La Guess Service emigra a Lugano e dopo una battaglia che era apparsa subito disperata solo una ventina di lavoratori(ici) accettano: 60 i licenziamenti ‘incentivati’. La testimonianza di una delegata sindacale, Adriana Nardi.
La Guess Service conferma il trasferimento in Svizzera, a Lugano. Dopo mesi di vertenza sindacale, scioperi, presidi, manifestazioni, appelli delle istituzioni la vertenza si conclude con una fumata nera che vedrà delocalizzare il settore moda che si occupa di sviluppo, stile e prodotto saluta la storica sede di via de’ Cattani, all’Osmannoro.
Venti lavoratori dei 100 che ci lavorano avrebbero accettato il trasferimento: i più giovani, che a Lugano prenderanno circa 3mila franchi svizzeri, cifra di poco superiore al salario minimo. Per gli altri il sindacato ha strappato, nell’accordo conclusivo firmato con l’azienda, un incentivo all’uscita di 18mila euro più 12 mensilità. Un’altra quindicina di contratti erano a termine, mentre due lavoratori sono stati ricollocati in Guess Italia.
Quest’ultima rimarrà nella sede dell’Osmannoro, con circa 80 dipendenti, che si occupano degli ordini della merce e dei rifornimenti per la rete di negozi sparsi in tutta Italia. Ma di certezze e di stabilità ce ne sono poche. “Guess Italia ha appena ufficializzato un nuovo licenziamento – spiega oggi Alessandro Picchioni, della Filctem Cgil -. Il timore è che, come per altri simili stabilimenti sparsi per l’Europa, l’azienda voglia ridurre il personale della struttura rimasta a Firenze a 20-30 lavoratori”. Il che significherebbe licenziare altre 50 persone: “Per questo chiediamo fin da subito una nuova unità di crisi in Regione”.
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