DANILO TOSARELLI –MILANO
Posso dire che sono arcistufo e nauseato dal trovare articoli e dichiarazioni che parlano male dei dipendenti pubblici?
Non si tratta di difendere la categoria, perché ne faccio parte.
Qui si tratta di voler ricostruire una realtà per quella che è e non per come la si vuole far apparire.
Parlar male dei dipendenti pubblici è ormai diventato uno sport nazionale.
Sono scansafatiche, inefficienti, ma soprattutto troppi.
Persino Grillo ne fece circa 3 anni fa, una campagna politica.
“Insieme ai pensionati, i dipendenti pubblici ed i politici rappresentano un peso insopportabile per lo Stato”.
Facile fare di tutta l’erba un fascio, per raccogliere consensi basati su luoghi comuni….
In realtà una bestemmia che non smetterò mai di contestare al Movimento 5 Stelle.
Ultimo in ordine di tempo, un articolo apparso sul quotidiano METRO del 21 aprile 2016.
Titolo: ” IL PUBBLICO PESA TROPPO” a firma del presidente del centro studi ImpresaLavoro, Massimo Blasoni.
Tra le altre cose, il Blasoni sostiene che “l’eccesso di produzione normativa e la grande quantità di impiegati pubblici frenano e spesso ostacolano la crescita economica del Paese”.
E’ DAVVERO COSI’?
Oppure anche il signor Blasoni si rende complice della più odiosa delle campagne politiche in atto?
Renzi ne è l’alfiere e con la scusa di voler sburocratizzare, in realtà discrimina i lavoratori pubblici.
NON SIAMO TROPPI.
Abbiamo 58 impiegati ogni mille abitanti.
La Spagna ne ha 65, la Gran Bretagna 92 e la Francia 94.
E’ vero che la Germania ne ha 54 ogni mille abitanti, ma è anche vero che la Svezia ne ha 135.
DOVE STA IL SURPLUS?
Secondo l’Eurispes, negli ultimi dieci anni molti partner europei hanno assunto forza lavoro nel pubblico impiego:
un incremento del 36,1% in Irlanda,
del 29,6% in Spagna,
del 12,8% in Belgio e
del 9,5% nel Regno Unito.
L’Italia ha visto diminuire i propri dipendenti pubblici del 4,7%.
COSTIAMO TROPPO?
In Francia, gli stipendi dei lavoratori pubblici pesano sul bilancio statale per il 13,4% del Pil.
In Belgio il 12,6%
In Spagna il 11,9%.
In Svezia e Finlandia il 14,4%
In Danimarca il 19,2%
In Italia, gli stipendi del pubblico impiego pesano sul bilancio statale per l’equivalente dell’11,1% del Pil.
I DATI SMENTISCONO I TANTI DETRATTORI.
Questi detrattori alcune informazioni non le danno.
Non spiegano ad esempio, che cresce l’età media dei dipendenti pubblici.
E’ aumentata l’età pensionabile e vi è il blocco del turnover.
Nella migliore delle ipotesi, ogni 4 lavoratori che vanno in pensione o muoiono, se ne potrà assumere solo uno.
Facile comprendere, perché scadrà sempre più la qualità del servizio al cittadino.
Sempre meno e sempre più anziani i lavoratori pubblici….
Renzi avrà buon gioco nel proporre di affidare molti servizi al PRIVATO.
Chissà con chi sta Renzi?
Lo Stesso Renzi, che vuole umiliarci, proponendo un aumento contrattuale pari a 3,50 euro mensili.
Contratto dei pubblici scaduto nel 2009.
Da allora mai più rinnovato.
Interviene la Corte Costituzionale obbligando il Governo al rinnovo.
Renzi ubbidisce e propone la cifra sopracitata, giustificandola con vincoli di bilancio.
Ritengo tutto ciò una grave offesa che sta ferendo a morte i lavoratori pubblici.
Quei lavoratori pubblici che continuano ad erogare servizi essenziali e vitali per il cittadino.
Quei lavoratori pubblici che hanno stipendi ormai inadeguati al costo della vita.
Quei lavoratori pubblici, seppur non privi di fannulloni, ma che parallelamente offrono grandi professionalità.
Ma forse non esistono fannulloni in ogni categoria anche del privato?
BASTA PRENDERCI IN GIRO.
Sono forse un esempio i nostri parlamentari, di cui Renzi fa parte?
Non dimentichiamo che anche loro sono dipendenti pubblici, ma chissà perché….
In realtà Renzi sputa contro chi lavora per poco più di mille euro al mese, ma non tocca alcuni privilegi.
Quelli della casta di cui fa parte.
Guardate i loro stipendi e verificate il loro grado di assenteismo.
Sono forse loro i dipendenti pubblici che frenano e spesso ostacolano la crescita economica del Paese?
Al Presidente Massimo Blasoni ed al presidente Matteo Renzi l’ardua sentenza….