Il presidente della Palestina, Mahmoud Abbas, ha fatto un appello oggi nell’Assemblea Generale dell’ONU per dichiarare il 2017 l’anno internazionale della fine dell’occupazione israeliana.
Intervenendo nel dibattito di alto livello dell’Assemblea, il dirigente ricordò che in giugno dell’anno prossimo si compierà mezzo secolo di occupazione.
“Sarete capaci di assumere questa responsabilità? Questa è la nostra speranza”, affermò in allusione all’urgenza che esiste affinché la comunità internazionale aiuti a fermare la sofferenza del popolo palestinese.
Abbas ha insistito sul ruolo che deve giocare il Consiglio di Sicurezza, dove il veto o la minaccia dello stesso da parte degli Stati Uniti ostacola l’avanzamento di qualunque progetto contrario agli interessi di Israele, il loro alleato strategico nel Medio Oriente.
D’accordo col leader arabo, Palestina continua ad essere compromessa con la pace, a dispetto dell’ostilità israeliana, tradotta in crimini, colonizzazione mediante nuovi insediamenti, punizioni collettive ed aggressioni contro luoghi sacri dei musulmani e dei cristiani.
Abbas ha sottolineato che i palestinesi non possono accettare la situazione imperante, che qualificò come umiliante e contraria alla dignità.
Inoltre, il Presidente reclamò maggiori spazi di manovra per Palestina che possano permettergli presentare e co-patrocinare risoluzioni alle Nazioni Unite, oltre a dirigere commissioni e gruppi internazionali.
Capi di Stato e di Governo di vari continenti hanno reclamato qui, nei tre primi giorni del dibattito dell’Assemblea, la fine dell’occupazione israeliana ed il diritto palestinese a trasformarsi in uno Stato indipendente ed integrato dell’ONU, invece del suo attuale status di osservatore non membro.
da Prensa Latina
traduzione di Ida Garberi
22 Sep 2016