Nuova edizione di due controinchieste (Il covo di Stato e La prigione fantasma) su due aspetti cruciali del delitto Moro: la base romana delle Br collocata in via Gradoli, e le menzogne degli ex terroristi sulla detenzione e l’uccisione del prigioniero in via Montalcini. Il capo brigatista Mario Moretti collocò la base romana delle Brigate rosse in via Gradoli, una strada senza uscita che già ospitava numerose entità e apparati, e in un edificio al numero civico 96 zeppo di appartamenti gestiti da fiduciari del servizio segreto del Viminale. In queste pagine ci sono le prove documentali che la base Br di via Gradoli – a poca distanza dall’abitazione di Aldo Moro e da via Fani – era in pratica un covo di Stato. Secondo la versione dei fatti raccontata dagli ex terroristi e avallata da alcuni magistrati, Moro sarebbe stato tenuto prigioniero per tutta la durante del sequestro, e infine ucciso, nel covo Br di via Montalcini 8 (Roma). Ma in queste pagine, attraverso documenti e testimonianze, si dimostra che quella di via Montalcini non fu affatto la prigione del presidente della Dc, né il luogo della sua uccisione. La base romana delle Br collocata proprio in via Gradoli, rivela le torbide ambiguità del capo terrorista Mario Moretti, adombrando le connivenze che hanno propiziato la strage di via Fani. E la versione brigatista di Moro prigioniero e ucciso in via Montalcini è l’estrema menzogna finalizzata a occultare il vero scenario del delitto che ha cambiato il corso della storia italiana.
SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul delitto Moro, sulla P2 e Antimafia. Autore del best seller La tela del ragno (5ª edizione 2003), ha scritto fra l’altro: «Il mio sangue ricadrà su di loro». Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br (1997); Convergenze parallele (1998); La sfinge delle Brigate rosse (2004); Le idi di marzo (2007); Patto di omertà (2015); tutti pubblicati da Kaos edizioni.