Aldo Moro, un non allineato, assassinato dall’imperialismo capitalista come tutti i politici che dalla guerra fredda in poi non hanno piegato la testa davanti agli Usa e ai suoi diktat.
Il 9 maggio si è ricordato l’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate “rosse” e il ritrovamento del suo cadavere in via Caetani a Roma.
Roma Via Caetani cerimonia vittime del terrorismo Presenti: il capo dello Stato Giorgio Napolitano, la presidente della Camera Laura Boldrini, il presidente del Senato Pietro Grasso, il sindaco di Roma Gianni Alemanno (Siamo una Repubblica nata dalla lotta antifascista: cosa ci fa Gianni Alemanno in via Caetani?)
Il ricordo di quei tragici avvenimenti è presenziato da diversi anni sempre di più da partiti, politici e da istituzioni trasformate secondo le direttive contenute nel Piano di rinascita democratica della P2. Sono, quindi, cerimonie che presentano l’equivocità dell’ipocrisia di chi ha frenato e frena ancora oggi possibili indagini su quei crimini che sono stati il frutto avvelenato di una vera guerra imperialista a bassa intensità, fatta di stragi e omicidi selettivi. Azioni che avevano lo scopo di distruggere il patto democratico nato dentro la Resistenza e che aveva fatto nascere la Costituzione sociale e anticapitalista e la conseguente Repubblica democratica.
Enrico Letta (PD), con Pietro Grasso, Laura Boldrini e Giorgio Napolitano
Le attuali forze politiche sono il cinico risultato di quella guerra fatta contro la nostra avanzata democrazia e sono iscrivibili al punto numero 3 del Piano della P2 che afferma: “Primario obiettivo e indispensabile presupposto dell’operazione è la costituzione di un club (di natura rotariana per l’eterogeneità dei componenti) ove siano rappresentati, ai migliori livelli, operatori, imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori e magistrati nonché pochissimi e selezionati uomini politici, che non superi il numero di 30 o 40 unità. Gli uomini che ne fanno parte debbono essere omogenei per modo di sentire […], tali cioè da costituire un vero e proprio comitato di garanti rispetto ai politici che si assumeranno l’onere dell’attuazione del piano e nei confronti delle forze amiche nazionali e straniere che lo vorranno appoggiare. Importante è stabilire subito un collegamento valido con la massoneria internazionale”.
I nostri attuali governanti sono, nella maggioranza dei casi, membri di organizzazioni come la massoneria, il Bilderberg, la Trilateral, l’Aspen, i Rotary, i Lions, l’Opus Dei, Comunione e Liberazione, veDrò, Italiani europei, ecc. perfettamente in linea con il dettato della P2.
Non credo proprio che la P2 volesse salvare Moro. Quindi cosa commemorano il 9 maggio i politici filoamericani del dopo Moro e del dopo Berlinguer? Probabilmente l’ultima vittima della P2.
Nella foto soprariportata su quattro esponenti di governo e istituzioni, due sono sicuramente membri di più di una delle organizzazioni sopracitate: Enrico Letta appartiene all’Aspen, ha fondato veDrò ed è stato invitato al Bilderberg; Giorgio Napolitano appartiene al Bilderberg, alla Trilateral e all’Aspen.
Queste sono tutte organizzazioni, notoriamente, anticomuniste. La Repubblica italiana nata dalla lotta antifascista, non era perfettamente allineata con l’imperialismo angloamericano, che in Grecia, tra il 1946 e il 1949, con il massacro del partigiani comunisti aveva mandato un segnale ben preciso, sul fronte occidentale e ai politici italiani in particolare, che gli Usa e la Gran Bretagna l’avrebbero fatta da padroni e che l’Italia era cosa loro.
Nel nostro paese la politica anticomunista aveva una regia molto più sottile e duttile fatta anche di abili infiltrazioni in cui oltre agli angloamericani e la mafia, vi lavoravano i nazi-fascisti della Repubblica sociale, il Vaticano, i sionisti del futuro stato sintetico israeliano.
Il 1 Maggio 1947 a Portella della Ginestra questo blocco di interessi imperialisti e di classe mandò il suo segnale inequivocabile con una strage.
Da Portella della Ginestra alla morte del presidente dell’ENI, Enrico Mattei, alla strage del 12 dicembre 1969 alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, continuando per tutte le stragi avvenute negli anni ’70, come quella a Brescia in Piazza della Loggia, agli omicidi di Moro e della sua scorta, la strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980, sino alle bombe del 1992-93, la regia è una sola; ed è una regia anticomunista, contro la Resistenza, la Costituzione e la nostra democrazia sociale e il suo livello di civiltà, frutto di quel periodo di lotte che vedeva una fortissima avanzata nella società delle politiche legate al mondo del lavoro.
Il proletariato italiano esprimeva, negli anni Settanta, dalla fabbrica all’intera società la forza della sua egemonia.
Sul ruolo che ha avuto l’eversione atlantica nell’operare per arrestare in Italia quel processo sociale positivo e come essa sia giunta in profondità nella nostra società, nei partiti e nei movimenti, pochi hanno una conoscenza dettagliata e articolata. Pochi conoscono a che punto erano arrivate le indagini della Commissione Stragi che è stata bloccata, per volontà politica, quando comincia a lavorare sul luogo dove realmente lo statista democristiano Aldo Moro ha trascorso gli ultimi 55 giorni della sua vita.
All’epoca il governo Berlusconi, per evidenti motivi, non era interessato a fare chiarezza sulle stragi nel nostro Paese e l'”abilissima” Procura di Roma, non voleva riaprire il capitolo su dove era stato tenuto prigioniero il presidente della DC perché si sarebbe messa a rischio la “verità” accertata nei tre processi che hanno riguardato quei tragici avvenimenti, ma soprattutto si sarebbe aperto il capitolo sui reali mandanti e sui loro obiettivi politici di lungo periodo.
Per capire meglio su come si sono svolti i tragici fatti di via Fani, che hanno avuto ricadute pesantissime sulla vita sociale del nostro Paese, occorre ricordare che è stata un’azione di destabilizzazione controllata per stabilizzare a destra la politica del nostro Paese, troppo autonomo su molte questioni: dalle relazioni estere alle politiche energetiche.
Stessa sorte hanno avuto Paesi che cercavano una propria autonomia, come il Cile di Allende e l’Argentina; e in tempi più recenti i cosiddetti non allineati, come la Jugoslavia, l’Iraq, la Libia, la Siria e l’Iran.
In questa guerra combattuta a più livelli, in cui i leader politici non allineati sono stati fisicamente eliminati, hanno avuto molta importanza le false flag (false bandiere) e una massiccia dose di guerra psicologica.
Per queste ragioni è importante il libro di Rita Di Giovacchino, uscito nel 2003, Il libro nero della Prima Repubblica e in modo particolare le pagine da 246 a 272 del capitolo Il Grande Vecchio, che alleghiamo. (1)
Alla Di Giovacchino va il merito indiscusso di aver tentato, insieme alle opere di altri autori come Sergio Flamigni, Stefania Limiti, Philip Willan, Gianni Flamini, José Maria Cereghino, Antonella Grippo, Giovanni Fasanella, Riccardo Mandelli, Fabio Zanello e altri, di far luce su vari misteri italiani in cui capitalisti, massoneria e servizi segreti nostrani e internazionali non mancano mai. Misteri che hanno una storia antica e che si ritrovano costantemente, ma in forme diverse, a partire dalla creazione dello Stato unitario.
A questo punto non vi resta che leggere le pagine scritte da Rita Di Giovaccchino, inserendo mentalmente le foto dei protagonisti e dei luoghi descritti nel libro, nei punti in cui vengono citati.
Buona lettura
Lo staff di Iskra
Questi sono i luoghi ed i personaggi citati nel libro di Rita Di Giovacchino, più una nostra riflessione su come avrebbero fatto a evitare i posti di blocco della polizia e dei carabinieri.
Jean Paul Getty proprietario della Getty Oil Company e di Villa Odescalchi a Marina di Palidoro.
Hubert Howard con la moglie Leila Caetani e Sante Marchetti
Villa Odescalchi a Palo Laziale – Venduta a Jean Paul Getty dall’antica famiglia romana.
In questa villa è stato tenuto prigioniero Aldo Moro e non in via Montalcini. Villa Odescalchi nel 1980 è stata venduta alla società svizzera Cobajar e trasformata nell’hotel esclusivo La Posta Vecchia.
Igor Markevitch il direttore d’orchestra sposato con Topazia Caetani. Parente di Hubert Howard e Leila Caetani, Markevitch era considerato dai periti della Commissione Stragi e dai suoi biografi il Signore di Gladio.
Il percorso, segnato in rosso, fatto via mare e poi sul Tevere, dall’imbarcazione che ha portato Aldo Moro da Villa Odescalchi a Roma
L’ipotesi più accreditata dagli esperti della vicenda Moro è che lo statista Dc sia stato trasportato via mare (vedi linea rossa sulla mappa) con un’imbarcazione da Villa Odescalchi (Marina di Palidoro nei pressi di Ladispoli), facendolo risalire dal Tevere sino all’Isola Tiberina, zona centralissima di Roma, dove c’è un sottopassaggio, lungo 600 metri circa, via di fuga della antica famiglia dei Caetani principi di Teano e duchi di Sermoneta, che arriva proprio sotto il loro palazzo. L’ultima discendente di questa famiglia è proprio Leila, moglie di Hubert Howard il generale americano che aveva partecipato alla liberazione di Firenze nel 1944 e che aveva lavorato per l’OSS, il servizio segreto precedente la CIA. Howard era molto amico del figlio di Theodore Roosevelt, Kermit, sostenitore della sinarchia, una forma di governo mondiale gestito da una cerchia ristretta di persone che opera per la disgregazione degli Stati Nazionali in minuscole comunità su basi razziali.
Palazzo Caetani, entrata da via Delle Botteghe Oscure.
In questo palazzo all’epoca del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro abitava il principe Johannes Schwarzenberg, ambasciatore dell’Ordine dei Cavalieri di Malta in Vaticano.
Stranamente la polizia non lo interrogò, nonostante sotto casa sua si fosse conclusa tragicamente, in una Renault 4 rossa, la vita del presidente della Democrazia cristiana.
Il principe e la moglie morirono pochi giorni dopo in un provvidenziale incidente automobilistico.
Palazzo Caetani si trova nel punto A della mappa di Roma
Roma – Isola Tiberina sul fiume Tevere – Nella zona segnata in viola, o nelle immediate vicinanze, c’è l’entrata del passaggio sotterraneo che porta a Palazzo Caetani.
Lo staff di iskrae.eu