Fine ostilità in 7 giorni e aiuti umanitari subito decidono Usa e Russia. Sul campo di battaglia sarà altra cosa. Accordo dell’International Syria Support Group, l’assemblea dei ‘buoni’ o quasi. La fine delle ostilità dovrà avvenire nel giro di una settimana. Lo ha annunciato John Kerry dopo l’accordo col russo Lavrov. “Gli aiuti umanitari dovranno arrivare subito. A partire da questa settimana”. E le troppe aeree sotto il controllo Isis o al Qaeda?
di Redazione
Un appuntamento di diplomazia internazionale trascurato anche dai media. Nessuno ci credeva. Ed è ancora difficile crederci adesso, almeno rispetto ai risultati concreti prossimi futuri. Alla fine di una maratona nella notte, l’accordo sulla Siria a Monaco viene raggiunto: le ostilità dovranno cessare entro una settimana e gli aiuti umanitari dovranno poter accedere in alcune zone «subito», entro il weekend: lo che prevede il documento approvato dall’International Syria Support Group.
«Siamo lieti di dire che è stato raggiunto un accordo a Monaco, che ci sono stati dei progressi e che questo migliorerà la vita quotidiana dei siriani», ha annunciato il segretario di Stato Usa John Kerry, presentando il documento uscito da una difficile giornata di trattative presenti delegazioni di 17 Stati. L’International Syria Support Group, gli Stati membri, si impegnano a esercitare la loro influenza per una immediata e significativa riduzione delle violenze che porti alla fine delle ostilità in tutta la nazione entro una settimana’.
Chi è che convincerà Isis o al Qaeda? ‘Cessate il fuoco’ si fa per dire, ma almeno proviamo a frenare tra la parti in lotta che non siano apertamente formazioni terroriste, sembra di capire. E ognuno poi faccia il possibile per convincere il ‘cattivo’ che ha come amico poco raccomandabile. Qualcuno provi a frenare Isis, qualcun’altro Assad.
Annunci di pace segnali di guerra.
Riad fa sapere che la decisione di inviare le truppe è irreversibile. L’Arabia Saudita è «pronta» a combattere nella coalizione anti-Isis a guida Usa, ha detto il portavoce della coalizione a guida saudita che combatte nello Yemen, Ahmed Al Assiri.
Il segretario alla Difesa Usa, Aston Carter, ha presentato a Bruxelles il piano dettagliato per la nuova fase della campagna contro Isis in Siria e Iraq, che si concentra soprattutto sulla riconquista di Mosul e Raqqa. Carter ha chiesto agli alleati di aumentare i contributi effettivi alle operazioni entro un mese.
Fronte diplomatico.
La giornata si era aperta con la contrapposizione di due fronti: i russi che si sono detti disposti a una tregua per il primo marzo, e Usa ed Ue che hanno chiesto lo stop immediato ai combattimenti.
Il leader dell’opposizione siriana Riad Hidschab, capo del comitato delle trattative, ha chiesto che «Assad e i suoi sostenitori fermino gli attacchi contro la popolazione».
Nella giornata del vertice, a margine della conferenza sono stati resi noti alcuni dati inquietanti sulla guerra civile siriana: l’11,5% della popolazione sarebbe rimasto ucciso o ferito nel conflitto che dura ormai da 5 anni, stando allo studio del Syrian Centre for Policy research, citato dal Guardian.
12 febbraio 2016