Con la tecnica del cambio dei termini ma che vogliono dire la stessa cosa qualcuno vuole ripristinare lo sdoganamento dei fascisti.
Questo è quello che sta avvenendo sulle poltrone delle istituzioni che dovrebbero rispettare la Costituzione nata dalla Resistenza al nazi-fascismo. Infatti, qualcuno vorrebbe finanziare, con soldi pubblici (cioè nostri), quella che la Storia ci ha insegnato essere stata una delle peggiori dittature in terra italiana negli ultimi 2 secoli.
Con questo modo di agire, poco serio e da ignoranti, un domani potrebbe svegliarsi un parlamentare, un sindaco, ecc. contiguo o affiliato alla malavita e proporre, nel nome della storia, un museo a Riina, a Badalamenti e così via. Oppure, visto che i nazisti sono stati alleati dei fascisti e hanno dimorato in Italia, restaurare a nome di un “museo del Novecento” una delle tante case dove hanno pernottato e occupato.
Vi sembra normale e sensato?
Gravissime stupidaggini che ci devono vedere risoluti nel dire NO e chiedere a coloro che hanno proposto questo di rimettere il mandato perché lesivo della Costituzione a cui hanno giurato fedeltà. Senza sé e senza ma!
MOWA
A Predappio il museo del fascismo con i soldi del governo. Il progetto in mano a Luca Lotti
CET
Il governo finanzierà un museo del fascismo a Predappio, a pochi metri dalla casa dove nacque il Duce.
Secondo La Stampa, il progetto necessita di due milioni di euro:
Il dossier è nelle mani del sottosegretario Luca Lotti: due settimane fa – lontano dai riflettori – è andato di persona a controllare il palazzo sorto nel Ventennio e ha assicurato che il governo troverà i fondi che ancora mancano (due milioni di euro, pari al 40 per cento dei costi di realizzazione). Probabilmente tramite il Cipe: procedura snella e tempi rapidi.
Il museo sorgerà nell’ex Casa del Fascio, che dovrà essere restaurata e recuperata. In totale servono 5 milioni di euro, ma Palazzo Chigi non intende sborsare l’intera cifra. Nel Pd nessuno pensa di celebrare il fascismo e difatti la costruzione viene indicata come “museo del Novecento”.
Il progetto ha la benedizione del sindaco di Predappio, che da tempo vuole recuperare l’edificio abbandonato.
“Vogliamo liberarci dagli aspetti ideologici e mettere al primo posto la storia» dice Carlo Giunchi, consulente del sindaco che da anni lavora a questo «grande centro di documentazione». Perché per l’amministrazione è ancora difficile parlare di “museo”. Eppure di questo si tratterà, anche se in una forma moderna e interattiva, “non sarà una mera raccolta di cimeli”. Giunchi è appena tornato da Monaco, dove un anno fa ha aperto il primo museo dedicato al nazismo. L’idea è di replicare una cosa simile anche nel paese di Mussolini.
16/02/2016