di MOWA
Insistere sull’argomento dei “Dens dŏlens” precedenti è importante (vedi link in fondo) data l’ostinata perseveranza della burocrazia sindacale che preferisce tutelare se stessa piuttosto che tutelare i lavoratori… a dimostrazione di ciò troppe sono le “epurazioni” sul posto di lavoro di delegati che contestano il metodo ed il merito della vertenzialità posta dal e nel sindacato.
Detta burocrazia sindacale preferisce talmente se stessa da arrivare al non rispetto delle regole statutarie imposte come prassi di democrazia interna.
A dimostrazione di ciò sono i casi di 5 delegati vigili di Milano (http://iskra.myblog.it/2011/08/02/il-mio-ricorso-cgil/), di 17 trentini che contestarono con lo striscione la Camusso, di Osvaldo Celano della FIOM (http://iskra.myblog.it/2011/07/12/cominciate-le-epurazioni-in-cgil/) ma potremmo continuare a lungo.
Diceva nel ‘62 Lelio Basso in “Un processo di depolicizzazione strutturale e sovrastrutturale“ su “Tempi Moderni” che: ”la libertà si è ridotta alle libertà delle microscelte, delle microdecisioni (scegliere il colore della propria automobile o il titolo del proprio giornale, magari il partito per cui votare), ma […] le macrodecisioni, le scelte che contano veramente sfuggono a qualsiasi effettivo controllo e partecipazione popolare (anche perché i partiti [ndr- aggiungo i sindacati] fra cui si può scegliere hanno quasi lo stesso programma) e anche gran parte delle scelte private, il proprio modello di vita, sono predeterminate dal costume sociale o condizionate dalla pubblicità. […] D’altra parte i gruppi dirigenti, nella maggior parte dei casi, non hanno interesse a cambiare le cose. Se essi concepissero l’attività politica come lotta democratica, che impegna effettivamente delle masse in un’azione quotidiana su tutti i terreni per allargare il potere democratico e per spingere avanti la società, essi sentirebbero il vuoto delle sezioni e delle assemblee, il vuoto dei partiti, come un vuoto pericoloso. Ma la maggior parte dei gruppi dirigenti sono prigionieri del “sistema” che ho descritto: un sistema cioè che, dietro alla facciata di apparenza democratica, il Parlamento, elabora le vere decisioni di importanza collettiva a livello di vertici e tende a esautorare completamente la partecipazione del cittadino alla vita politica. […] Ne consegue che l’attuale società di tipo occidentale-parlamentare spinge alla depoliticizzazione non solo per […] ragioni strutturali […] (frattura fra essere individuale e essere sociale) ma perché crea anche nelle sovrastrutture un sistema partitico [ndr- aggiungo sindacale] che non è affatto interessato a rimontare la corrente, a ostacolare la depoliticizzazione con una reale azione democratica.”
Questo continuo stillicidio delle burocrazie sindacali sui lavoratori ha generato nel tempo sindacati extraconfederali e/o autonomi in perfetta sintonia con il progetto gelliano.
Casualità?
Concorso?
Contiguità?
Se questi burocrati sindacali hanno convinto per anni i lavoratori ad accettare che l’organizzazione a cui appartengono è solo lo strumento tecnico per modificare le microscelte, le microdecisioni e non quelle macro della società capite che l’obiettivo dei padroni è stato facilmente raggiunto.
Quante volte sui posti di lavoro vi siete trovati davanti delegati che non avevano le stesse idee dei burocrati sindacali e che quindi sono stati messi in mora dall’organizzazione? In questo c’è la chiave di lettura di come le burocrazie abbiano ribaltato il mandato loro concesso dai lavoratori che sono i soli ed unici depositari della vita del burocrate sindacale e non il contrario! Quindi, i burocrati sindacali sono, usando un’espressione giuridica, “nostri dipendenti” e non si è mai visto, in occidente, che il dipendente comandi più del padrone! Nell’articolo 6 dello Statuto della CGIL – “Democrazia sindacale” – si parla di: “[…] definizione e l‟approvazione delle piattaforme rivendicative e degli accordi da parte dei lavoratori. Comunque, per la CGIL, in assenza del mandato di tutti i lavoratori, le lavoratrici, i pensionati interessati, è vincolante il pronunciamento degli iscritti […]”
L’ultima firma posta da Camusso, invece, stravolge le regole poste dal diritto giuridico/stautario della CGIL e sarebbe fantastico se qualche lavoratore iscritto consultasse un legale per chiederne conto… Danni morali compresi!
Link:
Dens dŏlens 20 Quando la TV è salutare alla mente! – 12 luglio 2011
Dens dŏlens 21 – Quesiti per la CGIL – 18 luglio 2011
Dens dŏlens 22 – Dirigenti CGIL e massoneria – 27 luglio 2011 –
da: http://iskra.myblog.it/2011/08/04/dens-dolens-23-cgil-e-gli-altri-sindacati/