Foto: Hermant Claude (ex membro del Front National)
di MOWA
Il binomio “terrorismo e potere borghese” diventa indissolubile (e si materializza) quando nel secondo si insediano soggetti che non conoscono cosa siano solidarietà e diritti umani ma abbiano solo mire di dominio.
Diciamo che l’unica cosa che, pur di rimanere a galla, il potere borghese concepisce è sintetizzabile in uno slogan: il potere per il potere… e, per ottenerlo, non viene escluso neanche il terrorismo. D’altronde, per il potere borghese trovare ed utilizzare soggetti con pelo sullo stomaco (in grado di commettere stragi o killeraggi e che si arricchiscono con gli ideali altrui) non è merce rara, anzi, (e la storia insegna) per taluni sembra diventata una vera occupazione.
L’ennesimo episodio, in ordine di tempo, è stato quello dell’arresto del francese, Claude Hermant (ex membro del Front National) e della sua compagna (già finiti in cella lo scorso 23 gennaio con l’accusa di traffico d’armi internazionale) per la vendita di alcune armi ad Amedy Coulibaly, uno dei probabili attentatori parigini.
Tutto ciò fa emergere come, spesso, si usino “inconsapevoli (?) ed incoscienti personaggi” per la realizzazione di dinamiche che favoriscano alcune forze politiche, ma ancor prima delle stesse i loro burattinai (potere borghese). Infatti, il curriculum di Claude Hermant dice che sia
“stato paracadutista all’interno dell’esercito francese fino al 1982, quando si congedò con il grado di sergente, e si vocifera di una sua collaborazione con i servizi segreti di Parigi. Poi è segnalato come mercenario di gruppi legati al Sudafrica in Angola, per ricomparire più tardi in Croazia arruolato in una legione di estrema destra formata da volontari fascisti provenienti da tutta Europa e accomunato per l’odio nei confronti della Jugoslavia e della Serbia. Nel 1999 ricompare in Congo, dove finisce in manette perché sospettato di avere partecipato ad un complotto contro il locale governo. Grazie all’intervento delle autorità francesi viene però prontamente rilasciato. Tornato in patria, tra il 1994 e il 1999 ‘lavora’ nel servizio d’ordine del Front National, periodo al termine del quale racconta di aver fatto parte di una cellula clandestina creata dal partito neofascista nel 1997 per alimentare la rivolta nelle banlieues, infiltrandosi nelle periferie e tentando di orientare e condizionare le bande criminali e giovanili spingendole verso la rivolta. Una strategia, affermò, volta a legittimare i messaggi autoritari e xenofobi di un Front National che a quel punto avrebbe potuto presentarsi come unica diga al disordine sociale.”
Quest’ultimo episodio ricorda molto un caso italiano degli anni ’70, quello del terrorista Gianni Nardi. In quel caso il potere borghese si è servito di questo neofascista per ottenere i suoi scopi e fermare l’ondata delle richieste delle masse popolari su temi scottanti quali diritti e democrazia.
Questo terrorista viene dichiarato morto nel 1976 per un incidente stradale in Spagna, ma, inspiegabilmente, “resuscita” miracolosamente in altre occasioni, ad esempio nel caso sollevato, anche, da tal Donatella Di Rosa che, però, viene smentita dalle prove del DNA che hanno chiarito anche il dubbio di un conoscente che diceva di averlo visto nell’estate del 1993 all’Idroscalo di Milano parlare con un agente (alto 1,70 circa, atletico, testa rasata e mascella prominente) che era su un pulmino dei sommozzatori della Polizia Municipale milanese. Il conoscente dice di aver sentito l’agente chiamare questa persona con il nome di “Nino”. Nome, tra l’altro, con cui usava farsi chiamare abitualmente Nardi. La somiglianza di questa persona con una delle foto di Nardi che vennero pubblicate sui giornali dell’epoca aveva dell’incredibile.
Nel tempo, di persone che si prestarono ad entrare nella spirale del terrorismo ve ne sono state un’infinità ma vorremmo sottolineare la versione di alcuni dei protagonisti o supporter di quel periodo che rivelarono (o meglio misero a fuoco) quale fosse la funzione del terrorismo e quali le aspettative.
Nelle loro parole si possono ritrovare dinamiche e similitudini con quanto accaduto in Francia (e non solo) e pagato con un prezzo altissimo di vittime innocenti che vengono, di volta in volta, coinvolte e sacrificate per conservare l’arricchimento di quel potere borghese che non guarda e non guarderà in faccia nessuno pur di sottrarsi alla giustizia e conservare i privilegi che si é accaparrato.
Nel filmato si può sentire del coinvolgimento di apparati istituzionali che sono definiti “deviati” ma solo con lo scopo di coprire le spalle di questi criminali.
Si può, anche, capire quale sia la funzione di alcuni giornalisti che hanno il ruolo di indirizzare l’opinione pubblica verso obiettivi fasulli. Nel filmato si parla di una formazione come Gladio che, visto come stanno andando le cose, si suppone, non abbia mai smesso di esistere soprattutto perché alcuni componenti della stessa occupano, tutt’ora, posizioni di rilievo in Europa.
Si noterà, infine, la funzione che hanno avuto (e avranno) i “cattivi maestri” pur di svuotare la portata storica dei comunisti che lottavano per un cambiamento reale del paese verso una maggiore democrazia e libertà, impedendone l’unione ed indirizzando verso modelli che, invece, inducono, solo, ad una delle “invenzioni” del capitale che è quella della sterile violenza nichilista e risorgimentale di matrice mazziniana-azionista e che nulla ha da spartire con il patrimonio culturale marxista o gramsciano ma molto, invece, con la massoborghesia… quello stesso soggetto che si inchina a rispettare, solo, la regola del potere per il potere.