Guardare Tg e dintorni con un amico straniero è una esperienza scioccante.
Eccolo, puntuale come l’omino in nero dell’agenzia delle pompe funebri. Speciale “Porta a Porta” sul terremoto. Siedo davanti alla tv con un amico straniero, che ben comprende l’italiano. Seguiamo assieme. Un inviato di Vespa chiede ai soccorritori:” Dove sono i dispersi?”. Risposta del soccorritore:” Sono dispersi, appunto, non lo sappiamo…”. L’amico si gira, mi guarda e mi risparmia. Guardare Tg e dintorni con un amico straniero è una esperienza forte, scioccante. Soprattutto se sa che sei giornalista, non bancaria o impiegata all’Asl. Continua a guardare la tv, di tanto in tanto si gira, ed è la fine. Sta zitto, ed è peggio. L’amico trasecola e chiede un bicchiere d’acqua quando il conduttore, Bruno Vespa dice, grosso modo, che il terremoto può essere anche un volano per l’economia dal momento che la ricostruzione creerà, per forza di cose, nuovi posti di lavoro. L’amico beve in un solo sorso l’acqua. E continua a guardare la tv e a guardare me. In tv si spazia dal comico al cinico. Sullo sfondo una tragedia. L’amico non mi dice, come si dirà in Rete, che stando all’equazione di Vespa, a questo punto, ci si dovrebbe augurare un terremoto al giorno. Mi risparmia ancora una volta. Che sia inglese, qualcosa deve valere. Ha cenato bene e non gli sembra carino. Fin qui la serata di ieri. Per oggi, spero che l’amico straniero sia stato al mare e non abbia avuto modo di seguire il TG2 con l’inviata al terremoto che, rivolgendosi al padre della piccola Giorgia, estratta viva dalle macerie dopo 12 ore di duro lavoro dei soccorritori, lo incalza dicendo “Ma lei ha subito anche una disgrazia, l’altra figlia è morta… Racconti…”. Spero che l’amico straniero non abbia proprio visto e sentito, che non abbia visto, e osservato la faccia e gli occhi dell’uomo diviso tra il lutto e la legittima gioia di una figlia in vita. Per piangere assieme chi non c’era più.
Ci sarebbe da dire, e ripetere, tanto sul giornalismo italiano, e sul giornalismo televisivo italiano soprattutto. Soprassediamo per pietà, dei morti, e di chi minaccia quotidianamente una professione con tanti seri lavoratori ma con una crescente difficoltà a raccogliere consenso nell’opinione pubblica.
Torniamo a “Porta a Porta”. Ci coglie un dubbio e ad aiutarci potrebbe essere, per esempio, Michele Anzaldi, parlamentare PD sempre attentissimo alle cose RAI. Quanto costa una puntata “speciale”, fuori quota, non prevista, di “Porta a Porta”? Quanto ha incassato ieri Bruno Vespa per una puntata “speciale”, extra, non prevista dal pacchetto del contratto? Perché uno “speciale” di Vespa con salotto ( il ministro Del Rio, per il famoso “volano”, appunto, e Sgarbi prezzemolino ) e non uno “speciale” fatto in casa, senza esborsi extra, affidato al TG1? Saperlo…
26 agosto 2016