Foto: Soros © Sputnik. Sergey Guneev
George Soros ha dichiarato guerra allo yuan cinese, ma la sua strategia è destinata a fallire, ha scritto l’organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, il “Quotidiano del Popolo”.
Nell’editoriale dal titolo “Dichiarare guerra alla moneta cinese? ahaha”, il giornale definisce il miliardario americano, diventato tale grazie al crollo della sterlina inglese nei primi anni ’90, “coccodrillo finanziario” e lo accusa “dell’aumento della volatilità dei mercati finanziari già fragili.”
Lo scorso anno al Forum Economico di Davos, Soros aveva annunciato di rinunciare alla speculazione finanziaria a favore del “bene politico”;
nello stesso anno tuttavia Soros è ritornato ad operare scommettendo sul crollo delle valute asiatiche, ricorda il “Quotidiano del Popolo”.
“La sfida lanciata allo yuan e al dollaro di Hong Kong si tradurrà in un fallimento”, — predice giornale.
In primo luogo, nonostante il rallentamento (minimo degli 25 anni), l’economia cinese cresce a velocità doppia rispetto all’osannata economia USA; in secondo luogo le forniture delle merci cinesi nel mercato mondiale sono diminuite del 1,8%, ma allo stesso tempo il volume d’affari mondiale è diminuito del 10%; in terzo luogo la Cina prosegue la modernizzazione delle infrastrutture industriali e sviluppa servizi innovativi, sostiene il “Quotidiano del Popolo”.
Per quanto riguarda il tasso di cambio dello yuan, il suo declino iniziato nel periodo estivo non è niente rispetto alla crescita mostrata nei precedenti 20 anni: nel 1994 1 dollaro era scambiato con 8,6187 yuan, mentre nel 2014 valeva già 6,1428 yuan, ricorda il giornale.
“Il dollaro può rafforzarsi a lungo contro le valute dei mercati emergenti, ma lo yuan è in grado di opporsi. Il saldo positivo della bilancia commerciale della Cina rimane stabile, mentre l’economia americana soffre della “malattia olandese”, — è scritto nel “Quotidiano del Popolo”.
Inoltre l’annuncio della guerra di Soros alle valute asiatiche può fungere da motivo per ampliare la cooperazione nella sfera monetaria nella regione e persino portare ad interventi coordinati di difesa sui mercati valutari, si afferma nel giornale.
Lo scorso agosto la Cina ha condotto la svalutazione competitiva della moneta nazionale più grande degli ultimi 25 anni: in 2 giorni lo yuan ha perso il 5%. Dopo una fase laterale, lo yuan ha continuato a scendere e a dicembre ha toccato il minimo degli ultimi 4 anni.
A seguito di questa situazione, la Cina ha per la prima volta nella sua storia registrato una riduzione delle riserve di valuta estera di 513 miliardi di dollari, scese a 3.330 miliardi di dollari.
Gli analisti di “Daiwa Securities” prevedono che lo yuan scenderà fino a 7,5 contro il dollaro entro la fine del 2016.