La battaglia di Affile (Roma)
La vicenda del Sacrario a Rodolfo Graziani nasce, ad Affile, il giorno 11 Agosto 2012.
Infatti, in tale data avviene l’inaugurazione del monumento funerario all’ex Maresciallo, ad opera del sindaco di Affile, Ercole Viri, promotore dell’iniziativa ed alla presenza del fior fiore della destra neofascista romana.
A tale iniziativa, purtroppo, è stato presente anche un sacerdote della Curia Romana.
L’inaugurazione del sacrario, avviene, guarda caso, nel centotrentesimo anniversario della nascita di Rodolfo Graziani, avvenuta a Filettino (FR) l’11/08/1882.
Il processo nasce il 2/10/2012 ed è dovuto alla denuncia di un cittadino di Montemurlo (PO), Fulvio Castellani, iscritto all’A.N.P.I., il quale, mediante il suo difensore, Avv. Francesco Mandarano, si rivolge alla Procura della Repubblica di Prato, affinché la stessa, apra un indagine per accertare la sussistenza o meno dei reati di apologia di fascismo e peculato per distrazione, che ad avviso del querelante, sarebbero stati commessi dal sindaco di Affile, da due suoi assessori e dall’allora Presidente della regione Lazio, Renata Polverini.
In conseguenza di questa iniziativa, scoppia una polemica sul web, dal momento che molti cittadini affermano l’impossibilità per uno Stato Antifascista come l’Italia, di costruire monumenti ad un generale fascista, come Graziani, inoltre, militare di alto grado radiato dall’esercito italiano, per collaborazionismo, cioè tradimento della Patria a favore del nazista invasore; per di più, generale codardo ed incompetente, colonialista e razzista.
In seguito alla rivolta del web contro i neofascisti di Affile (Rm) e contro la sinistra politica italiana, che non prende iniziative concrete, l’ANPI Nazionale, in persona del Presidente, Prof. Avv. Carlo Smuraglia, presenta anch’essa una denuncia contro Ercole Viri, sindaco di Affile, per il reato di apologia di fascismo e per accertare l’eventuale commissione di altri reati contro lo Stato Italiano.
Al termine di un’indagine, durata ben tre anni, nei confronti del sindaco di Affile (RM) e di due assessori della sua giunta, che hanno votato la delibera comunale che intesta il sacrario a Rodolfo Graziani, la Procura di Tivoli ha ordinato il rinvio a giudizio dei tre indagati, per il solo reato di apologia di fascismo.
Nel corso del giudizio, si sono costituiti parte civile i Comuni di Stazzema, Marzabotto, Carrara, Massa, Montignoso e provincia Apuana.
Tale costituzione, purtroppo, non è stata accolta dal Giudice Monocratico, innanzi al quale pende il processo, in quanto, secondo lo stesso Giudice, i Comuni non hanno diritto a costituirsi parte civile e chiedere i danni per fatti che colpiscono i beni supremi della Libertà, della Democrazia e dell’Antifascismo.
Infatti, secondo il Giudice Monocratico del Tribunale di Tivoli, tale diritto spetta soltanto allo Stato centrale ed all’ANPI Nazionale, non ai singoli Comuni, anche se vittime di stragi inaudite da parte dei nazifascisti.
A questo punto, c’è da sottolineare che il processo verrà definito il 05/07/2016, in quanto gli imputati, Viri, sindaco di Affile, Peperoni Lorenzo e Frosoni Gianpiero, assessori, hanno chiesto il giudizio abbreviato, cioè hanno rinunciato a presentare documenti e testimoni.
La sentenza di condanna degli imputati è certa, in quanto, recentemente, sono stati condannati per apologia di fascismo due militanti che, pubblicamente, avevano fatto il saluto fascista.
Ora, a chiunque appare evidente che l’azione di un sindaco che costruisce un sacrario ad un generale codardo ed incompetente, ad un fascista, ad un colonialista, ad un genocida, è molto ma molto più grave di quello che alza la mano per effettuare il saluto fascista.
Naturalmente, il problema Ideale e Politico non è assolutamente risolto con questa prossima condanna, in quanto il Giudice, il 05/07/2016, si limiterà ad infliggere agli imputati, una condanna penale, a pochi mesi di reclusione, senza, però, ordinare l’abbattimento del mausoleo.
Pertanto, anche dopo il 05/07/2016, la Battaglia Antifascista, dovrà continuare; addirittura, da oggi alla prossima udienza, bisognerà mobilitare tutti i sinceri democratici, facendo loro presente che nessun monumento a Graziani può esistere in Italia, dove già ci sono i mausolei alle vittime di Marzabotto e di Sant’Anna di Stazzema.
Non si possono mettere insieme il diavolo e l’acqua santa, così come non si possono onorare contemporaneamente vittime e carnefici.
L’Italia deve scegliere: O con Marzabotto e Stazzema o con Affile! O con gli Antifascisti o con Graziani!
Non è possibile onorare con un sacrario un generale imbelle, che si è messo al servizio di Hitler ed ha preso le armi contro i Nostri Partigiani.
In questo scritto, analizzeremo tutta la questione, e dimostreremo che la classe dirigente italiana, nel suo complesso, è fortemente inadeguata, dai politici, ai vari organi dello Stato, alla stampa, al potere giudiziario.
La Procura di Tivoli ha mostrato i suoi limiti quando non ha contestato il reato di peculato per distrazione, cioè, sperpero di denaro pubblico; inoltre essa ha impiegato troppo tempo, ben tre anni, per fissare la data del dibattimento, iniziato il 21/09/2015, davanti al Giudice Monocratico del Tribunale di Tivoli.
Oltre questo ritardo, un’altro aspetto da mettere in evidenza, è che, la Pubblica Accusa, in questa vicenda, ha ravvisato soltanto il reato di apologia di fascismo, ha dato, cioè, alla costruzione di un sacrario, per di più operata da personalità pubbliche, lo stesso peso giuridico che di solito viene dato al gesto di alzare la mano, cioè di compiere il saluto fascista.
In effetti, l’azione di costruire un monumento, in un parco cittadino, con i soldi pubblici, è un fatto ben più grave del saluto fascista.
A ben guardare, chi ha ordinato quest’opera, ha commesso, non solo il reato di apologia di fascismo, bensì anche quello molto, ma molto più grave di peculato per distrazione.
Infatti, questo reato si realizza quando un’opera non ha nessuna utilità pubblica e viene costruita da un sindaco o da un ministro per favorire un privato oppure un associazione privata di cittadini.
Nel caso che ci occupa, il fatto è molto, ma molto grave, in quanto il sindaco di Affile, con la costruzione del sacrario, ha inteso rendere ed ha effettivamente reso omaggio, ad un condannato per tradimento, così detto “collaborazionismo”, cioè ad una persona con la fedina penale macchiata da un gravissimo reato inoltre,
Rodolfo Graziani assieme ai suoi padroni nazisti ha compiuto stragi inaudite in mezza Italia.
Oltre che alla figura di Graziani, il sindaco di Affile ha inteso rendere un servizio all’associazione culturale “Rodolfo Graziani”, che esiste ad Affile e di cui lui stesso è il presidente.
In sostanza, i monumenti funebri, come regola generale, vengono eretti a favore di benefattori dell’umanità, mentre ad Affile, con i soldi pubblici, è stato onorato un fascista, traditore e generale codardo ed incompetente, pesantemente sconfitto dagli Inglesi in Africa, durante la seconda guerra mondiale.
Per rendersi conto dell’estrema gravità morale e politica del gesto compiuto dal sindaco e da due assessori del comune di Affile con la costruzione del sacrario, bisogna tener conto che in tutta l’Africa, Graziani è noto con il triste nome di “macellaio”, per i suoi crimini commessi in Libia, negli anni 1921-1934, usando contro le popolazioni civili i campi di sterminio ed utilizzando contro i Patrioti Libici, che lui e Mussolini definivano “ribelli”, persino i gas, vietati dalle convenzioni internazionali, precedentemente firmate dall’Italia.
Inoltre, Graziani, per terrorizzare le popolazioni locali, ha usato il metodo delle impiccagioni dei Patrioti, alla presenza di migliaia di persone.
Lo stesso metodo ha usato “l’Eroe di Affile” durante la guerra d’Etiopia, negli anni 1935-1936, dove è stato prima generale, comandante del fronte sud e, poi, viceré.
Difatti, in Etiopia, Graziani ha utilizzato sia i gas, che il metodo delle esecuzioni di massa contro i “ribelli” e contro chiunque fosse semplicemente sospettato di essere vicino alla Resistenza Etiope.
Particolarmente efferata, è stata la rappresaglia ordinata da Graziani, dopo l’attentato da lui subito ad Addis Abeba il 19/02/1937.
Difatti, nei giorni successivi all’attentato a Graziani, sono state trucidate circa 30.000 persone.
Non contento di ciò, il colonialista Graziani, alla fine del maggio 1937, ha ordinato l’esecuzione di tutti i monaci, diaconi, loro parenti ed amici, che si trovavano nel santuario di Debrà Libanos, città santa della Chiesa Copta.
In tale scellerata impresa, sono state passate per le armi, circa 1400 persone, tra civili e religiosi.
Tutto questo è avvenuto, perché Graziani, riteneva, senza alcuna prova, che i monaci di Debrà Libanos, fossero gli ispiratori dell’attentato da lui subito.
In sostanza, Graziani, in Etiopia, si è comportato da tipico colonialista, creando una netta divisione tra italiani ed etiopi, suscitando, così, l’odio della popolazione locale contro di lui e contro gli Italiani.
Dopo il suo attentato, l’efferatezza di Graziani si è sempre più aggravata, tanto che Mussolini, che pure non è stato mai tenero contro gli Africani, per evitare un conflitto aperto tra italiani ed etiopi, è stato costretto, nel 1937, a sostituirlo, come vicerè, con il principe Amedeo D’Aosta, che ha cercato, in qualche modo, di attenuare la crudeltà del regime instaurato da Graziani.
A questo punto, sorge spontanea una domanda:
L’Italia è proprio ridotta così male, non solo dalla mancanza di lavoro, ma soprattutto dalla perdita dei propri valori di Pace e di Solidarietà, da costruire un monumento ad un genocida, senza che la classe politica e tutto il popolo si ribellino?
Da questa vicenda esce con le ossa rotte la classe governativa italiana, che da quasi quattro anni non ha inteso prendere l’unico provvedimento adeguato: l’abbattimento del sacrario!
Il primo responsabile dell’esistenza del monumento, è l’attuale ministro degli Interni Angelino Alfano, che anziché demolire il sacrario, che costituisce un oltraggio al mondo intero, si preoccupa in caso di manifestazioni Antifasciste ad Affile, di militarizzare il paesino.
Lo stesso sistema di inviare numerosi poliziotti e carabinieri viene, poi usato, ogni volta, che si celebrano le udienze penali davanti al Tribunale di Tivoli.
Questi sistemi, pur necessari, sono dei palliativi e non servono a risolvere la questione alla radice.
Il problema è costituito dalla costruzione e dalla presenza, tutt’ora, del monumento funerario a Rodolfo Graziani.
Pertanto, non basta a risolvere tale problema il solo fatto di inviare la forza Pubblica, occorre una decisione drastica e definitiva: la demolizione del sacrario.
Per di più, è da sottolineare che sull’argomento sono state presentate numerose interrogazioni parlamentari, alcune di esse attendono ancora una risposta chiara.
Finora, il sottosegretario che ha risposto a tali interrogazioni, si è limitato ad affermare che il Ministro segue con attenzione il processo penale in corso.
Questa risposta è inadeguata, in quanto il compito della Politica è quello di prendere delle decisioni rapide e concrete nei riguardi di personaggi che Violano la Nostra Costituzione, come è avvenuto ad Affile con la costruzione di un sacrario a Rodolfo Graziani ad opera d’un amministrazione comunale.
Quello che decide la Magistratura è assolutamente secondario: il problema è Ideale e Politico ed in tale sede deve trovare la sua naturale e corretta soluzione!
Purtroppo, anche la Stampa Nazionale non ha dato un adeguato rilievo a questa vicenda, tanto che nessun giornale ha condotto una vera inchiesta su tale argomento, con articoli ed una vera e completa intervista di esponenti politici e di semplici cittadini.
Tali interviste andavano effettuate nelle più grandi città italiane.
Ci sono stati, è vero, alcuni articoli, ma in numero ridotto e la questione del sacrario a Graziani è stata affrontata a spizzichi e bocconi, mai in forma organica e continuativa.
Persino l’A.N.P.I. Nazionale, dispiace dirlo, che pure ha presentato, anche se con ritardo una denuncia penale ed ha seguito e segue il processo con attenzione, tanto che si è costituita parte civile contro Ercole Viri e due assessori della sua giunta, si è mostrata complessivamente titubante ed inadeguata in tutta la questione.
Infatti, l’Organizzazione Nazionale degli Antifascisti, sin dal mese di agosto del 2012, cioè immediatamente dopo l’inaugurazione del sacrario, avrebbe dovuto indire a Roma, davanti al Ministero dell’Interno, una manifestazione di tutti gli Antifascisti, portando in una capiente Piazza di Roma, centinaia di migliaia di persone per chiedere l’abbattimento del monumento funebre a Rodolfo Graziani.
Speriamo che l’ANPI Nazionale faccia quest’anno quello che non ha fatto negli anni scorsi!
Sarebbe veramente interessante che tutti gli Antifascisti manifestassero a Roma il 5 maggio di quest’anno, a distanza di 80 anni dall’entrata delle truppe Italiane in Addis Abeba, per chiedere l’abbattimento del sacrario.
Questa iniziativa sarebbe davvero necessaria, per rimarcare la distanza della coscienza degli Antifascisti dalle scellerate imprese di Mussolini e di Graziani e per chiedere mille volte scusa agli Etiopi per i lutti e le rovine a loro apportate nel secolo scorso.
Per raggiungere questo risultato, è opportuno che nei congressi di sezione e nei congressi provinciali, vengano approvate delle mozioni che sollecitino l’ANPI Nazionale ad indire una grande manifestazione a Roma per ottenere l’abbattimento del Sacrario.
A questo punto del nostro ragionamento, dobbiamo essere estremamente chiari: la presenza ad Affile (Roma) del sacrario a Graziani è una ferita profonda e sanguinante, che non può essere sanata neanche da centinaia di feste e di ricorrenze, pure importanti e necessarie, che esaltino la Resistenza.
Infatti, quel monumento mina le basi ideali della Nostra Carta Costituzionale: essa non si ispira più a Piero Calamandrei, ad Antonio Gramsci, ai fratelli Rosselli, bensì a Graziani, a Mussolini ed Hitler.
In tutta questa vicenda, che lascia molto amaro in bocca, bisogna chiudere con una forte nota positiva: l’impegno delle ANPI della Provincia Apuana, dell’ANPI Provinciale di Roma e dell’ANPI di Vicovaro (Roma), dell’ANPI Provinciale di Pisa!
La presenza e la combattività di tali Associazioni si ergono maestose come un alto Massiccio montuoso che spunta da una bassa pianura.
Tali organizzazioni nel loro insieme meritano un forte plauso, in quanto sono riuscite a trasformare un problema che non è locale, in un avvenimento nazionale, di forte valenza Ideale e Politica.
Pensiamo di interpretare il pensiero di tutti gli Antifascisti, ringraziando vivamente per il loro impegno, la loro presenza e la loro combattività, le seguenti personalità: il “Comandante” Nando Sanguinetti di Carrara, sempre presente in prima linea nei luoghi della Battaglia Antifascista, da Carrara a Tivoli; il Presidente Provinciale dell’ANPI di Roma Ernesto Nassi, che non ha avuto timore a portare la battaglia nella “tana del lupo”, cioè ad Affile; la Presidente dell’ANPI di Vicovaro (Roma), Elena Duvalli, che assieme al Regista Italo-Americano Valerio Ciriaci ha prodotto un apprezzato film sulla vicenda del sacrario a Graziani e sulle stragi dallo stesso commesse in Etiopia; il Presidente dell’ANPI Provinciale di Pisa, che è stato l’ispiratore e l’organizzatore dell’approvazione da parte di molti Consigli Comunali della provincia di Pisa e persino da parte della Regione Toscana, di ordini del giorno che sostengono la Battaglia Antifascista delle ANPI della Provincia di Pisa e chiedono l’abbattimento del sacrario a Rodolfo Graziani.
In presenza di queste figure esemplari, possiamo ben dire:
Sempre più avanti sulla via dell’Antifascismo!
In modo che nessun fascista, colonialista e genocida venga mai più onoraro oppure riabilitato e che l’Italia, secondo i nostri principi costituzionali, marci spedita sulla via della Pace e della Solidarietà.
Francesco Mandarano
Prato