G.C.
A Trapani e Palermo la situazione è scottante, delicatissima. A prenderne atto sono stati i comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza, a seguito delle denunce presentate dal collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino.
Lui, architetto agrigentino, da più di un anno ha deciso di parlare con i pm: racconta quello che sa e, per questo motivo, è stato messo sotto protezione e spostato in una località sicura. La sua figura è ritenuta ambigua, dagli inquirenti, e non tutti concordano sulla sua attendibilità. Per i magistrati palermitani impegnati nelle indagini sulla mafia agrigentina, non è credibile. Diversa opinione per i colleghi, sempre palermitani, che si occupano della cattura di Matteo Messina Denaro e della mafia trapanese, che lo ritengono attendibile, e quelli trapanesi, per i quali la sua collaborazione è da ritenersi essenziale.
Da anni, Tuzzolino parla di intrecci tra mafia e massoneria. Una ragnatela di poteri che avrebbe garantito anche alla primula rossa Matteo Messina Denaro di restar latitante, nonostante le molteplici operazioni che gli stanno facendo terra bruciata attorno. E che Trapani sia il centro di questo asse, è da anni che lo si sostiene.
Ora, però, Tuzzolino ha aggiunto dell’altro. Nei giorni scorsi, infatti, ha denunciato di esser stato raggiunto, nella località protetta in cui risiede, da un personaggio “misterioso”, che lo avrebbe invitato a ritrattare tutte le sue dichiarazioni in merito a “Diabolick” e, al contempo, consegnare minacce di morte al procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato, e per il procuratore di Trapani Marcello Viola.
La Principato è il magistrato che dà la caccia a Messina Denaro ed è già sottoposta a importanti misure di sicurezza e altre sono in arrivo, mentre Viola, che è stato recentemente nominato a Firenze con il ruolo di procuratore generale, resterà in Sicilia fino a fine mese e, per tale motivo, il suo dispositivo di protezione è stato aumentato.
Ora, la procura di Caltanissetta ha aperto un fascicolo per far luce sulle minacce ai due pm. I dubbi restano comunque parecchi: ammesso che sia la Principato che Viola siano effettivamente in pericolo, è difficile capire chi abbia potuto avvicinare, e come, Tuzzolino. Il sospetto – e il timore- è che mafia e massoneria, come già in passato, siano riuscite a infiltrarsi nelle Istituzioni, per raggiungere il pentito e, conseguentemente, i due magistrati.