Ci sono alcune notizie che leggiamo sui giornali considerandole aspetti della vita a noi lontani e, invece…
Quanti di noi fanno sport e mangiano alimenti che dovrebbero tenerci in salute senza sapere da dove provengano realmente?
Moltissimi.
Purtroppo, questo nostro disinteresse potrebbe provocarci brutte sorprese.
Infatti, accade spesso che, non interessarci a cosa mettiamo in bocca apra le porte a rischi per la salute facilmente evitabili, questi alimenti potrebbero provenire da campi cosparsi da fanghi nocivi come scoperto dalla polizia che ha provvidenzialmente arrestato gli autori del misfatto in diversi comuni delle provincie di Lodi, Cremona e Pavia.
Inoltre il nostro disinteresse apolitico su quanto accade intorno a noi, ignorando che la povertà è notevolmente aumentata non ci esime dal renderci conto che questa povertà non è una calamità naturale ma, il frutto di scelte nefaste non condivise. I poveri, per sopravvivere, sono costretti, loro malgrado, a consumare cibi di dubbia provenienza ma a basso costo.
Ma anche quanti di noi, visti i tempi che corrono e per poter rimanere nel bilancio delle possibilità economiche famigliari, si sono recati in qualche negozio ad acquistare merci i cui proprietari non hanno rispetto per la dovuta prassi dei controlli scoprendo, inoltre, successivamente, che questi prodotti arrivano proprio, da uno di quei campi sopraindicati?
La cultura proposta dalla borghesia dello sfruttamento sia dell’uomo che della natura ha dimostrato tutti i suoi limiti oggettivi e senza futuro. Tanto priva di prospettiva che lo stesso sociologo Di Masi ha risposto, giustamente, verso chi ha aumentato le differenze sociali nel mondo in questi termini:
“Qualcuno parlando di “decrescita felice” sembra intravvedere perfino del “bello” dietro alle nuove povertà, un po’ come i neorealisti nel cinema del Dopoguerra…
Macché, di felice c’è ben poco. Quello è sempre il bello visto dalla parte dei ricchi.”
Come dargli torto.
MOWA