La notizia che la Consigliera comunale a Palazzo Marino (Milano) per il Partito democratico, Rosaria Iardino, faccia un’interrogazione per avere lumi sulle scelte politiche di una parte (?) del suo gruppo, sulla circolare del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno e inerente Uber, lascia alquanto frastornati.
La Consigliera, prima del comunicato (riportato sotto insieme all’interrogazione), avrebbe dovuto fare due/tre cose:
1) verificare se le leggi consentono tale procedura; cosa, sicuramente, impossibile e illegittima soprassedere sulle leggi da parte di chi deve farle rispettare ed applicare.
2) chiedere direttamente al Comando della Polizia Locale, visto che è nelle sue prerogative istituzionali, se i loro uffici soprassedessero (anche se non sembra viste le rilevanti operazioni del settore) come “invitato” dalla circolare del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno;
3) appurata, l’eventuale, sussistenza del reato, la Consigliera comunale, si doveva rivolgere alla magistratura per depositare nella Cancelleria del Tribunale di Milano, denuncia per istigazione a delinquere (art. 414 CP) da parte del responsabile e firmatario del suddetto Dipartimento della pubblica sicurezza e degli altri organi che hanno dato seguito alla reiterazione del fatto.
La Consigliera comunale non si era accorta, quando ha redatto l’interrogazione, che il Tribunale ha sentenziato contro il “sistema Uber” in base alle leggi di questo paese? Cosa vorrà dire ciò?
Ma siamo prossimi a giugno e ci saranno le elezioni amministrative …
Cosa non si fa per diventare famosi… e, magari, essere rieletti alla faccia degli ingenui e dei creduloni.
MOWA