di Daniele Chicca
NEW YORK (WSI) – Il prossimo presidente avrà a che fare con una lunga serie di minacce da sconfiggere e problemi da risolvere, economici e geopolitici, ma tra questi il più grande potrebbe essere il nodo del debito pubblico in continua espansione del paese e la fine della fase rialzista del mercato dei bond.
Se un piccolo debitore non riesce a ripagare i creditori, fallisce immediatamente. Lo stato americano invece non farà mai default. Continuerà a indebitarsi all’infinito, ingrandendo senza sosta il peso dei conti da saldare sulle spalle delle prossime generazioni. Anche se la Fed dovesse annullare il debito acquistato, lo stesso non farebbero i tanti creditori internazionali di titoli Usa, Cina in primis.
I vantaggi senza precedenti di cui ha potuto usufruire Obama per ravvivare le attività economiche dopo la crisi più grave e la recessione più lunga dai tempi della Grande Depressione negli anni 30, sono sotto gli occhi di tutti.
La Federal Reserve ha tagliato i tassi al minimo storico dello zero e negli ultimi dieci anni, per ora, ha risollevato il costo del denaro solo una volta: a dicembre dell’anno scorso. La banca centrale è l’entità che possiede il numero più elevato di Treasuries al mondo, grazie anche alle politiche monetarie espansive straordinarie.
Gli Stati Uniti possono fare affidamento anche su una domanda insaziabile da parte degli investitori internazionali, Cina in primis. Gli acquirenti cinesi hanno comprato $3.000 miliardi di Treasuries, raddoppiando la quota in loro possesso.
La Fed dovrebbe imporre una stretta monetaria il mese prossimo, quello successivo alle elezioni presidenziali di stanotte, in un momento nel quale i tassi dei Bond sovrani sono già ai massimi degli ultimi cinque anni.
Il debito governativo federale è più che raddoppiato negli otto anni di presidenza Obama, salendo a quasi 14 mila miliardi di dollari. E il deficit si sta di nuovo ampliando, dopo essere sceso per quattro anni di fila.
Bond alla svolta, debito si gonfierà ancora
Il deterioramento del mercato dei bond rischia di rovinare i piani del vincitore delle elezioni di oggi. Sia la candidata Democratica Hillary Clinton sia il suo rivale Repubblicano Donald Trump hanno promesso misure per alimentare ancora la crescita economica e creare nuovi posti di lavoro: è impossibile farlo senza incrementare ulteriormente i livelli del debito.
Dopo quasi trent’anni, la fase di mercato rialzista volge al termine per l’obbligazionario statunitense: le conseguenze sono pesanti per qualsiasi misura il nuovo inquilino della Casa Bianca voglia attuare: dalle spese per le infrastrutture, che entrambi i candidati vogliono rinnovare, al miglioramento della sicurezza nazionale arrivando fino ai promessi tagli delle tasse.
Le entrate non tengono il passo delle spese federali. Il programma di Clinton prevede un piano per le nuove infrastrutture da 275 miliardi da finanziarie con le modifiche al regime fiscale sulle aziende e con un innalzamento dell’aliquota fiscale per i più ricchi. Il piano farebbe crescere di altri 200 miliardi di dollari il debito nei prossimi dieci anni, secondo le previsioni della Commissione per un Budget Federale Responsabile, citata da Bloomberg.
Trump da parte sua ha promesso di tagliare il carico fiscale e di spendere fino a 500 miliardi di dollari nei progetti di infrastrutture. Le sue proposte farebbero salire il debito di 5.300 miliardi di dollari.
8 novembre 2016