di Daniele Chicca
NEW YORK (WSI) – I mercati finanziari sono troppo compiacenti e un’eventuale incertezza sul futuro economico e politico degli Stati Uniti dopo le elezioni potrebbe provocare un calo di anche il 25% dei prezzi della Borsa Usa. A dirlo è David Stockman il padre della Reaganomics, le politiche economiche di deregulation e alleggerimento fiscale attuate da Ronald Reagan negli Anni 80.
Quest’incertezza è uno dei motivi per il quale negli ultimi tempi i grandi fondi hedge stanno facendo incetta di oro e altri beni sicuri a prova di choc elettorale. Il voto per eleggere il nuovo presidente americano si tiene l’8 novembre.
Stockman, che ha un’esperienza ventennale come finanziere a Wall Street ed è stato anche membro del Congresso, conosce bene i meccanismi di Borsa e gli intrecci della politica americana: “i mercati sono inflazionati in maniera esagerata”, ha avvertito all’emittente Cnbc.
Secondo l’ex Direttore dell’Ufficio del Bilancio sotto Reagan ha consigliato agli investitori di vendere azioni e bond prima che Trump o Clinton vengano eletti: in entrambi i casi i mercati sarebbero in pericolo ed è pertanto meglio non correre alcun rischio.
“Se non si è disposti a vendere titoli prima delle elezioni, qualcuno lo farà sicuramente dopo. Il governo sarà completamente paralizzato a prescindere da chi sarà il vincitore. Ci potrebbe essere fino a una flessione del 25% dei prezzi di Borsa”.
Secondo Stockman, con un’amministrazione le indagini e le rivelazioni di Wikileaks sarebbero non stop. E la Camera (a maggioranza Repubblicana o no) diventerebbe un “campo di battaglia” per qualsiasi cosa che Clinton cercherà di fare.
Stockman è convinto che i Democratici farebbero il loro ingresso nelle stanze dell’Ufficio Ovale “lividi, sanguinanti e senza una vera legittimità”.
“Per sei mesi, o forse anche più a lungo, ci sarà astio e una politica del rischio calcolato, insomma ci sarà una paralisi. Ci saranno tutta una serie di Commissioni di Inchiesta della Camera intente a condurre indagini su tutte le rivelazioni di Wikileaks“.
“Gli Stati Uniti finiranno in recessione” e di conseguenza non ci sarà nessun passaggio del testimone da parte della Fed verso una politica di riforme fiscali.
7 novembre 2016