Turchia, più di un milione in piazza per Erdogan, altro che piazza Venezia di memoria italica. Per il resto molte similitudini. Prova di forza dopo il golpe fallito. Titolo della manifestazione a raccogliere la organizzata folla oceanica, «per la democrazia e i martiri». I morti-martiri ci sono stati, la democrazia fu di passaggio da quelle parti. E ducescamente Erdogan insiste, si alla pena di morte, se il Parlamento la chiede.
di rem
Erdogan e la Turchia hanno molti buoni amici italiani che di adunate oceaniche riviste almeno a cinema hanno memoria e rimpianto politico. Ovviamente nessun confronto possibile tra il catino di storia che era piazza Venezia dei tempi del duce italico e l’anonima spianata di fronte al Mar di Marmara a Yenikapi, nella parte europea di Istanbul per il superpresidente turco fatto monumento da un golpe gestito da dilettanti. Raduno patriottico «per la democrazia e per i martiri», e obbligo di fatto per tutti, anche chi Erdogan proprio non lo ama. Alla adunata, anche i leader di due tra i maggiori partiti d’opposizione, Kemal Kilicdaroglu del Chp e Devlet Bahceli del partito nazionalista Mhp, in segno dei sottomissione patriottica. Assente solo il partito filo-curdo Hdp, che non era stato invitato.
Rispetto a tutto quel nero di piazza Venezia, almeno i colori delle bellissima bandiera turca. Manifestanti vestiti di bianco e di rosso, che sventolavano bandiere nazionali degli stessi colori. Impossibile fornire cifre certe sulla partecipazione ma i media internazionali hanno parlato di più di un milione di manifestanti mentre l’agenzia di stampa turca Anadolu si è spinta fino a tre milioni, calcolando anche i raduni davanti ai grandi schermi in molte località sparse in tutto il Paese. Ma si sa che i regimi tendono a rappresentarsi extra large.
Arrivato in elicottero con la moglie tra le ovazioni della folla, Erdogan aveva twittato sul suo account: «Invito tutti i miei cittadini a Yenukapi, per mostrare in modo inequivocabile e forte la nostra unità e solidarietà». E quando ha arringato la folla, ringraziando entusiasticamente chi «a petto nudo» ha fermato i golpisti, l’entusiasmo è andato alle stelle. Quel ‘a petto nudo’ ci porta molto vicino ai milioni di baionette. La tensione popolare è sostanzialmente la stessa. Speriamo si fermi a Yenukapi.
Le ultime tre settimane di manifestazioni pro-Erdogan nelle più importanti piazze di Istanbul e di Ankara sono state accompagnate anche da implacabili purghe tra militari, magistrati, insegnanti, giornalisti e intellettuali. A centinaia sono finiti in carcere (gli ultimi 90 arresti di cui si è avuta notizia sono dell’altro ieri sera), più di 60 mila hanno perso il lavoro e sono di fatto precipitati in un nulla, senza certezze ma con enormi incognite sul futuro loro e delle loro famiglie.
Ma le adunate oceaniche non prevedono attenzione a certi dettagli. Le epurazioni che preoccupano la comunità internazionale potrebbero arrivare persino alla pena di morte, riprovoca Erdogan rivolto all’Europa, sotto le gigantografie sua e del padre fondatore della Turchia, Mustafa Kemal Ataturk. Ataturk grande ammiratore del Duce di piazza Venezia, e la storia si ricompone, con qualche paura in più per il futuro.
E l’ennesima ovazione della marea rossa e bianca consegna a Erdogan il trionfo. E poi?
08 agosto 2016