Due volumi fitti fitti di notizie, raccolte dal giornalista Gigi Moncalvo, raccontano storie e aneddoti che coinvolgono la famiglia Agnelli e la Fiat: vicende sconosciute e altre che invece furono celate per occultare qualche scandalo. E altre ancora, come quella che compromise la credibilità di Lapo Elkann, fatte trapelare al momento giusto. Fatti privati che hanno condizionato la storia d’Italia finendo addirittura per tracciarne e mutarne il corso.
Il racconto parte dagli inizi del “900
“Di tutte queste storie, anche le più incredibili e inimmaginabili, l’autore ha seguito le tracce in documenti e atti legali, finora inediti e ignoti al grande pubblico”, si legge nella presentazione del libro. Il racconto, che parte dagli inizi del “900 fino al primo decennio del secolo in corso, racconta senza alcuna censura il completamento della saga più avvincente d’Italia, “una ricostruzione che ha il ritmo e il gusto del romanzo, insieme alla realtà di fatti davvero avvenuti e che nessuno ha osato raccontare”.
La cassaforte del Gruppo Fiat
Si deve proprio al lavoro certosino di Moncalvo se si oggi si sa dell’esistenza della “Dicembre”, la cassaforte da cui si controlla l’intero Gruppo (non solo la Fiat auto, dunque). Intervistato dal Fatto Quotidiano il giornalista ha spiegato che “La Dicembre è stata costituita come società semplice, tipica società diffusa in Piemonte tra i coltivatori diretti, che non prevede l’obbligo di rendicontazione dei bilanci”, dal “2004 al 2014 a guidarla era Alessandro Barberis, che prima era direttore generale Fiat. La Sec, l’autorità di Borsa americana, dovrebbe farsi delle domande sulla Dicembre, visto che controlla Fca che è quotata a New York”.
A Lapo Elkann solo le briciole
Nella Dicembre ci sono Marella Caracciolo e gli Elkann (John, Lapo e Ginevra), e gli altri 5 nipoti figli di Margherita, i De Pahlen. Lapo, rivela Moncalvo, “dopo la famosa notte brava passata con i trans è stato liquidato con 165 milioni di euro. Briciole. E sicuramente i fratelli di John non erediteranno da nonna Marella alcuna quota della Dicembre, dato che lei ha preferito John. Poi lo statuto impedisce a soci esterni di essere ammessi; John non potrebbe nemmeno far entrare sua moglie o i tre figli”.
Il patrimonio estero dell’Avvocato
Moncalvo ha raccontato anche del contenzioso in corso tra Margherita Agnelli e Marella Caracciolo sul presunto patrimonio estero dell’Avvocato: “Sono finora stati scoperti tre conti in Svizzera con 411 milioni di euro più un deposito da un miliardo nella sede di Zurigo della Morgan Stanley, ma quando i Pm italiani Fusco e Ruta nel 2009 hanno inoltrato le rogatorie alla Svizzera, Berna le ha negate. La banca, dopo aver bonificato alle due eredi Marella e Margherita i 108 milioni a testa del testamento, ha risposto alla figlia che chiedeva da quale conto venissero quei soldi, che il titolare, Giovanni Agnelli, dava disposizioni di non dare ulteriori informazioni”.
La fuga “Tangentopoli”
Fra le altre cose, lo scrittore ha raccolto una clamorosa documentazione, dalla quale si desume che pochi mesi prima dello scoppio di “Tangentopoli”, e fino al 1996, Gianni Agnelli schermò la “Dicembre”, la società-cassaforte dell’Impero FIAT, affidandone il controllo azionario a una anstalt del Liechtenstein, la “MERCKT & Co.”, e affidandosi a due prestanome: Herbert Batliner di Vaduz (“gentiluomo di Sua Santità”, la massima onorificenza vaticana riservata a un laico, e grande e chiacchierato esperto di operazioni off-shore, spesso finite sotto la lente della magistratura tedesca), e René Merkt, un avvocato di Ginevra al centro di molti scandali finanziari internazionali. Questo significa che Agnelli era stato informato in anticipo, forse da amici americani, dell’imminente inchiesta “Mani Pulite”? forse sì.