Si vede che i politici statunitensi la democrazia la respirano ogni giorno.
Infatti, tanto sono democratici che oltre ad averla in casa la democrazia hanno deciso di esportarla. E quando si dice esportarla non bisogna limitarci a uomini e armi ma anche a testate giornalistiche (che si sa sono peggio delle munizioni). Ricordate il detto: “fa più male una penna che una spada“?.
Forse, perché le penne fanno riflettere.
Perché far riflettere potrebbe voler dire, anche, pensare e, pensare, potrebbe far sorgere il dubbio che non sono proprio democratici questi politici statunitensi.
Ecco allora la trovata geniale (da vero democratico), chiudere tutte le testate giornalistiche contrarie alla guerra imposta dagli USA.
Veramente singolari questi politici statunitensi gradiscono solo testate dove sono infestate di giornalisti scendiletto ai loro voleri.
Un bell’esempio di democrazia, non c’è che dire.
Attendiamo solo il pronunciamento nel merito dei giornalisti… democratici. Ovviamente.
MOWA
Ex direttore di “Freedom House” invita a chiudere alcuni media russi, anche Sputnik
L’ex direttore dell’americana “Freedom House” ha la propria idea di come rispondere alle azioni della “macchina della propaganda russa”. Propone di schedare gli asset dei media russi che ricevono contributi pubblici da Mosca o semplicemente chiuderli.
David Kramer, direttore dell’Istituto “McCain” ed ex direttore dell’organizzazione americana “Freedom House”, ha proposto di chiudere il canale RT (Russia Today) e “Sputnik”. Lo ha affermato in un’intervista al quotidiano lituano “Veidas”.
Rispondendo alla domanda di un giornalista su come affrontare la macchina della propaganda russa, Kramer ha illustrato 2 modi. Nel primo propone di tenere traccia degli asset di media come RT, “Sputnik” ed altri che ricevono contributi da Mosca, o semplicemente chiuderli.
“Non per quello che pubblicano, ma per dove prendono i soldi”. Questa misura la chiama “attacco aggressivo”.
Il secondo metodo proposto da Kramer è quello di fornire un sostegno finanziario a dei media destinati per il pubblico russo e l’intera regione dell’Europa orientale.
Secondo Kramer, filtrare la “propaganda russa” è facile perchè le azioni della Russia “parlano da sole”. In particolare ritiene un “fatto indiscutibile” “l’invasione” dell’Ucraina orientale.
Kramer ha inoltre accusato la Russia di dispiegare truppe di terra in Siria e di combattere contro i gruppi dell’opposizione che lottano contro Bashar Assad, non contro il Daesh (ISIS).
Le accuse di ingerenza negli affari interni dell’Ucraina non si sentono per la prima volta, ma le autorità russe hanno sempre smentito. Inoltre, dopo che la Russia su richiesta delle autorità siriane ha lanciato un’operazione aerea per distruggere i terroristi del Daesh, sulla stampa sono iniziate a circolare notizie e informazioni secondo cui gli aerei russi non colpiscono i jihadisti, ma gli insorti “moderati” e i civili.
Il ministero della Difesa russo ha più volte presentato le prove dell’infondatezza idi queste accuse: l’Aviazione russa effettua raid di precisione, dopo una accurata verifica delle informazioni, ed esclusivamente colpisce obiettivi terroristici.
L’ufficio stampa di “Sputnik” ha commentato le dichiarazioni di David Kramer:
“la proposta del signor Kramer è in contrasto con l’essenza stessa dei principi europei di libertà di espressione e di stampa. Di fatto in questo caso si tratta di pura censura. La situazione è aggravata dal fatto che queste strane proposte siano state espresse in Lituania dall’ex presidente di “Freedom House”, un ente pubblico a difesa dei principi di libertà e democrazia nel mondo. “Sputnik” è un’agenzia di stampa internazionale e una radio che trasmette in più di 30 lingue. La redazione di “Sputnik” lavora in conformità con le leggi che regolano l’attività dei media.”