, nonostante le primarie, gli elettori delle elezioni vere sono calati sino a quasi il 50 %.
Ci si domanda: Se costoro si sono permessi di spacciare come leale e corretto il sistema delle primarie, vuol dire che non sanno nulla di coinvolgimento delle persone su questioni importanti ed il loro allontanamento dai bisogni reali delle persone li trincera dietro tale meccanismo?
Il drammatico fallimento sull’egemonia politica di costoro li ha messi alla stregua dei liberal-borghesi che per conservare il potere usano lo strumento fasullo delle primarie per rimanere in piedi.
Del giochetto delle primarie i media, oggigiorno, ne parlano acriticamente (anche quelli che si autodefiniscono di sinistra come Radio Popolare) proprio come se fosse una cosa normale e soprattutto legale, invece di dire che è la prigione, senza sbarre, degli oppressi perché impedisce l’estensione della democrazia.
Primarie che furono accettate dalla sinistra (libertaria) facendo breccia tra le brave persone, attraverso i “cattivi maestri” come Fausto Bertinotti, del PRC, che ne fu protagonista, nel 2006, essendo nella rosa di nomi che si contendevano il posto di “premier” (sic!) insieme a Romano Prodi (uomo dei poteri forti come il Bilderberg).
Quando smetteremo di giocare alla roulette russa dei valori, forse, si riprenderà a discutere di argomenti seri e a tutela delle libertà irrinunciabili per una sana democrazia e partendo, di nuovo, dal binomio: proposta-partecipazione.