Pubblichiamo l’articolato documento approvato dal Comitato Centrale del Partito Comunista del Brasil- PCdoB il 3 luglio 2016 che ricostruisce molto bene il quadro del golpe in corso e anche la proposta politica dei comunisti per contrastarlo con una parola d’ordine che dia continuità e incisività alla mobilitazione della sinistra e dei movimenti sociali. [*]
Plebiscito bandiera di mobilitazione per sconfiggere il golpe.
Una verità si sta imponendo nel paese, sebbene i grandi mezzi di comunicazione cerchino di creare una atmosfera di normalità: dopo il duro colpo alla democrazia nel Senato Federale il 12 maggio 2016, il vicolo cieco politico si è approfondito e il Brasile e il popolo si vedono esposti a gravi minacce e arretramenti.
Di fronte a questo quadro, il PCdB invita le forze democratiche e popolari a rafforzare il percorso per ripristinare la democrazia; il primo passo è sconfiggere il golpe nel Processo del Senato Federale, cosa che garantirebbe il ritorno della presidente eletta Dilma Rousseff alla carica presidenziale. Per questo, i comunisti riaffermano la rilevanza della lotta per la convocazione di un plebiscito per elezioni dirette per presidente (della Repubblica).
In questo scenario di confronto aperto fra i poli della democrazia e del golpismo, si svolgerà la campagna elettorale (per le elezioni amministrative) del 2016. Il PCdB, come già indicato in altro documento della direzione nazionale, affiancherà alla campagna dei suoi (sue) candidati (candidate) la lotta per la democrazia con un programma di parole d’ordine e proposte per città creative e innovatrici più umane, per il loro sviluppo sostenibile e di qualità migliore per la popolazione.
In 50 giorni, il governo interino ha reso manifesti gli obiettivi del golpe.
Il governo interino di Michel Temer è indirizzato verso un unico obiettivo: completare il golpe attraverso il giudizio del Senato Federale. Attiva due movimenti collegati: assedia direttamente i componenti del Senato, offrendo ministeri e altri posti, con scambio esplicito di voti; e, a ritmo accelerato, approva misure nel Congresso e annuncia provvedimenti ultraliberisti, antinazionali.
L’annunciato “governo di salvezza nazionale” in verità si rivela un governo altamente lesivo della sovranità del nostro paese. Si preparano privatizzazioni del patrimonio nazionale e denazionalizzazioni, mentre si pretende di subordinare ciò che resta del settore statale e della banche pubbliche agli interessi del mercato. Già sono in corso la rottura del regime di “partilha” (divisione) del Pré-Sal (grandi giacimenti di petrolio off shore) e la fine del monopolio dello Stato nello sfruttamento dell’energia nucleare; avanza anche l’iter dell’autorizzazione di vendita di terre a stranieri; e si compie la demolizione della politica estera che negli ultimi anni ha proiettato a livello mondiale un Brasile attivo e ha incentivato la integrazione latino-americana in controtendenza al neocolonialismo.
Con il pretesto di risanare i conti pubblici, è stata protocollata una Proposta di Emendamento Costituzionale che fissa un tetto per le spese pubbliche lungo l’arco di due decenni. In verità, ciò che si vuole è la disarticolazione dello Stato nazionale, impedendo ad esso di stimolare lo sviluppo sovrano e assicurare i diritti sociali garantito dalla Costituzione del 1988. Crollerà il bilancio per salute, istruzione, assistenza sociale, così come per i settori strategici di scienza, tecnologia e innovazione, mentre miliardi e miliardi saranno destinati al pagamento del debito pubblico, tranquillizzando i redditieri.
Per motivare l’impeachment il governo interino ha realizzato una vera “festa” fiscale, innalzando artificialmente il deficit pubblico a 170 miliardi di reais, nel cinico silenzio dei grandi mezzi di comunicazione e degli interessi redditieri che invocano uno “choque fiscale”. La strombazzata austerità fiscale si rivolge quindi solamente contro il popolo e i lavoratori, con due riforme già annunciate: la riforma del lavoro, con la finalità di eliminare o mitigare storici diritti consacrati nelle CLT ( Consolidação das Leis do Trabalho, Testo unico del lavoro); la Riforma della previdenza, con la pretesa di svincolare l’aumento del salario minimo, l’adeguamento delle pensioni e elevare a 70 anni l’età minima per la pensione. Oltre ai tagli ai programmi come Minha casa Minha vida, Pronatec (insegnamento tecnico), Fies (prestito d’onore per lo studio), Scienza senza frontiere e addirittura la Borsa famiglia.
Così l’insieme delle azioni e delle misure del governo interino ha come obiettivo di eliminare, in modo rapido, le conquiste dei governi Lula e Dilma e ritornare interamente al fallito progetto neoliberista, annullando i passi compiuti in direzione di un progetto nazionale di sviluppo sovrano e democratico.
La lotta alla corruzione, altro ramo pubblicitario del golpe, si annulla con la caduta di tre ministri inghiottiti dal processo Lava Jato, colpendo in pieno lo stesso Temer, oltre a vari altri denunciati del governo interino. E si squalifica completamente nel vincolo di corpo e anima fra Temer e Cunha che si conferma con riunioni “segrete” fra i due.
L’operazione Lava Jato: da lotta alla corruzione a criminalizzazione dell’attività politica.
Fino al momento dell’allontanamento della presidente Dilma Rousseff, l’Operazione Lava Jato si era concentrata in modo selettivo e si era dedicata a criminalizzare il PT, il governo Dilma, l’ex-presidente Lula e la sinistra in generale. Ma recentemente l’Operazione ha allargato il suo bersaglio in direzione della cupola del PMDB e di dirigenti del PSDB e DEM. Risulta chiaro il proposito di criminalizzare l’attività politica come un tutto.
Tuttavia la priorità di colpire la sinistra rimane. Recentemente, senza fondamento, la sede nazionale del PT a San Paolo è stata oggetto di una spettacolare perquisizione poliziesca. Il giudice Sérgio Moro ha dato seguito a indagini contro l’ex presidente Lula il cui fine è di renderlo non eleggibile.
In modo insensato e artificioso, due leaders del PCdB – la deputata federale Jandira Feghali e l’ex ministro Aldo Rebelo – anch’essi sono stati vittime di delazioni premiate viziate e controverse. Ma le calunnie sono state prontamente respinte e entrambi hanno ricevuto solidarietà del campo democratico.
Da molto tempo il PCdoB denuncia che la Lava Jato, sulla strada della lotta alla corruzione, si è discreditata, si è lasciata contaminare dalla disputa politica e oltraggia sistematicamente lo Stato di Diritto. Il PCdoB ha sempre difeso, e difende, la lotta alla corruzione, all’impunità, ma rifiuta, opponendosi con decisione, che di questa causa giusta si faccia un pretesto per calpestare diritti, praticare abusi, denazionalizzare e indebolire l’economia nazionale, e negare le garanzie individuali garantite dalla Costituzione Federale.
Non vi è stato crimine di responsabilità
La grande stampa blinda per quello che può il governo interino, esalta la équipe economica, soffia spirito di statista sull’interino Michel Temer, mentre nasconde l’agenda di resistenza che la presidente Dilma e i movimenti democratici e popolari realizzano, e anche deturpa e squalifica la giusta difesa della presidente nelle sessioni della commissione speciale dell’impeachment in corso al Senato.
Sebbene minoranza, il gruppo di senatori e senatrici che difendono la democrazia ha affrontato le manovre del gruppo golpista con efficacia e, sessione dopo sessione, testimone dopo testimone, ha cercato di dimostrare che non vi è base giuridica per l’impeachment e che la presidente Dilma non ha commesso crimine di responsabilità. Fatto rafforzato dalla perizia del settore tecnico del Senato Federale. In questo lavoro per fermezza e competenza si è distinta la senatrice Vanessa Grazziotin, del PCdB di Amazones.
Plebiscito, una bandiera che può essere decisiva per sconfiggere il golpe.
Il golpe ha indebolito e contrapposto i Poteri della Repubblica; il governo interino ha approfondito l’instabilità; grande è la sfiducia nelle istituzioni e nel sistema politico del paese. Per superare questa situazione critica e ristabilire la democrazia è necessario il ritorno della presidente della Repubblica e sono indispensabili soluzioni che rimandino alla forza del popolo e alla sovranità del voto. Secondo il PCdB è questo il cammino che può dare una via di uscita alla crisi, perché essa non si trascini fino al 2018.
La sessione che giudicherà la presidente Dilma è prevista per la seconda metà di agosto. Nonostante la grande forza politica e mediatica che si muove in modo frenetico, dentro e fuori il paese, guidata dai grandi circuiti finanziari, per consumare il golpe, il PCdB ha la convinzione che è possibile sconfiggerlo.
Tuttavia, la resistenza democratica, e soprattutto la sinistra che ne è il nucleo propulsore, hanno bisogno di chiarezza e realismo per rafforzare l’unità. L’allontanamento della presidente è stata una grande sconfitta, e più che mai è necessario che la sinistra superi dissensi e si mantenga unita attorno a prospettive di uscite politiche per non consentire il raffreddarsi delle mobilitazioni della resistenza.
Sebbene attuali, le parole d’ordine Fora Temer e Volta Dilma devono essere rafforzate. Per questo è necessario legarsi ad un nuovo impegno, a una nuova bandiera: convocazione di un plebiscito nel quale il popolo sarà chiamato a dire Sì o No all’anticipazione delle elezione dirette del presidente. Questa proposta non è una panacea, ma in concreto dischiude una alternativa che dà risposta all’impasse nel quale il golpe ha spinto il paese.
Questa bandiera guadagna appoggio fra i movimenti del popolo, fra le centrali dei lavoratori e delle lavoratrici, nelle entità degli studenti e delle donne, fra giuristi e avvocati, da parte di diverse personalità progressiste e della comunicazione, insomma nell’ambito della sinistra e di ampi settori della società. Ha appoggio popolare, dal momento che, secondo i sondaggi, Temer è rigettato dalla maggioranza della popolazione e buona parte di essa esprime favore a nuove elezioni. Quindi tende a coinvolgere molteplici settori del popolo nelle manifestazioni Fora Temer, soprattutto la classe lavoratrice.
E’ un compromesso che può essere attrattivo per senatori e senatrici, che rinvigorisce il cammino per sconfiggere il golpe nel Senato Federale, unico mezzo per garantire il ritorno della presidente eletta Dilma Rousseff alla carica presidenziale e purificare la carica stessa dall’interino Michel Temer con il suo programma di arretramenti.
Il PCdB, convinto della rilevanza della proposta, continuerà con perseveranza ad alzare questa bandiera, mentre il processo laborioso di dibattiti e di pratica concreta costruisce consenso e unità nell’ambito delle forze di resistenza democratica.
La presidente Dilma, che pubblicamente ha già dimostrato disponibilità ad assumere un impegno per la proposta del plebiscito, potrebbe emettere un messaggio al popolo brasiliano contenente impegni in base ai quali, compiuto il suo ritorno al governo, rafforzerà la democrazia, si impegnerà per una riforma politica democratica, rafforzerà lo Stato Democratico di Diritto, la sovranità nazionale e garantirà le conquiste sociali e guiderà un patto sociale e politico che canalizzi tutti gli strumenti e gli sforzi dello Stato, della società, di imprenditori e lavoratori affinché il paese vinca la recessione e riprenda la crescita.
São Paulo, 3 luglio 2016
Il Comitato Centrale del Partito Comunista del Brasil– PCdoB
traduzione di Teresa Isenburg
[*] attinto da PRC